Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
Ha suscitato molte polemiche, specialmente nel mondo dei social e di internet, la vicenda che ha visto protagonista Chiara Ferragni, noto personaggio della rete, regina – dall’alto dei suoi venti milioni di seguaci – tra gli “influencer” di Instagram. La 33enne, in occasione di un servizio fotografico per “Vogue Hong Kong”, ha infatti pubblicato una foto che la ritraeva davanti alla Venere del Botticceli, uno tra i più celebri dipinti esposti nella maestosa Galleria degli Uffizi di Firenze. Nel post, la bionda influencer, invitava tutti i suoi follower a visitare il museo fiorentino il quale, seguendo l’onda della viralità internettiana, ha ricondiviso lo scatto ringraziandola e definendola: “una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social”.
É bastata questa interazione per far scoppiare un vespaio di polemiche, per far indignare numerosi utenti dei social che hanno criticato l’accostamento, ritenendolo “sacrilego”. Criticata aspramente anche la scelta di puntare su Chiara Ferragni per “pubblicizzare” le bellezze degli Uffizzi. Tuttavia la strategia si è rivelata assolutamente vincente, come ha certificato il direttore della Galleria, Eike Schimdt. Nel fine settimana seguito alla pubblicazione della foto, infatti, il museo ha ospitato oltre 9.300 visitatori, con un +27% di giovani (716 in più rispetto al precedente). Il museo, inoltre, è da giorni tra gli argomenti di rilievo, i cosiddetti trend topic, di Instagram e Twitter.
Nella nostra riflessione sull’argomento vogliamo concentraci su questo dato, andando oltre le polemiche sul personaggio Chiara Ferragni e sulla realtà che essa rappresenta. Certo, il mondo degli influencer può, legittimamente, suscitare critiche, dubbi e perplessità, che non devono però tramutarsi in banali generalizzazioni. Si tratta di un fenomeno del tutto nuovo, figlio dei tempi e delle mutate logiche comunicative. Nel mare magnum degli influencer non mancano esempi positivi, quanto meno dal punto di vista del business, della capacità di creare un vero e proprio circuito commerciale (come, ad esempio, ha fatto magistralmente Chiara Ferragni). C’è, ovviamente, l’altro lato della medaglia, ed ha a che fare con i modelli e gli stili di vita, con i messaggi veicolati, direttamente o indirettamente, dai “mostri sacri” dei social. In estrema sintesi il rischio, soprattutto per le nuove generazioni, è quello della venerazione e dell’idolatria dei falsi miti, dell’affermazione di un sistema disvaloriale. La conferma di questi timori, d’altronde, la si può vedere osservando il modo in cui, determinati contenuti, vengono recepiti dai seguaci internettiani. Semicitando Woody Allen e la sua celebre frase su Dio e i fedeli: “Non ho nulla contro gli influencer, è il loro fan club che mi spaventa”
Al di là di questa premessa, come si diceva qualche riga più su, la questione dirimente è un’altra. É servita una foto di Chiara Ferragni per far scoprire, soprattutto ai più giovani, la bellezza, la maestosità, il patrimonio culturale della Galleria degli Ufizzi… Il vero dramma in questa vicenda, a nostro avviso, sta tutto qui. La sensazione, infatti, è che molti di coloro che hanno apprezzato e condiviso la foto neanche sapessero, fino a quel momento, dell’esistenza del museo e delle meraviglie ospitate al suo interno. Le ragioni sono molteplici ed andrebbero ricercate, innanzitutto, nel cambiamento dei tempi, di usi e costumi ma, soprattutto, nel fallimento delle istituzioni sociali e culturali. A voler essere ottimisti, però, si può evidenziare che, nonostante tutto, un interesse – seppur sopito – per il patrimonio culturale esiste ancora. La bellezza salverà il mondo… E allora, in questo mondo che avanza sempre più velocemente verso il baratro, la speranza è che la bellezza, non importa in che modo o attraverso chi, possa trionfare, possa fare breccia nel cuore delle giovani generezioni.