AGI – I robot vengono considerati più influenti se non assumono un atteggiamento dominante ma si pongono sullo stesso piano delle controparti umane. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Science Robotics, condotto dagli scienziati dell’University of Toronto Engineering, che hanno valutato il modo in cui 32 partecipanti umani percepivano i robot a seconda degli incentivi che promettevano in diverse situazioni.
Il team, guidato da Shane Saunderson e Goldie Nejat, ipotizza che gli esseri umani possano provare avversione verso le macchine troppo autorevoli perché mettono in dubbio la legittimità dei robot come figure autoritarie oppure perché vedono minacciata la propria autonomia. Comprendere il modo in cui gli esseri umani percepiscono i robot durante le interazioni, sostengono gli esperti, è fondamentale per la progettazione di automi sociali migliorati.
I ricercatori hanno programmato un robot di nome Pepper per convincere le persone a cambiare le loro risposte in una serie di compiti impegnativi. La macchina poteva assumere una autorità ‘formale’, comunicata tramite contatto visivo e segnali sensoriali, e una autorità ‘reale’, espletata tramite il controllo di incentivi e sanzioni monetarie. I 32 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale alle due possibilità e poi sono stati intervistati sulle loro percezioni.
Stando ai risultati del gruppo di ricerca, quando Pepper offriva ricompense era più persuasivo rispetto a quando era percepito come più autorevole.
Il robot in versione autoritaria veniva infatti considerato “disumano” e “inquietante”.
Gli autori riconoscono che l’ambiente controllato di laboratorio potrebbe aver influenzato i risultati, per cui per il prossimo futuro sarà utile pensare di indagare questi meccanismi con robot persuasivi in ambienti non controllati.
Source: agi