Frattura all’interno del gruppo Identità e democrazia a poco meno di tre settimane dal voto europeo. Il Rassemblement national di Marine Le Pen chiude le porte ad Alternative fur Deutschland e fa sapere che non siederà più con il partito tedesco di estrema destra nella prossima legislatura. E l’alleato italiano Matteo Salvini si accoda poco dopo. “Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi”, fa trapelare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’intervista rilasciata da Maximilian Krah, capolista di AfD alle europee, a un quotidiano italiano. “Non dirò mai che chi aveva un’uniforme delle SS era automaticamente un criminale”, aveva detto Krah. E ora in Id si starebbe valutando l’espulsione di AfD dal gruppo e dal partito.
La presa di distanza dei francesi non è in realtà improvvisa ma fa parte di un processo iniziato a gennaio, quando Pen aveva pubblicamente messo in discussione la collaborazione con AfD, dopo l’inchiesta giornalistica che aveva rivelato come alcuni membri del partito tedesco avessero partecipato a una riunione segreta a Potsdam, per discutere di come gli stranieri e i cittadini tedeschi di minoranza etnica potessero essere spinti a lasciare il Paese. La distanza si era poi accentuata quando, ad aprile, la Procura di Dresda aveva avviato due indagini preliminari, per sospetti di finanziamenti russi e cinesi, nei confronti di Krah (indagine che che aveva portato all’arresto del suo collaboratore Jian Guo).
Da parte italiana, l’allontamento dai tedeschi era stato palese a Roma, il 23 marzo, quando nessun espontente di AfD era stato invitato alla convention organizzata dalla Lega insieme agli alleati europei. Un cambio di passo rispetto alla kermesse organizzata dalla Lega a Firenze il 3 dicembre. Alraduno in Toscana, per AfD, aveva partecipato Tino Chrupalla, che, dal palco, aveva protestato contro le sanzioni alla Russia, invitato l’Ue a fermare l’Ucraina “perchè non può vincere la guerra”, criticato l’obbligo vaccinale in pandemia e chiesto un’Europa libera dal fenomeno dell’immigrazione. “Ursula von der Leyen è la persona più pericolosa dell’Europa”, aveva poi tuonato in conclusione di intervento, tra gli applausi. Insomma, le indagini, i personaggi e le posizioni troppo estreme hanno spinto francesi e italiani ad allontanarsi dagli alleati tedeschi. Un passo finora mai sperimentato e che ha da sempre rappresentato la ‘conditio sine qua non’ per l’avvio di un dialogo serio con il Ppe, il potente gruppo dei Popolari europei, in cui detta la linea la Cdu, acerrima nemica di AfD. Un passo che invia un chiaro messaggio al Ppe – commentano nella Lega -: se vogliono veramente fare una coalizione di centrodestra europea non hanno più alibi. Altrimenti, si ragiona in via Bellerio, significa che preferiscono i socialisti.
Si tratta di un movimento che potrebbe portare nella stessa direzione dell’apparente avvicinamento a Giorgia Meloni da parte di Le Pen, che ha partecipato con la presidente del Consiglio italiano alla convention di Vox nei giorni scorsi e affermato di avere con lei “molti punti in comune”. Meloni è presidente dei Conservatori europei e da tempo si dice favorevole a una grande alleanza del centrodestra in Europa. Un progetto che però contrasta con gli alleati italiani di Forza Italia, dal momento che Antonio Tajani da tempo scandisce come “l’alleanza ideale per il Ppe” sia solo con Conservatori e liberali. E l’adesione dei Liberali di Emmanuel Macron esclude de facto ogni possibile dialogo del Ppe con le Pen. (AGI)
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