“Leggendo la delibera di impugnazione proposta dal CdM contro la nostra legge regionale che blocca la speculazione energetica, mi colpisce particolarmente una frase: la legge voluta dai sardi e approvata lo scorso 3 luglio dal consiglio regionale ‘sta generando dubbi tra gli operatori del settore'”. Lo scrive la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, a proposito delle motivazioni contenute nella delibera con cui il governo il 7 agosto scorso ha impugnato davanti alla Consulta la legge regionale 5 del 2024 che vieta, per un massimo di 18 mesi, l’installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nell’isola.
“Al governo Meloni non interessa la tutela del paesaggio, la salvaguardia ambientale o le lecite preoccupazioni dei cittadini spaventati dall’impatto della speculazione sul nostro territorio. No. Sono prioritari i dubbi sorti tra i vari operatori del settore infastiditi dalla scelta della Sardegna di dotarsi di una legge – evidentemente molto efficace vista la richiesta di sospensione immediata – che mette ordine al caos ereditato da anni di immobilismo della precedente giunta”, commenta Todde. “Inoltre, voglio chiarire nuovamente un aspetto: mi state segnalando roboanti articoli in cui si scrive di imponenti impianti in procinto di essere costruiti o che qualcuno vorrebbe costruire. Non lo si può fare, è vietato. La nostra legge è chiara, diretta ed efficace, e resterà in vigore fino a quando non si pronuncerà la Corte Costituzionale. Nel frattempo noi stiamo già lavorando alla mappa delle aree idonee, attraverso un percorso partecipato tra Regione, Comuni e cittadini”. “Dopo l’autonomia differenziata che depotenzia la nostra autonomia e impatta negativamente sulle nostre risorse, dopo l’approvazione del decreto materie prime critiche che vorrebbe sottrarci la competenza nella gestione di cave e miniere senza garantirci alcuna tutela ambientale e paesaggistica, dopo aver impugnato la nostra legge che mette le basi per garantire una transizione ecologica seria, democratica e realmente connessa ai bisogni dell’Isola e dopo essersi dimenticati della Sardegna – nel silenzio assordante dei parlamentari di maggioranza – non assegnandole nessuna risorsa contro la siccità, quale altro regalo ci arriverà dal Governo?”, si chiede la presidente della Sardegna. “Magari un’altra legge che impatta sul nostro statuto? Oppure il deposito delle scorie nucleari? Concludendo, non soltanto non intervengono in alcun modo per aiutare la Sardegna a gestire i pericoli della speculazione e le preoccupazioni dei sardi, vorrebbero addirittura impedirci di difenderci”.
“È evidente che il Governo nazionale e i suoi rappresentanti – gli stessi che qui in Sardegna urlano allo scandalo ma a Roma tacciono – non hanno a cuore la nostra terra”, conclude Todde. “Ne prendiamo atto, ma la Regione e i sardi non si fermeranno comunque. Potete starne certi”. (AGI)