C’è un segnale chiaro dei mercati che indica l’arrivo della recessione: qual è e perché gli analisti sono concordi nel vedere un freno nella crescita Usa. Con conseguenze per il mondo.
L’indicatore di recessione preferito dai mercati ha lanciato l’allarme per più di 200 giorni di negoziazione consecutivi, ovvero il periodo più lungo dal 1980: questo emerge da un’analisi a Wall Street, con il chiaro messaggio che gli Usa non saranno risparmiati da un freno nella crescita.
Il tema è cruciale e interroga su quali saranno gli scenari del prossimo futuro, visto che dall’andamento della prima potenza economica mondiale dipendono il prezzo del petrolio, la forza o la debolezza del dollaro, la stabilità finanziaria mondiale con l’osservazione dei rendimenti obbligazionari e la crescita globale per via della dimensione commerciale Usa.
Quale allarme stanno lanciando i mercati e quale specifico segnale ha indicato una recessione in arrivo?
Recessione Usa? Sta arrivando: lo dice questo segnale
La curva dei rendimenti del Treasury, rappresentata come differenza tra il rendimento del titolo del Tesoro a 2 anni e il rendimento della nota a 10 anni, è stato costantemente invertito dal 5 luglio 2022, secondo Dow Jones Market Data. Questa è la serie più lunga in cui i rendimenti a breve termine hanno eclissato quelli a lungo termine dai 446 giorni di negoziazione terminati il 1° maggio 1980.
Alcuni esperti del mercato obbligazionario si aspettavano che la curva si sarebbe rapidamente invertita, subito dopo che la Federal Reserve ha iniziato la sua politica monetaria aggressiva, con l’ondata di quattro enormi aumenti consecutivi dei tassi di interesse di 75 punti base la scorsa primavera.
Così è successo il 1 aprile 2022, ma non è durato a lungo, resistendo solo fino al 4 aprile. Pochi mesi dopo, all’inizio di luglio, la cosiddetta curva “2s10s” si è però invertita ancora una volta ed è rimasta in quello stato per un lunghissimo periodo.
Il segnale non è rincuorante e racconta di una recessione imminente. In genere, infatti, le obbligazioni a più lunga scadenza offrono rendimenti più elevati perché gli investitori chiedono di essere compensati per il rischio aggiuntivo che assumono acquistando debito a lunga scadenza.
Tuttavia, quando crescono i timori di recessione o la Fed aumenta i tassi di interesse in modo aggressivo, questa relazione può essere ribaltata. I rendimenti delle obbligazioni a breve scadenza sono maggiori perché si teme che un imminente rallentamento economico metta a rischio la capacità dello Stato di rimborsare gli investitori. I quali, a loro volta, vogliono un esborso maggiore in termini di tassi di interesse (cedole) per tenere il debito acquistato.
Pochi indicatori si sono dimostrati affidabili come segnale di avvertimento di recessione come la curva dei rendimenti. E per questo l’allarme è reale.
Una curva invertita ha preceduto ogni recessione negli Stati Uniti dall’inizio degli anni ’60, ha affermato Campbell Harvey, professore di finanza alla Duke University e capo della ricerca presso Research Affiliates, una società di gestione patrimoniale.
Harvey ha aperto la strada all’uso della curva dei rendimenti come anticipatore di recessioni all’inizio della sua carriera accademica e l’ha trovata un segnale estremamente sicuro. Nella storia recente, non ci sono stati esempi di inversione della curva dei rendimenti senza che ne sia conseguita una recessione.
L’allarme dei mercati sulla recessione che tutti gli esperti vedono
In questo momento, tutte le misure della curva dei rendimenti stanno lanciando un allarme di recessione all’unisono, ha ribadito Harvey durante un’intervista su MarketWatch.
L’esperto ha anche notato che l’inversione particolarmente profonda ha causato problemi al settore bancario, contribuendo a istigare il crollo della Silicon Valley Bank e di altri istituti di credito statunitensi.
“Un’inversione è dannosa per le banche, l’abbiamo già visto”, ha sottolineato.
Da evidenziare, inoltre, che il periodo di tempo in cui la curva dei rendimenti del Tesoro rimane invertita è stato storicamente correlato alla durata della conseguente recessione, con periodi di inversione più lunghi che tipicamente precedono ribassi nella crescita più gravi, secondo i dati condivisi da Harvey.
In questo momento, è difficile dire quando il rapporto tra rendimenti obbligazionari a breve e lungo termine potrebbe tornare alla normalità. Secondo Priya Misra, stratega di TD Securities, per trovare ottimismo gli investitori dovrebbero credere nella sconfitta dell’inflazione, o che l’economia statunitense riuscirà a farcela, sfidando il legame storico tra inversione e recessione.
“Tuttavia, quello che sta dicendo l’inversione è che la crescita rallenterà ma l’inflazione rimarrà alta”, ha detto Misra. Affinché la curva torni normale è necessario che l’inflazione non sia più un problema.
Fonte: money.it/