Fondatore dei salesiani, nato a Becchi (Castelnuovo d’Asti) il 15 agosto 1815, morto il 31 gennaio 1888. Fu ordinato sacerdote nel 1841, e dal 1841 al 1844, dimorando a Torino nel convitto ecclesiastico di S. Francesco d’Assisi, si occupò dell’assistenza materiale e morale di giovanetti poveri. Fu questo il germe dell’Oratorio che, dopo varie vicende, sorse in Valdocco (1846) e in breve raccolse 300 ragazzi. Nel 1851 il B. si associò don Rua e don Cagliero, e così formò il primo nucleo della congregazione salesiana, approvata dalla S. Sede nel 1860 (v. salesiani). A fianco della congregazione maschile il B. fondò (1862) la congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, approvata nel 1872; in seguito (1875-1876) aggiunse ai salesiani la Pia Unione dei Cooperatori sparsi da per tutto e viventi nelle loro famiglie. Notevole è anche l’istituzione dei Coadiutori i quali, senza ordini sacri e veste ecclesiastica, vivono insieme con i sacerdoti, occupandosi specialmente delle scuole professionali degli allievi. Più tardi il B. volse la sua cura anche alle missioni, e nel 1875 spedì il primo manipolo di missionarî nella Patagonia. Servì più volte come tramite ufficioso tra la S. Sede e il governo italiano. Fu beatificato il 2 giugno 1929.
Il B. scrisse molto, avendo sempre in mira l’educazione e l’istruzione popolare: fra le sue pubblicazioni si ricordano: Storia ecclesiastica (Torino 1845; ultima ed., Torino 1921); Storia sacra (Torino 1846; ultima ed., Torino 1924); Il giovane provveduto per la pratica dei suoi doveri religiosi (Torino 1850; ultima ed., Torino 1920); Il cattolico istruito (Torino 1850); Storia d’Italia (Torino 1856, ultima ed., Torino 1917), fatta premiare in un concorso nazionale dal Tommaseo. Dal 1857 al 1865 vennero alla luce in fascicoli separati le Vite dei papi dei primi secoli. Già nel 1846, essendosi inasprito il dazio sui vini piemontesi da parte dell’Austria, don Bosco aveva pubblicato L’Enologo Italiano, ad uso dei produttori di vino. Pubblicò altresì strenne, almanacchi, un Bollettino Salesiano stampato in nove lingue, delle Letture Cattoliche e una Biblioteca della Gioventù Italiana e simili. Di particolare importanza è il suo Sistema preventivo nell’educazione della gioventù (Torino 1877) in cui espone in poche pagine le principali direttive della sua pedagogia.
La caratteristica del B. fu appunto l’attività spiegata nel campo dell’educazione della gioventù, specialmente operaia. Chiamato a questa missione da un’inclinazione speciale, dotato di attitudini e d’intuizione psicologica particolarissime, applicò ai ragazzi abbandonati il principale dei suoi pochi principî teoretici, quello cioè di “prevenire e non reprimere “. Secondo il B. è necessario educare il giovane guadagnandosi l’animo di lui e facendogli amare la sua condizione di educato. Il B. teneva occupati i giovani in maniera quanto più era possibile piacevole, e nello stesso tempo li vigilava con occhio amorevole, studiandone le inclinazioni e i bisogni, assecondandone la spontaneità del cuore, correggendoli amichevolmente, giocando con essi, rallegrandoli con gite, teatrino, ginnastica, ecc., e soprattutto inspirando loro fiducia. Naturalmente questo sistema educativo doveva avere un fondamento essenzialmente religioso e cristiano. Ma anche in questo campo fu cura precipua del B. evitare ogni pressione, anzi introdurre pur nelle pratiche religiose quella piacevolezza e quella nota di familiarità che aveva diffusa ovunque.
Il sistema educativo del B. ebbe pieno successo fin dal principio e i suoi ottimi risultati convinsero i diffidenti e gli ostili. L’opera sua si sviluppò talmente, che la statistica del 1929 dava in Italia 149 case, in Europa 164, tra Africa, Asia e Australia 68, in America 235, e queste servite da 8016 religiosi e 6035 suore, con più di mezzo milione di cooperatori, con mezzo milione di alunni.
Bibl.: Fra le molte biografie di don Bosco (Crispolti, Vercesi, Salotti, ecc.) da segnalarsi: G. Joergensen, D. Bosco, Torino 1928; G. B. Lemoyne, Vita di D. B., Torino 1930; G. B. Francesia, Vita popolare del b. G. B., Torino 1930; inoltre A. Amadei, D. B. e il suo apostolato, Torino 1929; A. Auffray, Il metodo educativo del ven. G. B., Torino 1925; D. B. Fascie, Del metodo educativo di D. B., Torino 1927; D. Bassi, La saggezza nell’educazione, Venezia 1928, capitoli XV-XVI.
Fonte: Teccani.it