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Salute: uva e aglio deterrenti contro malattie cardiovascolari

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I risultati mostrano che questi componenti attivi sono promettenti nel potenziale trattamento dell’aterosclerosi e potrebbero ridurre il rischio di attacchi di calore e ictus. Oltre a riassumere le attuali prove scientifiche, lo studio fornisce una guida di riferimento per la ricerca futura identificando potenziali lacune di conoscenza e offrendo raccomandazioni tempestive per la progettazione di studi preclinici e clinici in quest’area. Le aree chiave per l’esplorazione futura includono la sicurezza a lungo termine di questi composti, la valutazione dei loro effetti sinergici quando consumati come parte di una dieta mediterranea e la necessità di stabilire protocolli standardizzati in contesti clinici controllati. Ampliando la base scientifica di questi rimedi tradizionali, questa revisione può aiutare ad aprire la strada al loro utilizzo come ingredienti farmaceutici attivi nello sviluppo di futuri fitofarmaci. L’ingestione combinata potrebbe alterare l’efficacia dei singoli estratti Il team di ricerca ritiene che l’uso di questi estratti naturali sia promettente, ma la loro ingestione combinata potrebbe influenzare i risultati terapeutici a causa dell’”effetto matrice”, che implica che i componenti dietetici possono alterare l’efficacia di ciascun estratto, aumentando o diminuendo i loro benefici individuali. Comprendere questa interazione è essenziale per ottimizzare l’applicazione terapeutica di questi estratti vegetali in un contesto dietetico. È importante riconoscere che spesso mancano prove solide dell’impatto degli estratti naturali sugli esseri umani e pertanto i ricercatori avvertono che “l’etichetta di ‘naturale’ non garantisce la sicurezza e ciò sottolinea la necessità di dare priorità agli studi farmacocinetici, tossicologici e clinici per valutarne l’efficacia, la sicurezza e l’efficienza rispetto ai farmaci esistenti”.I problemi cardiovascolari sono la principale causa di malattia e mortalità in tutto il mondo. Gli estratti vegetali, ricchi di composti bioattivi, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di farmaci, poiché offrono un potenziale terapeutico per molte di queste malattie. Tuttavia, il loro utilizzo è limitato da possibili effetti collaterali, interazioni farmacologiche e dalla mancanza di prove scientifiche da studi preclinici e clinici di qualità. Durante l’anno accademico 2023/24, il biologo Mateu Anguera Tejedor ha dato un importante contributo in questo campo con il suo progetto di laurea in Biologia dell’ultimo anno presso l’Uab, tutorato dall’allora ricercatore post-dottorato presso l’Institut de Neurociències dell’Uab (Inc-Uab) e attuale docente presso la Facoltà di Farmacia e Scienze Alimentari dell’Università di Barcellona, ​​René Delgado. Lo studio, recentemente pubblicato come articolo scientifico sulla rivista Food Bioscience, fornisce una panoramica dei meccanismi d’azione e delle prove precliniche e cliniche, nonché degli effetti avversi di composti bioattivi essenziali derivati ​​da un gruppo di piante mediterranee selezionate che fanno parte della dieta mediterranea. Tra le specie analizzate, sono riportate sei piante rappresentative e i loro principali componenti attivi: aglio (Allium sativum, con trisolfuro di diallile, allicina e S-allile), biancospino (Crataegus monogyna, con quercetina, apigenina e acido clorogenico), zafferano (Crocus sativus, con crocina e safranale), olivo (Olea europaea, con acido oleico, oleuropeina, idrossitirosolo e oleaceina), rosmarino (Salvia rosmarinus, con acido rosmarinico e acido carnosico) e vite (Vitis vinifera, con resveratrolo). La revisione si è concentrata sui meccanismi farmacologici più importanti, tra cui le loro azioni antiossidanti, antinfiammatorie e vasodilatatrici, nonché la loro regolazione del metabolismo lipidico, che può essere rilevante per condizioni come l’aterosclerosi e l’ipertensione. (AGI)