AGI – La stampa americana dà il massimo rilievo all’intervento in video del presidente ucraino Zelensky davanti al Congresso e ne mette in luce anche l’effetto sulla politica Usa, dove crescono le pressioni su Biden perché potenzi gli aiuti a Kiev.
La stampa europea, invece, mette in evidenza il negoziato tra Russia e Ucraina e i temi sui quali sembra possibile che le parti raggiungano un’intesa per il cessate il fuoco, a cominciare dalla neutralità dell’Ucraina. Da notare che su alcuni giornali, in particolare Le Figaro e il Times, lo spazio dedicato alla guerra oggi si è ridotto, in favore di notizie di cronaca nazionale. Ecco una panoramica delle prime pagine.
Nel suo discorso ieri al Congresso degli Stati Uniti, il presidente ucraino Zelensky “ha implorato l’aiuto militari degli Usa”, dice nel titolo di apertura il Washington Post, e sottolinea che questo accorato intervento ha chiamato in causa Biden, “evidenziando fino a che punto lui e Biden sono ora indissolubilmente legati in un momento di grande pericolo, non solo per l’Ucraina ma anche potenzialmente per il resto del mondo”. Ciascuno dei due leader “ha responsabilità e ruoli da svolgere. A volte, quei ruoli si intersecano. Altre volte sono in conflitto”, osserva il giornale. Perché, spiega, Zelensky guida la resistenza a un’aggressione militare e dunque chiede appoggio militare all’occidente, mentre Biden Biden è “costretto a bilanciare i bisogni dell’Ucraina con la necessità di mantenere uniti gli alleati” e “ancora più importante, il suo obiettivo è sostenere militarmente l’Ucraina il più possibile senza innescare un’altra guerra mondiale, che potrebbe includere l’uso di armi nucleari”.
Dunque, l’apparizione di Zelensky davanti al Congresso, dove “molti sono d’accordo con le sue richieste, non farà che aumentare la pressione su Biden affinché trovi il modo di fare ancora di più”, e “potrebbe anche affilare l’agenda della riunione della Nato a cui Biden parteciperà la prossima settimana in Europa”. Con il suo discorso a deputati e senatori americani, un discorso “breve nella durata, potente nelle parole, immediato nell’immagine”, Zelensky ha dimostrato di essere “probabilmente il lobbista più potente del mondo in questo momento”, scrive il giornale citando una definizione dell’ex segretario Usa alla Difesa, Leon Panetta. “La prova di ciò è arrivata poche ore dopo che aveva parlato al Congresso, quando Biden ha annunciato ulteriori 800 milioni di dollari in aiuti all’Ucraina”, nota il quotidiano. Un servizio è dedicato alle forniture militare americane all’Ucraina, tra le quali spiccano i droni ‘kamikaze’. Infine, attenzione alla ripresa del Covid in Europa che fa temere in Usa per una nuova ondata.
Il New York Times apre con l’intervento del presidente ucraino davanti a depurati e senatori Usa: “Zelensky preme sul Congresso per aiuti mentre la Russia martella le città”, dice il titolo principale, mentre sotto sono impaginati la notizia degli ulteriori 800 milioni di fondi per il sostegno all’Ucraina stanziati da Biden poche ore dopo il discorso di Zelensky, e un servizio che fa il punto sulla situazione al fronte, dove “la resistenza ucraina prende slancio anche se gli invasori russi bombardano le città”. Il Nyt scrive in un’analisi che “dopo due anni di divisioni politiche e sconvolgimenti economici accresciuti da una pandemia senza fine, gli americani si stanno unendo attorno a una causa comune: il sostegno all’Ucraina, Paese sotto assedio delle forze russe”. Questo “raro momento di solidarietà” si deve “in parte, dalla percezione dell’America come un fermo difensore globale della libertà e della democrazia”. In vari sondaggi, infatti, sottolinea il giornale, “gli americani di ogni orientamento politico hanno affermato che la nazione ha il dovere di rispondere alla sfacciata invasione del presidente Vladimir Putin, anche se ciò significa sentire, almeno a breve termine, la puntura dei prezzi elevati della benzina e dell’inflazione”.
Grande risalto sul Wall Street Journal all’intervento in video del presidente ucraino Volodimir Zelensky al Congresso degli Stati Uniti. La notizia viene impagina con due titoli, che incorniciano una grande fotografia: “Vi chiedo di fare di fare più” e “Zelensky in un appassionato appello sollecita gli Usa a dare un più forte sostegno”. Il giornale rileva che “l’emozionato discorso del presidente ucraino ha stimolato la spinta dei deputati di entrambe i partiti sulla Casa Bianca perché faccia di più, più velocemente, per aiutare l’Ucraina e punire la Russia”. Zelensky, tra le altre cose, ha esplicitamente richiesto i sistemi anti missile S-300 ma “poiché non sono fabbricati negli Stati Uniti, il ruolo degli Stati Uniti nel fornire questi armamenti si sostanzierebbe solo nell’aiuto agli alleati dell’Europa orientale che trasferiscono le loro attrezzature in Ucraina”.
Inoltre, Zelensky ha ripetuto la sua richiesta di fornire aerei da caccia, ma già la scorsa settimana, ricorda il Wsj, “il Pentagono ha rifiutato un’offerta della Polonia di trasferire i suoi aerei da combattimento MiG-29 a una base aerea statunitense in Germania per farli giungere da lì in Ucraina”. Dal teatro del conflitto, il quotidiano offre un reportage sulla battaglia di Voznesensk, la città dove i volontari locali ei militari hanno respinto gli invasori e hanno inflitto a Putin “uno dei più gravi rovesci di questa guerra”. Un focus è dedicato alla fuga delle grandi imprese occidentali dalla Russia, che “segna la fine di un’era”. Gli investimenti occidentali a Mosca erano già in declino, scesi dai 75 miliardi di dollari del 2008 ai 9 miliardi nel 2020, ma la guerra in Ucraina suona adesso “come una campana a morto”. Nella fascia alta della prima pagina, c’è spazio anche per la notizia del rialzo dei tassi deciso dalla Fed, il primo di una serie attesa durante l’anno “per evitare il surriscaldamento dell’economia americana e ridurre l’inflazione, che è ai massimi da 40 anni”.
I passi avanti del negoziato tra Russia e Ucraina sono approfonditi dettagliatamente dal Financial Times, che nel titolo di apertura parla del “piano di neutralità” ucraina che Mosca e Kiev stanno valutando in questa fase. Il quotidiano economico britannico parla di “progressi significativi su un piano di pace provvisorio che include un cessate il fuoco e il ritiro della Russia se Kiev dichiara la neutralità e accetta limiti alle sue forze armate”.
La discussione si sta concentrando su una bozza in 15 punti, per giungere a “una rinuncia di Kiev alle sue ambizioni di unirsi alla Nato e alla sua promessa di non ospitare basi militari o armi straniere in cambio della protezione da alleati come Stati Uniti, Regno Unito e Turchia”. Il giornale cita “una fonte russa informata sui colloqui”, secondo cui “la soluzione proposta, se concordata, potrebbe fornire a entrambe le parti un modo credibile per dichiarare la vittoria nella guerra”. Restano tuttavia nodi e interrogativi, soprattutto sulle “garanzie occidentali per la sicurezza ucraina e la loro accettabilità per Mosca”, e sullo “status dei territori del Paese annessi dalla Russia” nel 2014. Ft riferisce che però tra gli ucraini c’è scetticismo sulla buona fede dei negoziatori russi, e sottolinea che ieri Putin “non ha mostrato alcun segno di compromesso”. In prima pagina anche il rientro nel Regno Unito dell’anglo britannica Nazanin Zaghari-Ratcliffe dopo sei anni di detenzione in Iran, e il rialzo dei tassi deciso dalla Fed: è il primo dal 2018 e sarà seguito quest’anno da ulteriori aumenti.
Il bombardamento russo che ha distrutto a Mariupol un teatro utilizzato come rifugio antiaereo per i civili è la notizia su cui punta il Times, che parla di “centinaia di vittime” e sottolinea le dichiarazioni di Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino, che ha accusato Mosca di “crimini di guerra” per questo attacco “deliberato e cinico”. L’Ucraina ha soltanto un titolo a una colonna sulla prima pagina del quotidiano britannico, che dà l’apertura al ritorno a casa di Nazanin Zaghari-Ratcliff, la cooperante anglo iraniana arrestata sei anni fa a Teheran con l’accusa di spionaggio e solo ieri rilasciata dal regime degli ayatollah e rientrata a casa dal marito e dalla figlia, che aveva pochi mesi al momento del suo arresto. Dovrà “imparare di nuovo a essere felice”, ha detto il coniuge al Times.
La progressiva e sempre più soffocante morsa della censura imposta da Putin su media e social è l’oggetto di un focus che Le Monde mette in apertura. “La Russia blocca le informazioni sulla guerra”, titola il quotidiano che sottolinea “l’inedito isolamento” russo nel mondo digitale con la chiusura di Facebook e Instagram, “mentre i media indipendenti o si sono autodissolti o pubblicano pagine bianche”. La tv di Stato, intanto, dopo la protesta della giornalista che ha mostrato durante un tg un cartello contro la guerra, “ha ripreso la narrazione ufficiale di “un aiuto” offerto agli ucraini “contro i nazisti”. In questo quadro “decine di migliaia di creativi russi si trovano in un Paese dove non vedono più un futuro”, scrive Le Monde, e sottolinea che “anche in Francia su certi media si sentono ancora discorsi pro Putin”. Da leggere un ritratto del sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, in prima linea nella resistenza ai russi.
Un reportage che racconta la guerra dei volontari ceceni filo ucraini accorsi per dal Caucaso per combattere contro i russi è l’apertura di Le Figaro. Non a tutta pagina, però, perché in fascia alta, e con maggiore evidenza, è una rilevante questione interna, l’autonomia della Corsica, riportata bruscamente in primo piano dall’apertura di Macron su quello che è stato finora “un tabù” della politica francese. “Autonomia della Corsica, il governo semina problemi”, dice il titolo sulla visita ieri ad Ajaccio del ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, che ha promesso un accordo sullo status dell’isola entro la fine dell’anno. Un’accelerazione non gradita al quotidiano, che in un editoriale critica l’improvvisa “febbrilità dello Stato” su un argomento che “non sarebbe stato illegittimo porre in tempi tranquilli” ma che lascia perplessi mettere al centro della discussione ora, “dopo una serie di fallimenti”.
Si avvicina la possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina anche se i bombardamenti russi sembrano in queste ore ancora più violenti e indiscriminati: la vede così El Pai, che titola in apertura “I negoziati si fanno strada tra le bombe”. Nel suo editoriale, il quotidiano spagnolo osserva che “qualsiasi forma di ottimismo è fuori luogo mentre le città e la popolazione civile dell’Ucraina continuano a essere colpite da colpi di mortaio, artiglieria e missili. Ma il quinto round di colloqui ha fornito ieri per la prima volta una visione più elaborata dei possibili punti di una trattativa. Le dichiarazioni dei membri delle due delegazioni sostengono che il tavolo fa progressi, anche se è difficile valutarne la consistenza mentre le bombe continuano a cadere”. Anche se “l’estorsione militare che la Russia ha imposto all’Ucraina” impedisce di parlare “di un libero accordo tra le parti”, secondo El Pais “è importante che gli attori coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto stimolino qualsiasi negoziato da cui possa emergere una via per un cessate il fuoco”. In ogni caso, sottolinea il giornale, Zelensky dovrà restare alla guida del suo Paese, perché “qualsiasi processo di pace deve averlo come protagonista capace di decifrare l’equilibrio tra la resistenza degli ucraini e il momento e le condizioni di un accordo di cessate il fuoco”.
Con il titolo “Non distogliere lo sguardo!” la Frankfurter Allgemeine Zeitung apre sull’intervento del presidente ucraino Volodimir Zelensky ieri al Congresso degli Stati Uniti, e anticipa che oggi il leader di Kiev si collegherà in video con il Bundestag. Il quotidiano tedesco, al di là dell’accorato appello di Zelensky per ulteriori aiuti militari e per la no fly zone, mette in evidenza che le diplomazie continuano a lavorare per un accordo e se comincia a intravedere la concreta possibilità. Nei toni di Mosca, rileva la Faz, “evidente che la dura retorica dei primi giorni di guerra, che alla fine prevedeva solo la resa per l’Ucraina, sta gradualmente cedendo il passo a un approccio più diplomatico. In ogni caso, la parola compromesso non era stata ascoltata da Mosca per molto tempo. E il fatto che Putin sembri disposto a incontrare Zelenskyy, che stava per rovesciare, dice qualcosa sulla pressione a cui è sottoposto”. Ma “gli ucraini devono prima decidere se la neutralità basata sul modello austriaco o svedese sarebbe una soluzione”, e rimarrebbe da sciogliere anche il nodo dell’adesione di Kiev all’Ue, e di quanto ciò sarebbe accettabile per Putin. In prima pagina si segnala anche un sondaggio del Bonn Briq Institute for Behavior and Inequality, secondo cui La maggioranza dei tedeschi (58%) è disposta a spendere di più per il riscaldamento e per la benzina, se questo può aumentare la pressione su Putin.
La Cina ribadisce che i negoziati sono l’unico modo per risolvere la crisi ucraina e invita gli Usa a “stare dalla parte della pace e della giustizia”. Queste le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, cui dà risalto il China Daily. Zhao ha commentato le accuse rivolte dal Dipartimento di Stato americano alla Russia di violare le regole cardine dell’ordine internazionale, e ha affermato che anche gli Stati Uniti lo hanno fatto a Cuba, Panama, Grenada, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia e Siria dagli anni ’60 al 2010 sono “esempi da manuale di grandi paesi che maltrattano i piccoli”, ha detto Zhao.
Nella sintesi del China Daily, il pensiero di Pechino espresso dal portavoce è che “la soluzione alla crisi ucraina non sta nel prendere decisioni unilaterali secondo i propri standard su cosa sia un ordine internazionale basato su regole, per non parlare di costringere i Paesi a schierarsi e creare l’effetto raggelante di etichettare i Paesi come amici o nemici”, mentre “c’è un solo sistema al mondo, che è il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro. C’è un solo ordine, che è l’ordine internazionale basato sul diritto internazionale”. Il quotidiano cinese dà evidenza anche alla notizia che l’Ucraina ieri ha completato l’integrazione del proprio sistema energetico nella rete europea dei gestori dell’elettricità.
“Gli Stati Uniti dovrebbero riflettere profondamente sul ruolo che hanno svolto nello sviluppo della crisi ucraina e compiere sforzi tangibili per alleviare la situazione in Ucraina”: questo, nel resoconto del People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, l’invito che Pechino ha rivolto a Washington per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. Il giornale sottolinea anche che il portavoce ha ribadito la netta smentita sulle forniture cinesi di aiuti militari alla Russia e ha accusato gli Usa di “creare e diffondere disinformazione”, e che questa è una pratica “poco professionale, non etica e irresponsabile”.
Il quotidiano riporta poi, in un servizio di agenzia, che nel Medio Oriente si diffonde “irritazione” per “il pregiudizio razzista” dei Paesi occidentali nei confronti dei rifugiati: “Nei loro reportage, numerosi giornalisti occidentali si sono concentrati sull’aspetto, il colore della pelle, la razza e la religione degli sfollati ucraini e hanno fatto un confronto tra loro e i rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. L’implicazione non detta è che i primi sono superiori ai secondi e quindi ci sono meno ragioni perché debbano soffrire”, scrive il giornale del Pcc.
Source: agi