Un percorso di sviluppo sostenibile mirato all’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei due gradi rispetto ai livelli preindustriali potrebbe prevenire milioni di morti premature ogni anno. A sottolinearlo uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati della Duke University. Il team, guidato da Drew Shindell, ha valutato gli impatti che deriverebbero dall’adozione di interventi di limitazione dell’inquinamento atmosferico. In particolare, gli autori hanno esaminato i possibili benefici alla salute umana associati a una ridotta esposizione al calore e a una migliore qualità dell’aria. Utilizzando proiezioni di diversi modelli climatici in scenari ad alte e basse emissioni, il gruppo di ricerca ha quantificato le morti premature attribuibili al particolato fine e al calore in Cina, Asia meridionale e Stati Uniti. Stando a quanto emerge dall’indagine, in caso di emissioni limitate, i decessi potrebbero diminuire di circa 2,4 milioni all’anno entro la metà del secolo e di circa 2,9 milioni all’anno entro la fine del secolo. Una transizione globale verso realtà più sostenibili, evidenziano gli esperti, comporterebbe impatti positivi soprattutto grazie alla migliore qualità dell’aria, specialmente nel breve termine. A lungo raggio, invece, anche la ridotta esposizione al calore sarà associata a benefici significativi, specialmente nelle regioni in cui la qualità dell’aria è attualmente buona. Questo lavoro, spiegano gli scienziati, è importante per valutare il quadro delle conseguenze derivanti dall’adozione di misure mirate alla limitazione dell’inquinamento. Il confronto tra i vari scenari, concludono gli autori, può fornire informazioni sugli effetti delle politiche volte a mitigare il cambiamento climatico in tutti i settori dell’economia globale. (AGI)
RED/PGI