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Scuola: Save the children, meno metà istituti ha una palestra

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Meno della metà (il 46,4%) delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) hanno una palestra. È quanto emerge dal rapporto di Save the Children “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”.
Dall’analisi di Save the Children emerge, inoltre, che sui 433 interventi del PNRR per costruire o riqualificare le palestre a scuola emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi.
La distribuzione tra le province delle risorse e dei progetti per la costruzione o riqualificazione delle palestre sembra favorire maggiormente quelle più svantaggiate: le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% – ovvero Messina, Reggio Emilia, Ferrara, Palermo, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Catania e Vibo Valentia – hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% – ovvero Prato, Barletta-Andria-Trani, Firenze, Savona, Genova, Lecce, Grosseto, Taranto e Siena – sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole. Dall’analisi di Save the Children emerge però, anche in questo caso, che la distribuzione delle risorse.
In generale, i 433 interventi sulle strutture sportive scolastiche avviati con il PNRR – sebbene rappresentino un passo importante per promuovere l’educazione motoria a scuola – sono insufficienti a garantire la copertura di palestre su tutto il territorio nazionale e a ridurre i divari tra le province, soprattutto nei territori dove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità per bambini e adolescenti di praticare attività sportiva. In Italia, un minorenne su tre (31,5%) che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. (AGI)