Type to search

Salute: cardiologi, Tavi efficace o talvolta meglio di chirurgia

Share

L’impianto percutaneo senza bisturi di valvole aortiche, o TAVI, è unanimemente riconosciuta essere la più grande innovazione della cardiologia interventistica dopo gli stent coronarici. Tale terapia ormai ampiamente affermata ha salvato la vita a migliaia di pazienti inoperabili o a rischio troppo alto per essere operati a cuore aperto e ha un ruolo riconosciuto di opzione terapeutica alternativa all’intervento cardiochirurgico in pazienti anziani anche a rischio operatorio intermedio o basso. Lo sottolineano le società scientifiche di cardiologi SICI-GISE, SIC, ANMCO, FIC. “Nel corso della trasmissione Report (RAI3) del 29 dicembre 2024 sull’impianto percutaneo della valvola aortica cardiaca (TAVI)”, sottolineano gli esperti, “traspare invece la banalizzazione di una procedura estremamente complessa quando si afferma che “le valvole cardiache si infilavano con un semplice catetere”, e in tutto il corso del programma si avverte un ingiustificato discredito per una procedura che ha permesso un trattamento mininvasivo impensabile solo 20 anni fa. Nel corso della trasmissione alcuni cardiochirurghi hanno affermato in modo alquanto temerario che i pazienti sottoposti a TAVI avrebbero una sopravvivenza di 4 anni inferiore rispetto ai pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico. Mentre il conduttore della trasmissione afferma che questi dati sull’ inferiorità della TAVI rispetto alla chirurgia derivano da uno studio molto solido, in realtà la lettura attenta di tali studi ne fa emergere chiaramente la natura osservazionale che è una importante limitazione all’attendibilità scientifica dei risultati”. Secondo gli esperti “il messaggio emerso dalla trasmissione di Report sulla riduzione di 4 anni di vita nei pazienti sottoposti a TAVI è generico, falso, non sostenuto dalla pratica clinica, e potenzialmente devastante per tutti quei pazienti che sono stati sottoposti o devono essere trattati con la TAVI, i quali hanno invece una prognosi del tutto sovrapponibile o in alcuni casi migliore, rispetto ai pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico tradizionale”. (AGI)