AGI – Sul fronte vaccini l’Italia si muoverà in sintonia con l’Ema e con l’Europa ma intanto fa un primo passo nel caso dovesse essere necessario agire anche in autonomia, come ha sottolineato il premier Mario Draghi ieri in conferenza stampa. Così come ha fatto Berlino anche Roma ‘apre’ a Sputnik.
“Tra qualche giorno verrà stipulato con l’istituto Spallanzani un primo accordo per una sperimentazione sotto forma scientifica del vaccino Sputnik in attesa, naturalmente, dell’approvazione formale dell’Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti dei vaccini”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Posso serenamente dire di essere d’accordo con la Merkel e con Draghi, se non lo fa l’Europa facciamolo noi”, ha spiegato Matteo Salvini. “Merkel – aveva spiegato ieri Draghi – ha detto che se le autorità europee approvano lo Sputnik bene, altrimenti lei farà da sola. Qui si parla della salute, c’è il pragmatismo, bisogna prima cercare il coordinamento europeo o qualcuno fa altrimenti”. Ed ancora: “Se il coordinamento europeo non funziona bisogna esser pronti a fare da soli, questo è quello che ha detto Merkel e questo è quello che dico io”.
La priorità per il governo resta quella di garantire l’aumento delle dosi di vaccini, considerato che è slittato per questa settimana l’invio delle fiale di AstraZeneca (il carico verrà recuperato il prossimo 24 marzo) e che le prime dosi del vaccino Johnson & Johnson arriveranno solo nella seconda metà di aprile.
La campagna non si ferma, questa mattina hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca il commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio mentre da lunedì in diverse regioni italiane saranno distribuite 330mila dosi di Moderna.
“Il numero di dosi somministrate a livello nazionale dall’inizio del mese di marzo supererà i 3 milioni e 250 mila unità, portando a 7,6 milioni il numero totale di persone che hanno ricevuto il vaccino dall’inizio della campagna”, ha sottolineato la struttura commissariale per l’Emergenza Covid, spiegando che dall’inizio di marzo, il numero di punti vaccinali è cresciuto del 25%.
“Il vaccino è la nostra arma. La sospensione di AstraZeneca è stata un segnale di attenzione. Ora dobbiamo tutti correre”, ha osservato il ministro della Salute, Roberto Speranza. L’obiettivo è quello di accelerare. E di fare in modo che proprio i presidenti di Regione possano raccogliere l’invito rilanciato ieri dal premier di “evitare di andare in ordine sparso”.
“Noi andiamo forte a livello nazionale, ma le Regioni sono molto difformi: alcune arrivano al 25% e altre al 5%”, ha sottolineato ieri il Capo dell’esecutivo. “Il problema è la mancanza di dosi”, ha rimarcato il presidente della Puglia, Michele Emiliano. “Se siamo in ritardo è colpa del governo Conte”, dicono dalla Lega Lombardia. Ma nella maggioranza lo scontro è sul dl sostegni.
“Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio Salvini“, ha scritto questa mattina su Twitter Enrico Letta. “Enrico stai sereno”, gli ha risposto il leader della Lega. Il partito di via Bellerio e Italia viva insistono sulla necessità di ridiscutere il sistema delle riscossioni, il Pd accusa Salvini di aver fallito sullo schema del condono generalizzato e rilancia sulla necessità di accelerare sugli investimenti, anche Forza Italia, raccogliendo la protesta delle partite Iva e professionisti, chiede di fare di più, “il dl è solo un primo passo”.
Ma il patto, al di là delle polemiche, regge. Il governo non ricorrerà allo strumento della fiducia ma il decreto non dovrebbe subire sostanziali modifiche in Parlamento. Il richiamo a non piantare bandierine dovrebbe portare le forze politiche che sostengono il premier Draghi ad evitare l’assalto alla diligenza.
Ma la battaglia si aprirà di nuovo dopo il nuovo scostamento di bilancio in arrivo con il Def entro il 10 aprile. Anche il partito di via Bellerio dovrebbe evitare assalti al Senato dove arriverà il decreto. “Io lavoro benissimo col presidente Draghi. Non ci conoscevamo, stiamo maturando una conoscenza personale. Abbiamo trovato una soluzione positiva”, dice Salvini.
“Noi pensiamo agli italiani”, la risposta dell’ex ministro dell’Interno ai dem. Mentre Matteo Renzi attacca i populisti (“Mai candidati con loro”) e torna ad accusare Grillo di una campagna d’odio. Il leader di Iv lancia fino al 21 giugno la primavera delle idee, utilizzando “il tempo senza elezioni per entrare in sintonia con la realtà profonda del Paese”, con una serie di iniziative su zoom per parlare di temi dalla riforma fiscale alle infrastrutture. Lavorerà al suo nuovo libro “Controcorrente” che presenterà poi in estate in un tour per l’Italia e poi alla Leopolda in autunno, prima delle amministrative si tireranno le somme. Chi vuole andare via può farlo liberamente, ha detto Renzi (domani dovrebbe annunciare l’addio il senatore Comencini) rivendicando l’operazione che ha portato Draghi e lanciando un appello al Pd.
“Letta – ha osservato l’ex premier in Assemblea – rappresenta una svolta rispetto al periodo di Zingaretti ma ora passiamo dalle parole ai fatti”. La sfida per esempio è sulla giustizia: da che parte stanno i dem? “Basta provocazioni”, la risposta del vicecapogruppo Pd Bordo. Per il presidente del Consiglio non ci saranno sorprese in Parlamento ma la dialettica, spiega un esponente di governo, è destinata ad aumentare e non solo in vista dello scostamento di bilancio. Anche perché sul dossier del ‘Recovery’, in dotazione al Mef, le forze parlamentari puntano a dire la propria. Intanto dall’opposizione il partito della Meloni accusa: “Draghi è come Conte”.
Source: agi