Per ridurre i tempi di attesa nella sanità pubblica “abbiamo portato lo stanziamento dallo 0,3 per cento del fondo sanitario nazionale allo 0,4 per il 2024 e allo 0,7 per il 2025. In concreto si tratta di quasi un miliardo di euro dedicato. Poi abbiamo convertito in legge il decreto liste d’attesa, destinato proprio a favorire l’utilizzo delle risorse disponibili, per esempio defiscalizzando le ore di straordinario di medici e infermieri». Lo sottolinea il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, intervistato dal Corriere della Sera. Un tema citato anche dal Presidente Mattarella nel discorso di fine anno come una delle priorità: “Lo vivo come uno stimolo autorevole a fare meglio – spiega Gemmato – e a fare in fretta. Una responsabilizzazione. L’accogliamo, naturalmente, senza nasconderci che è un problema risalente nel tempo. Con l’emergenza Covid e lo stop inevitabile a indagini diagnostiche e interventi, il caso delle liste d’attesa è esploso”. Quanto alle critiche di chi sostiene che il Governo favorisca la sanità privata, Gemmato replica: “Questa è un’accusa strumentale. La verità è che con questo governo si tocca il massimo di finanziamento alla sanità pubblica: 134 miliardi di euro per il 2024. Nel complesso, il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027. Nel 2019, quando governava la sinistra, la disponibilità era di 114 miliardi. Poi non siamo ideologicamente contrari al privato, men che meno al privato accreditato che eroga prestazioni per conto del Ssn. Se dovessimo seguire la sinistra su questo ragionamento, come si inquadrerebbero strutture di eccellenza come il Bambin Gesù? Quel che importa è salvare il principio dell’universalità e della gratuità delle cure in tempi congrui”. (AGI)