L’aumento dell’aspettativa di vita negli Stati Uniti potrebbe arrestarsi entro il 2050, ma le difficoltà di salute potrebbero contribuire a far calare il paese nella classifica mondiale associata agli anni vissuti in salute. Questo bivalente risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, condotto dagli scienziati dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME). Il team, guidato da Ali Mokdad e Christopher JL Murray, ha esaminato i dati relativi a tutti gli stati americani, elaborando stime e previsioni sulla salute, l’aspettativa di vita, la mortalità e la morbilità associata a 350 malattie e infortuni e 68 fattori di rischio, considerando le informazioni dal 1990 al 2050. L’aspettativa di vita, spiegano gli esperti, potrebbe aumentare dai 78,3 anni riscontrati nel 2022 a 79,9 anni nel 2035, fino a raggiungere gli 80,4 anni nel 2050. Nella classifica mondiale del numero medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere in buona salute (HALE), gli Stati Uniti scenderebbero dalla 49sima alla 66esima posizione, fino alla 108esima nel 2050. Il divario tra la salute femminile e quella maschile potrebbe esacerbarsi notevolmente, con le donne che potrebbero sperimentare maggiori difficoltà di salute rispetto agli uomini. L’aspettativa di vita per il gentil sesso scenderà al 74esimo posto nel 2050, un calo considerevole rispetto al 19esimo occupato nel 1990. Per quanto riguarda gli uomini, è prevista una diminuzione in classifica dalla 35 alla 65esima posizione. (AGI)
“Nonostante il modesto aumento dell’aspettativa di vita complessiva – afferma Murray – i nostri modelli prevedono un rallentamento dei miglioramenti della salute a causa dell’incremento dei tassi di obesità, associata a diverse malattie croniche”. Negli Stati Uniti, riportano gli studiosi, è stato registrato un aumento dell’878 per cento del tasso di mortalità per disturbi da uso di droghe, ed è previsto un ulteriore aumento del 34 per cento entro il 2050, quando potrebbero verificarsi 26,7 decessi ogni 100mila abitanti. Gli autori hanno inoltre calcolato che se i principali fattori di rischio, come obesità, glicemia e pressione elevate venissero eliminati entro il 2020, negli Stati Uniti si potrebbero evitare 12,4 milioni di decessi. Se tali minacce venissero rimosse a livello globale, i guadagni in termini di salute non sarebbero sufficienti per consentire agli USA di migliorare la propria posizione nella classifica mondiale. “Condizioni di salute sfavorevoli – commenta Stein Emil Vollset, altra firma dell’articolo – danneggiano l’economia, perché riducono la forza lavoro e la produttività, aumentando i costi sanitari. È pertanto fondamentale che tutti gli americani abbiano accesso a un’assistenza sanitaria di alta qualità attraverso una copertura sanitaria universale. È inoltre necessario investire tempo e denaro nella salute delle comunità in cui le disparità possono essere affrontate attraverso cure personalizzate e programmi specializzati”. (AGI)