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Salute: metaboliti zolfo legati a malattie neurodegenerative

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In studi precedenti, gli scienziati hanno scoperto che i trapianti fecali possono alleviare la progressione della malattia di Alzheimer in modelli murini e che, quando i trapianti fecali di persone affette dalla malattia vengono somministrati ai topi, gli animali subiscono una riduzione della funzione della memoria. I ricercatori hanno intrapreso il nuovo studio per identificare i profili batterici e metabolici distinti del microbioma intestinale nelle persone con diagnosi di una delle tre NDD: sclerosi laterale amiotrofica, o SLA, malattia di Alzheimer, o AD, e malattia di Parkinson, o PD. Per acquisire dati sulla malattia in fase iniziale, il gruppo di ricerca ha raccolto campioni di feci da pazienti che avevano ricevuto una diagnosi per una delle tre patologie entro le prime due visite presso uno specialista e hanno confrontato le analisi di questi campioni con quelle di campioni raccolti da controlli sani. L’esame ha rivelato 19 biomarcatori metabolici per la neurodegenerazione in tutti e 3 i gruppi di NDD. Inoltre, sono stati scoperti 20 marcatori unici di SLA, 16 marcatori unici di AD e 9 marcatori unici di PD. Questi biomarcatori condivisi includono metaboliti che sono stati collegati alla disomeostasi nelle vie del metabolismo dello zolfo. In tutti e tre i gruppi di malattie, sono stati riscontrati collegamenti con i taxa batterici, Bilophila e Desulfovibrio, che svolgono un ruolo nella sintesi e nella degradazione del DHPS. Livelli aumentati di Bilophila corrispondevano a una minore abbondanza di DHPS nei campioni di feci di pazienti con AD, SLA e PD, rispetto ai soggetti sani. La Bilophila può degradare il DHPS in idrogeno solforato. L’accumulo di idrogeno solforato è stato implicato nella disfunzione dei mitocondri, che notoriamente contribuisce alle NDD. L’idrogeno solforato è collegato a noti segni distintivi delle NDD, tra cui infiammazione, stress ossidativo e disbiosi intestinale. Secondo gli autori, il nuovo studio indica il DHPS come un “anello mancante” nell’attuale comprensione dei meccanismi che collegano le NDD al metabolismo dello zolfo, alla disfunzione mitocondriale e alla neuroinfiammazione.
Individuato il metabolita DHPS come possibile anello mancante nella comprensione dell’influenza dei microbi intestinali sulle malattie neurodegenerative, o NDD, attraverso le vie del metabolismo dello zolfo. I risultati del nuovo studio, che riporta un profilo batterico e metabolico distinto nei pazienti con malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative, è stato presentato all’ASM Microbe, il convegno annuale dell’American Society for Microbiology. Le malattie neurodegenerative, che non hanno cure conosciute e cause elusive, provocano danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso. La ricerca su queste malattie si concentra in genere sul cervello, ma studi sui topi condotti negli ultimi anni suggeriscono che anche il microbioma svolge un ruolo nell’insorgenza e nella progressione di alcune NDD. “Questi risultati suggeriscono che il microbioma intestinale svolge un ruolo attivo nell’insorgenza e nella progressione di almeno alcune malattie neurodegenerative”, ha osservato Chris Ellis, ricercatore principale del gruppo di microbiologi di Netellis, dell’Università del Tennessee a Knoxville e dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill. I ricercatori hanno dimostrato un nuovo legame, nell’uomo, tra un metabolita prodotto dai microbi intestinali e tre NDD. La loro analisi suggerisce che il metabolita DHPS, 2,3-diidrossipropano-1-solfonato. Può aiutare a rispondere a domande salienti su come le vie del metabolismo dello zolfo possano collegare il microbioma a queste malattie. Il DHPS non è stato rilevato in precedenza nelle persone e i ricercatori hanno osservato che i metaboliti prodotti dai microbi intestinali nei pazienti con NDD potrebbero offrire spunti preziosi per una migliore comprensione, che potrebbe portare a strumenti diagnostici migliori o addirittura a trattamenti. (AGI)