La riapertura dell’anno scolastico si profila una stangata. Lo denuncia l’Unione Nazionale Consumatori che ha analizzato gli aumenti relativi alla scuola. Per i libri scolastici si prevede un rialzo del 4,3%, un bel salto, anche se in linea con l’inflazione programmata, mentre quaderni e risme di carta secondo gli ultimi dati Istat costano già ora il +9,2% rispetto allo scorso anno e il 17,2% in più nel confronto con settembre 2021 quando i prezzi hanno iniziato a decollare per via del costo della carta strettamente legato al caro bollette.
Va poco meglio, stima l’Unc, per gli altri articoli di cartoleria come penne, matite ed evidenziatori che segnano un rincaro del 5,6% sul 2022 e del 12% sul 2021. A settembre, però, con il rientro dalle ferie, potrebbero scattare ulteriori incrementi.
“Il governo deve intervenire subito contro il caro scuola, varando un decreto che modifica il vergognoso e scandaloso art. 8 della legge 15/2020 che, in barba alla libera concorrenza, vieta alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina. Nel 2019 i ribassi arrivavano anche al 25%, ora non possono superare quella soglia. Un aggravio occulto per le famiglie del 10%, in un momento in cui già faticano a pagare le bollette e a fare la spesa” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. (AGI)