Type to search

Salute: obesità, speranze da neuroni localizzati nell’ipotalamo

Share

Un pensiero popolare diffuso sostiene che la fame sia anche una questione cerebrale. Ora questa convinzione potrebbe avere una “validazione” scientifica. Ricercatori americani del Laboratory of Medical Genetics della Rockefeller University di New York, dell’Institute for Genome Science (IGS) della University of Maryland School of Medicine (UMSOM) di Baltimora e delle università di New York e Stanford, infatti, hanno scoperto una popolazione di neuroni di cui si ignorava l’esistenza, localizzati nell’ipotalamo, che risponde all’ormone leptina. Una potenzialità che li potrebbe rendere capaci di governare l’assunzione di cibo.
Se tale scoperta fosse confermata da ulteriori studi, le ripercussioni sul trattamento dell’obesità potrebbero essere interessanti. La leptina viene infatti inviata al cervello dalle riserve di grasso del corpo per sopprimere la fame, pertanto questi neuroni sensibili all’ormone potrebbero rappresentare un promettente target per terapie contro l’obesità. “Sappiamo da tempo che l’ipotalamo, situato in profondità nel cervello, svolge un ruolo chiane nella fame, nella regolazione dei livelli ormonali e nelle risposte allo stress e della temperatura corporea”, ha affermato Brian Herb, PhD, scienziato presso l’IGS e ricercatore associato di farmacologia, fisiologia e sviluppo di farmaci presso l’UMSOM. Lo studio, pubblicato nel 2023 su Science Advances, è il primo ad avere utilizzato una tecnologia a cellula singola per mappare le cellule nell’ipotalamo in via di sviluppo negli esseri umani, dalle cellule staminali precursori ai neuroni maturi.
“In una precedente ricerca avevamo dimostrato che programmi regolatori unici nei geni danno origine a popolazioni neuronali specializzate. Non ci stupisce pertanto aver scoperto un set di neuroni capaci di regolare l’assunzione di energia e cibo”, ha aggiunto il dottor Herb. Una serie di esperimenti sui topi avrebbero permesso ai ricercatori di identificare questa popolazione neuronale che esprime sia i recettori per la leptina sia per il gene BNC2, il quale oltre a inibire il senso fame, risponde anche a segnali sensoriali correlati al cibo, come la gradevolezza degli alimenti e lo stato nutrizionale. Utilizzando la tecnica CRISPR-Cas 9 i ricercatori avrebbe eliminato in un gruppo di topi il recettore della leptina (LEPR) nei neuroni BNC2 osservando un successivo aumento dei consumi e un incremento del peso rispetto ai topi di controllo. Inoltre, aggiungendo la fluorescenza ai neuroni BNC2 si sarebbe osservata una attivazione di questi neuromi una volta reintrodotto il cibo dopo un periodo di digiuno, evento che non si sarebbe verificato invece in altre popolazioni neuronali localizzate nell’ipotalamo, già note. “Queste nuove informazioni ci aiutano a comprendere come i neuroni possono influenzare l’appetito e l’obesità”, ha affermato il dottor Herb “offrendo potenziali indicazioni per il trattamento dell’obesità, ad esempio attivando questi stessi neuroni per ridurre il peso o sopprimere la fame”. (AGI)