Nikolai Vasev, 42 anni, è morto improvvisamente. Il suo decesso si aggiunge a un elenco di manager morti in circostante che hanno sollevato interrogativi
Il vicepresidente di Sberbank, Nikolai Vasev, è morto improvvisamente di infarto a 42 anni. Lo ha riferito in una nota l’istituto bancario russo. “È con profondo rammarico che vi informiamo che oggi Nikolai Vasev, vicepresidente senior di Sberbank, è morto improvvisamente. Secondo la conclusione preliminare dei medici, la morte è giunta a causa di un attacco di cuore”, si legge nella nota. Vasev ha lavorato presso Sberbank per oltre 12 anni, di cui 7 anni alla guida del progetto Domklik, che sotto la sua guida è diventato il leader del mercato dei mutui con un fatturato multimiliardario.
Vasev è l’ultimo di una serie di morti in circostanze misteriose. Suicidi, cadute accidentali, conseguenze letali di cure alternative. Sono alcune delle cause delle morti sospette di oligarchi russi negli ultimi mesi. Morti che sembrano essersi intensificate dopo l’invasione russa dell’Ucraina e il dissenso nei confronti della guerra manifestato più o meno apertamente da parte di alcuni politici, manager e imprenditori.
La fine di Prigozhin
Tra le vittime più famose c’è Evgenij Prigozhin, fondatore e capo della milizia Wagner, strettissimo alleato del leader russo almeno fino alla decisione di sfidarlo con la “marcia su Mosca” del giugno 2023. Dopo il fallimento della rivolta e la “fuga” temporanea in Bielorussia, quando sembrava che un chiarimento con Putin avesse riportato i rapporti sui binari della normalità, Prigozhin è morto il 23 agosto 2023 in un incidente aereo perlomeno sospetto, incidente nel quale sono morte diverse altre persone tra cui il suo braccio destro al vertice della Wagner, Dmitri Utkin.
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Prigozhin era chiamato il “cuoco di Putin” perché – recita Wikipedia citando l’Associated Press, possedeva svariati ristoranti e una società di catering che hanno ospitato cene a cui Vladimir Putin ha partecipato con dignitari stranieri.
Alcune settimane prima, a luglio 2023, un’altra morte sospetta nell’entourage del presidente russo Vladimir Putin. Anton Cherepennikov aveva solo 40 anni ed è stato trovato morto nel suo ufficio di Mosca. Era capo della più grande azienda informatica russa, la Ics Holding, nonché molto vicino ai servizi di sicurezza del Cremlino. Come ricostruisce il sito Formiche.net, «secondo il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta, ripreso dall’agenzia Ansa, la Ics Holding è stata utilizzata dal Servizio di sicurezza federale russo (Fsb) per la sorveglianza delle attività online dei cittadini».
I morti del 2022
Nel settembre 2022, il presidente del consiglio di amministrazione della compagnia petrolifera Lukoil, Ravil Maganov, è morto cadendo da una finestra del Central Clinical Hospital (TsKB) di Mosca. uno di una serie di dirigenti di aziende russe morti in circostanze misteriose.
A fine luglio 2022, ricorda ancora Formiche.net, Novaya Gazeta ha riferito che Dmitry Konoplev, uno dei progettisti di armi di Putin, è morto durante una terapia per inalazione di xeno. Secondo il canale Telegram Mash, «Dmitry Konoplev è morto durante una procedura con la maschera di ossigeno – ha respirato lo xeno per curare un mal di testa e un disturbo d’ansia. I medici non sono ancora in grado di stabilire la causa della morte». Il manager era a capo dello Shipunov Instrument Design Bureau, responsabile del letale sistema missilistico Pantsir utilizzato nella guerra in Ucraina. In precedenza era stato vicedirettore dell’Agenzia federale per le armi e gli equipaggiamenti militari.
Il 6 luglio 2022, il corpo di Yuri Voronov – capo di Astra Shipping, una società con contratti con Gazprom nell’Artico – è stato trovato nella piscina di una proprietà vicino a San Pietroburgo. Secondo il sito di notizie Moskovsky Komsomolets citato da AdnKronos, accanto al corpo è stata trovata una pistola Grand Power. Il comitato investigativo russo ha parlato di una «disputa con partner commerciali»’ come causa della morte di Voronov, 61 anni.
Nei primi giorni di maggio 2022 è stato trovato senza vita il miliardario Alexander Subbotin, 43 anni, ex alto dirigente del gigante dell’energia Lukoil. La causa ufficiale del decesso è stato un attacco cardiaco causato, secondo l’indagine, da un rimedio alternativo somministrato da uno sciamano. L’oligarca, che possedeva una redditizia compagnia di navigazione, sarebbe stato trattato con veleno di rospo, inserito in un’incisione che era stata praticata sulla pelle. Subito dopo, Subbotin avrebbe avuto un infarto e per curarlo gli sarebbe stato somministrato un tranquillante alla valeriana.
Pochi giorni prima di Subbotin è morto vicino a Sochi sul Mar Nero Andrei Krukowski, ufficialmente perché caduto da una scogliera. Era il capo del resort Krasnaya Polyana, appartenente a Gazprom. I media russi hanno parlato di un incidente. Krukowski aveva 37 anni e il suo resort sciistico era frequentato dal presidente russo Vladimir Putin.
Famiglie sterminate
Ha destato scalpore, il 21 aprile 2022, la morte di Sergei Protosenya , ex top manager di Novatek, della moglie e della figlia: le vittime vengono trovate in Spagna, in una casa nel villaggio di Lloret de Mar (provincia di Girona). Protosenya, che è stato trovato impiccato nel giardino della sua villa spagnola, aveva un patrimonio di 400 milioni di euro e viveva in Francia. La famiglia si trovava in Spagna per le vacanze di Pasqua.
Pochi giorni prima, il 18 aprile, un’altra strage, questa volta in Russia: l’ex vicepresidente della Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino Vladislav Avayev, la figlia e la moglie sono stati trovati morti a Mosca, in un lussuoso appartamento sulla Prospettiva Universitetsky. Secondo la versione degli investigatori, Avayev ha sparato alla moglie e alla figlia di 13 anni con una pistola e poi si è suicidato.
Il 28 febbraio 2022 l’oligarca di origini ucraine Mikhail Watford era stato trovato morto a Wentworth, nel Surrey, in Gran Bretagna dove si era trasferito nei primi anni duemila. Watford, che aveva 67 anni, aveva fatto fortuna con il petrolio e il gas subito dopo il crollo dell’Urss. La sua morte era avvenuta in circostanze non chiare, aveva stabilito la polizia. Il suo vero nome era Mikhail Tolstosheya. Lo aveva cambiato al suo arrivo in Gran Bretagna.
Combatte in Ucraina, graziato il killer russo di Politkovskaya
Il 25 febbraio, a San Pietroburgo, era stato trovato il corpo senza vita del 61enne Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale del Gazprom Unified Settlement Center, responsabile della sicurezza dell’azienda. In precedenza avevas lavorato a Gazprom Transgaz e la polizia ha stabilito che la causa della morte è stato il suicidio. Stessa località e un passato in comune anche per un altro suicida, Leonid Shulman, 60 anni, top manager di Gazprom, in precedenza dirigente di Gazprom Transgaz, trovato morto a fine gennaio 2022.
Come ricostruisce l’agenzia Agi, le morti sospette avvenute poco prima dell’ascesa al potere di Vladimir Putin e poi successivamente risalgono anche più indietro nel tempo.
L’ascesa di Putin
Nel 1998, subito dopo la sua nomina a capo dei servizi di sicurezza (Fsb), Galina Starovoitova, una parlamentare democratica, viene uccisa a colpi di arma da fuoco nella tromba delle scale del suo condominio a San Pietroburgo; nel 2006, ad Anna Politkovskaya, la giornalista che aveva denunciato gli abusi dell’esercito russo nelle guerre in Cecenia, spetta la stessa sorte sul pianerottolo di casa sua a Mosca; nel 2009, muore assassinata l’attivista della Ong Memorial, Natalia Estemirova, che si occupava di diritti umani in Caucaso. Stessa fine, lo stesso anno, anche per altre due voci scomode: l’avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova di Novaya Gazeta.
Nel 2015, Boris Nemtsov , ex vicepremier di Eltsin diventato critico della presidenza di Putin viene ucciso a pochi passi dal Cremlino mentre passeggia dopo cena con una donna.
di Carlo Andrea Finotto
di Carlo Andrea Finotto – fonte: https://www.ilsole24ore.com/