AGI – Non ne vogliono sapere del reddito di cittadinanza, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. I leader della destra italiana, separati dal governo Draghi ma uniti nella battaglia contro la misura che mira a contrastare la povertà, sono intervenuti a Cernobbio, nel corso del Forum Ambrosetti, per ribadire la loro volontà di cancellare tout court il reddito istituito nel corso del primo governo Conte e sostenuto, oggi, anche dal Partito Democratico. Uno scontro dentro e fuori la maggioranza che vede il formarsi di ‘partiti trasversali’. A quello di Salvini e Meloni si iscrivono, ad esempio, anche Forza Italia e Italia Viva. Quest’ultima, con il leader Matteo Renzi, ha lanciato l’idea di un referendum popolare che cancelli la norma.
Una misura diventata bandiera del M5s, che l’ha introdotta con tanto di presentazione-show nel 2019, quando governava con la Lega. Tuttavia, Giuseppe Conte, che del M5s oggi è il presidente, apre a possibili modifiche migliorative della norma e chiede di “sgomberare il campo da inutili e sterili polemiche”. Matteo Salvini, dopo il ‘mea culpa’ per aver votato un provvedimento che a dire suo “disincentiva alla fatica”, torna sul tema proponendo di destinare le risorse del reddito alle imprese: “Dodici miliardi di euro spesi male, che non producono ricchezza ma assistenzialismo. Avrò l’onore di proporre un emendamento in legge di bilancio per destinare alle imprese questi soldi”.
Ancora più netta Giorgia Meloni che paragona il reddito di cittadinanza al “metadone”, l’oppiode sintetico utilizzato per ridurre l’assuefazione dall’eroina. “Non sono d’accordo con Conte secondo cui il reddito di cittadinanza è una buona misura. Per me è metadone di Stato”, sono le parole di Meloni: “E’ esattamente lo stesso principio del mantenimento a metadone di un tossicodipendente – spiega nel suo intervento – ti mantengo nella tua condizione, non voglio migliorarla, voglio mantenerla”.
A Meloni risponde il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Chi usa queste metafore probabilmente non si rende conto di che cosa sia la povertà” dice il ministro che, sul merito della norma, spiega: “Credo che ci siano delle modifiche da fare, ma credo che sarebbe un passo indietro per il nostro Paese se tornasse ad essere tra i pochi paesi che non ha uno strumento di contrasto alla povertà”. E’ questa la linea del Partito Democratico ribadita anche dal segretario Pd, Enrico Letta: “La nostra posizione è quella del presidente Draghi”, dice Letta riferendosi alle parole del premier che, prima della pausa estiva, ha sottolineava: “Condivido in pieno il concetto alla base” del Reddito di Cittadinanza.
Creare lavoro “è un modo di liberare la gente dalla povertà non mantenerla con la paghetta di Stato come vogliono fare i 5 stelle chiaramente per un fatto di consenso, che è una responsabilità grave che la politica si pone”. È la replica della leader di FdI a Orlando. “Proprio perché so cos’è la povertà la voglio combattere davvero e non la voglio mantenere tale quale”, ha replicato Meloni. “Io ho detto una cosa molto precisa – ha spiegato – che la mentalità con cui lo Stato approccia il problema della povertà con il reddito di cittadinanza è la stessa mentalità con la quale lo Stato approccia il problema della tossicodipendenza, cioè con il mantenimento a metadone. E’ una cosa semplice da capire – ha incalzato – e lo spiego ad Orlando, Conte e Di Maio: vuol dire tenere le persone nella condizione in cui si trovano. Io credo che combattere la povertà non sia mantenere le persone con la paghetta di Stato nella loro condizioni di povertà.
Contro Meloni si è scagliato anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Giorgia Meloni dice che il reddito di cittadinanza è metadone di Stato. Una frase del genere, oltre che essere offensiva, è rivelatrice di quello che la destra ha sempre pensato. E cioè che la povertà e la disoccupazione siano colpe da espiare. Sei povero? È colpa tua. Sei disoccupato? È colpa tua”, ha dichiarato.
Tornando al Pd, Letta si dice favorevole a modifiche migliorative, “si parta dalle cose che non hanno funzionato e si mantenga però un intervento a favore della povertà che esiste nel nostro Paese”. Alla base di tante polemiche, per il segertario del Pd, c’è una sorta di equivoco sulla natura del provvedimento: “Il reddito di cittadinanza è stato spesso pensato come un intervento a favore dell’occupazione, ma è un intervento di contrasto alla povertà. Sul tema dell’occupazione bisogna riformare l’apprendistato e detassare le nuove assunzioni, questi sono gli strumenti che servono”.
“Il reddito di cittadinanza è stata una misura per contrastare la povertà, ma non è stata una misura in grado di creare lavoro”. Ha affermato la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, intervenendo come ospite al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta. “Oggi la parola d’ordine per affrontare il futuro – ha aggiunto Gelmini – deve essere quella di creare l’occupazione”.
Source: agi