AGI – Una settimana difficile per la Sardegna sul fronte del Covid-19, quella che va a concludersi. Da ‘isola sicura’ è diventata per alcuni, a causa di contagi quasi tutti d’importazione, posto perlomeno da tenere sotto controllo. Hanno fatto scalpore i 475 in isolamento nel residence dell’Isola di Santo Stefano a La Maddalena, i ragazzi romani positivi a Fiumicino dopo una festa a Porto Rotondo, i calciatori infettati nelle notti in discoteca, quasi sempre nel Nord Sardegna.
Di fatto, il numero dei casi è cresciuto, tornando negli ultimi giorni ai livelli della Primavera tanto che qualcuno ha ipotizzato una sorta di lockdown per l’isola delle vacanze per antonomasia. Facendo arrabbiare, non poco, i sardi. Soprattutto politici e imprenditori. Il presidente della Regione Christian Solinas la bollato l’idea come “una boutade priva di qualsiasi fondamento”.
“Se ci fosse verità anche minima in una affermazione di questo tipo – ha affermato – saremmo all’assurdo. La Sardegna che è riuscita ad avere la circolazione più bassa d’Italia e che ancora oggi, nonostante i casi di importazione, continua a non essere tra le prime sette-otto regioni che hanno indice Rt superiore a uno, sarebbe penalizzata con un attacco frontale al sistema economico produttivo e alla sua reputazione turistica”.
Il governatore sardo imputa soprattutto al governo l’impennata dei casi nell’isola dei giorni scorsi. “Avevamo avuto una circolazione pari a zero e la ripresa dei contagi – ha puntualizzato – è dovuta alla circolazione senza controlli che purtroppo è stata adottata come modello da da parte del governo nonostante avessimo proposto una soluzione completamente diversa”.
Solinas non ha poi rinunciato a togliersi il classico ‘sassolino dalla scarpa’ sulla questione del passaporto sanitario che aveva tenuto banco nei dibattiti post lockdown. “Ci fu una strumentalizzazione violenta – ha sottolineato – sulla proposta di test ai passeggeri in arrivo nell’isola che si innestava su un modello che si innestava sul solco internazionale di esperienze come quelle della Corea del Sud e dell’Indonesia”. Il presidente della Sardegna osserva quindi che oggi “il governo ha mutato orientamento e sta adottando un modello simile per chi arriva da Spagna, Grecia, Croazia e Malta”.
Sullo sfondo delle polemiche, cui si è aggiunta la ‘querelle Billionaire’, tra Flavio Briatore e il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda, un’estate per usare un eufemismo non all’altezza delle precedenti. Ma Solinas rivendica un risultato importante “in un stagione di transizione” ,affermando che nell’isola sono stati raggiunti i 7 milioni di presenze. “Senza questa campagna contro la Sardegna avremmo chiuso con numeri molto più confortanti”, si è rammaricato il governatore .
Vedi: Sardegna in lockdow? Solinas, "Boutade priva di fondamento"
Fonte: cronaca agi