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Scienza: scoperto nuovo virus nei pesci zebra.

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I pesci zebra provenienti dal commercio di animali domestici potrebbero essere portatori asintomatici di microbi precedentemente non descritti, compreso un agente patogeno che provoca emorragia negli esemplari da laboratorio che lo contraggono. A descriverlo gli scienziati dell’Università dello Utah, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista ‘Plos Biology’ per rendere noti i risultati del proprio lavoro.
Il team, guidato da Marlen Rice, ha identificato un nuovo virus proveniente dalle specie di pesci zebra, scientificamente noti come Danio rerio, comuni negli ambienti di laboratorio e commercializzati come animali domestici. Nei laboratori di ricerca, vengono tenuti in strutture di acquacoltura specializzate per prevenire malattie infettive, ma in alcuni casi vengono acquistati dalle catene di commercio di animali. Il gruppo di ricerca ha utilizzato il sequenziamento metatrascrittomico di esemplari provenienti da una popolazione di laboratorio e tre gruppi da negozi di animali nella valle di Salt Lake. Gli esperti hanno confrontato i microbi presenti nei pesci allevati in ambienti diversi. Tra gli agenti patogeni più comuni, gli scienziati riportano un nuovo membro della famiglia Birnaviridae, nominato Rocky Mountain birnavirus (Rmbv). Per valutarne la trasmissione, gli autori hanno osservato vasche di pesci provenienti da ambienti diversi per un mese. Tre esemplari del gruppo associato al laboratorio, riportano gli studiosi, avevano sviluppato un’emorragia a seguito dell’infezione da Rmbv. I pesci zebra positivi al virus ma provenienti dai mercati di scambio di animali, invece, non sembravano manifestare le stesse problematiche. Questo lavoro, commentano i ricercatori, dimostra che il commercio di animali domestici rappresenta una fonte di virus e parassiti che non si trovano comunemente nel pesce zebra da laboratorio, che ne sono pertanto più vulnerabili. “I pesci zebra sono molto comuni negli ambienti di ricerca – concludono gli scienziati – abbiamo scoperto che i microbi associati agli animali da compagnia includono virus precedentemente non descritti e altri agenti patogeni che possono trasmettersi ad animali da laboratorio e potenzialmente essere utilizzati per indagini su infezioni rilevanti per la salute umana e l’acquacoltura”. (AGI)