I tatuaggi sarebbero una pratica antichissima, risalente all’epoca precolombiana, databile ad almeno a 1.200 anni fa, secondo una scoperta della Chinese University of Hong Kong, descritta oggi su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). Grazie all’utilizzo di sofisticatissimi laser, i ricercatori ne avrebbero rilevato le tracce su resti umani mummificati di individui residenti in Sud America, in Perù, in epoca preispanica. Una testimonianza, dunque, dell’utilizzo dei tatuaggi nella regione. L’identificazione dei disegni originali non è stata semplice poiché l’inchiostro utilizzato nei tatuaggi tende a colare e a sbiadire nel tempo, processo che è sensibilmente accelerato dalla mummificazione. La fluorescenza utilizzata, stimolata dal laser, avrebbe superato questo ostacolo permettendo sia di rilevare i tatuaggi in più di 100 individui mummificati di cultura precolombiana Chancay, nell’attuale Perù costiero, e di datarli correttamente. La pelle, particolarmente fluorescente di questi individui mummificati, in contrasto con l’inchiostro nero del tatuaggio, avrebbe dato risalto alle immagini, eliminando le sbavature dell’inchiostro, e mettendo in luce dettagli del disegno dei “tatoo” mai prima rilevati. I ricercatori sono anche riusciti a stabilire che i complessi motivi geometrici e zoomorfi (con forme animali) erano stati inchiostrati con un oggetto finemente appuntito, come un ago di cactus o un osso di animale affilato, e con dettagli artistici raffinati e precisi, superando di gran lunga i disegni realizzati su ceramica, tessuti e dell’arte rupestre Chancay contemporanei. Ciò suggerirebbe che alcuni tatuaggi erano il prodotto di un’abile maestria, dando informazioni sull’evoluzione artistica sviluppata nel Sud America precolombiano. (AGI)