Scaramantico? “Io non lo sono, speriamo che vada tutto bene, diciamo che sono alcune cose che si portano dal passato, ma ultimamente sembra che sia andato tutto bene anche nell’ultima edizione, quindi speriamo anche in questa”. A dirlo è Roberto Bolle, già etoile del Teatro alla Scala arrivando al Piermarini per la serata inaugurale. Per Bolle “è un’opera che rispecchia anche molto il mondo attuale perché appunto è molto incentrata sulla guerra quindi credo che si sentirà molto questo parallelo con la realtà e la finzione che viene portata in palcoscenico, però c’è anche molta spiritualità in quest’opera c’è una richiesta di pace, di amore, di spiritualità che credo che pervada poi alla fine tutto questo insieme di guerra, di distruzione, di miseria che si percepisce andando avanti poi nell’opera. Quindi, noi ci attacchiamo a questo grido di speranza, di pace e di amore”.
Il ballerino ha poi aggiunto: “Forse non è proprio l’opera in cui la figura femminile riesce a imporre la propria personalità, il proprio carisma e a decidere il proprio destino. È un po’ un destino che si subisce e alla fine c’è una grande rassegnazione verso quello che è il fatto e quello che è il destino. Credo che un messaggio più contemporaneo sia che ognuno possa essere artefice del proprio destino”. (AGI)
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