La sorte del governo della Sardegna è nelle mani dei giudici e del Consiglio regionale. L’ordinanza/ingiunzione con cui il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari ieri ha contestato ad Alessandra Todde gravi irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali del 2024, impone al presidente del Consiglio regionale Piero Comandini di avviare subito la procedura per dichiarare la decadenza della presidente della Regione. Una situazione senza precedenti nella storia dell’autonomia.
Il deputato di FI Pietro Pittalis, più volte consigliere regionale in Sardegna, aveva presentato richiesta di accesso agli atti (alla quale ha anche ottenuto risposta), dopo aver ricevuto – come ha confermato all’AGI – tre segnalazioni riguardo a una presunta procedura non corretta seguita nelle operazioni di rendicontazione delle spese elettorali della presidente.
A meno che non intervenga un provvedimento di sospensione dell’efficacia dell’atto – secondo fonti vicine all’opposizione di centrodestra – Todde non può adottare di governo e, se lo fa, sarà sotto la sua totale responsabilità, anche sotto il profilo erariale. Nel caso, invece, l’efficacia della decadenza fosse sospesa, allora la presidente potrebbe continuare a lavorare fino alla decisione definitiva.
La decadenza, una volta dichiarata dal Consiglio regionale, comporta la cessazione immediata delle funzioni. Si prevede prima un passaggio in Giunta delle elezioni, che di solito si traduce in una presa d’atto, prima che la questione venga discussa in una seduta dell’Aula convocata dal presidente. Il Consiglio regionale, peraltro, qualora ritenesse di aver l’interesse, potrebbe decidere di impugnare l’ordinanza del Collegio di garanzia.
La decadenza della presidente comporterebbe lo scioglimento del Consiglio regionale e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge statutaria elettorale della Sardegna. La gestione transitoria, limitata alla sola ordinaria amministrazione, sarebbe affidata al vicepresidente della Regione (nel caso, Giuseppe Meloni del Pd) che assumerebbe l’incarico di presidente facente funzioni. (AGI)