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Salute: arriva MindEar, l’app per superare l’acufene

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Si chiama MindEar, è un’applicazione che potrebbe desensibilizzare il cervello all’acufene, il fastidioso fischio nell’orecchio noto anche come “tinnito”. A svilupparla gli scienziati dell’University College London Hospital, e dell’Università di Auckland, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Frontiers in Audiology and Otology per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Fabrice Bardy, ha reclutato 30 pazienti con acufene che sono stati sottoposti alla terapia, basata sull’utilizzo dell’applicazione. Stando a quanto emerge dall’indagine, circa due terzi del campione ha sperimentato un miglioramento clinicamente significativo. L’acufene, spiegano gli esperti, è una problematica clinica che si manifesta in circa una persona su quattro. Si sviluppa più frequentemente negli anziani, ma può avvenire anche nei bambini, influenzando l’udito, l’umore, la concentrazione, il sonno e, nei casi più gravi, causando ansia o depressione. Secondo i dati attuali, in Italia circa un terzo della popolazione soffre di acufene. Nella maggior parte dei casi, i pazienti non hanno opzioni di trattamento. “La terapia cognitivo comportamentale può aiutare le persone con acufene – afferma Suzanne Purdy, altra firma dell’articolo – ma richiede uno psicologo esperto. MindEar utilizza una combinazione di terapia cognitivo comportamentale, esercizi di consapevolezza e rilassamento, nonché terapia del suono per allenare la reazione del cervello in modo da poter escludere l’acufene”. “Nel nostro lavoro – aggiunge Bardy – due terzi del campione ha notato miglioramenti dopo 16 settimane. I soggetti che avevano accesso a uno psicologo online hanno riscontrato benefici dopo solo otto settimane”. Già da prima della nascita, spiegano gli studiosi, il cervello impara a filtrare i suoni ritenuti irrilevanti. Crescendo, si impara a non sentire rumori come una strada trafficata, un condizionatore o il nostro stesso respiro, per riportare solo alcuni esempi. L’acufene si manifesta come un fischio o un sibilo percepito in assenza di altre fonti sonore, che può essere considerato un segnale sgradevole e fastidioso, ma può portare a malessere generale, stress e disagio. MindEar è stata sviluppata per portare le persone a praticare esercizi di concentrazione attraverso un programma di allenamento. “L’acufene non è una malattia in sé – concludono gli autori – ma spesso è sintomo di un’altra condizione di salute di base. Sebbene non esista una cura per questo disturbo, esistono strategie e tecniche di gestione che possono aiutare i pazienti a trovare sollievo. MindEar potrebbe rappresentare uno strumento accessibile, semplice ed efficace per molte persone affette da acufene. Siamo molto ottimisti nei confronti di questa applicazione”. (AGI)
RED/PGI