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Roma cinema: Gassmann, importante trovare ‘crepa’ nella violenza

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“Viviamo in un mondo di crescente violenza, in cui abbiamo guerre intorno a noi, un fronteggiarsi di muro contro muro, un urlare, un non ascoltare, una voglia di zittire… muri che crescono. Quindi la violenza ci circonda, ci permea e soprattutto permea la società vissuta dai ragazzi dell’età di Francesco (Gheghi) e anche di mio figlio. Credo che sia molto importante questo film in questo senso perché in un film che ricostruisce una realtà non del tutto realistica, Mauro Mancini e Paola Barbato hanno inserito quella violenza, ed è una violenza all’interno della quale, come avviene in questa storia, si riesce a trovare un pertugio, si riesce a trovare una piccola crepa e in quella piccola crepa riesce a rinascere un germoglio che possa poi diventare, non dico pacificazione, ma almeno comprensione reciproca e non voglio usare la parola ‘perdono’ che sarebbe forse eccessiva nel momento storico in cui stiamo vivendo”. Alessandro Gassmann spiega così in conferenza stampa, il motivo che a suo giudizio muove il film di Mauro Mancini ‘Mani nude’ tratto dall’omonimo romanzo di Paola Barbato, che sarà presentato questa sera alle 21.30 in Sala Sinopoli nella sezione Grand Public della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Il film, prodotto da Eagle Original Content, Pepito Produzioni e Movimento Film con Rai Cinema, vede come protagonisti proprio Alessandro Gassmann insieme a Francesco Gheghi, Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo, con la partecipazione di Renato Carpentieri.
‘Mani nude’ è la storia di Davide e Minuto, un ragazzo e un uomo, entrambi vittime di un destino più grande di loro, spingendo a un’inevitabile riflessione su quanto sia sfaccettata e a tratti incomprensibile la natura umana. Se Gassmann e Gheghi si ritrovano sul set cinque anni dopo ‘Mio fratello rincorre i dinosauri’ di Stefano Cipani, il 59enne attore romano e Mauro Mancini tornano a collaborare quattro anni dopo ‘Non odiare’. E lo fanno con un film che per il regista, che con quel film è stato premiato alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella settimana internazionale della critica per la regia, è un proseguimento di un percorso. “Con questo film continuo la ricerca su tematiche che mi sono vicine iniziata con ‘Non odiarmi’ – racconta in conferenza stampa a Roma – il perdono è una di queste tematiche: mi interessa quanto subiamo il perdono, quanto siamo vittime del senso di colpa. Continua la mia ricerca sull’origine del male, della violenza e quanto può essere profondo e oscuro il cuore umano. Mi piace lavorare su questa tematica”, aggiunge.
Il film è la storia di Davide (Gheghi), un ragazzo di buona famiglia, occhi da bambino e corpo da adulto, che una notte viene rapito e finisce prigioniero di una misteriosa organizzazione che lo costringe a lottare, a mani nude, in combattimenti clandestini estremi, che si possono concludere solo con la morte di uno dei due sfidanti. In quell’universo alieno e spietato, Davide è costretto a spogliarsi della sua umanità per sopravvivere, seguendo le istruzioni di Minuto (Gassmann), un carceriere e allenatore di altri uomini senza speranza né futuro tra cui Puma (Paolo Madonna). Pian piano emerge, però, un legame segreto tra il ragazzo e l’uomo, che si rivela la sua unica possibilità di salvezza. A questo punto intervengono elementi cari al regista come senso di colpa e perdono. Non a caso il carceriere-allenatore Minuto legge ‘Protagora’ di Platone, un libro che parla della ricerca della virtù. Il personaggio di Gassmann, infatti, ha iniziato in maniera forse inconsapevole un percorso di miglioramento dovuto al senso di colpa.
Infine una nota sul lavoro degli attori: Alessandro Gassmann, Francesco Gheghi e Paolo Madonna hanno lavorato tantissimo per potenziare il corpo e hanno preso tutti dieci chili in massa muscolare. Francesco Gheghi racconta che è stata “l’esperienza più tosta” della sua vita: “Venivo da 32 repliche al Piccolo di Milano con Mario Martone dove interpretavo Romeo e pensavo fosse quella l’esperienza più tosta – spiega – e invece poi sono finito sul set di Mauro… pesavo 57 chili e sono arrivato a 67 prendendo 10 chili di massa muscolare in due mesi e mezzo”. (AGI)