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Rinnovabili: i divieti del ddl ‘Salva Sardegna’, in Aula il 25

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Il disegno di legge ‘Salva Sardegna’ per fermare l’assalto di nuovi impianti eolici e fotovoltaici nell’isola dovrebbe arrivare nell’Aula del Consiglio regionale il prossimo 25 giugno e sarà anche il primo della legislatura cominciata con le elezioni del 25 febbraio scorso. Oggi le commissioni Quarta (Governo del territorio) e Quinta (Attività produttive) hanno approvato, coi soli voti del Campo largo, gli articoli del testo, ‘Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali e l’emendamento presentato dalla Giunta regionale’ con una modifica sostanziale introdotta con un emendamento della Giunta. Il voto finale, comunque, è stato sospeso in attesa del parere obbligatorio del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, atteso per giovedì prossimo.
Di fatto è stato riscritto l’articolo due del disegno di legge, per imporre il divieto di installare nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili fino all’approvazione della legge regionale per individuare le aree idonee e fino all’aggiornamento, adeguamento e completamento del Piano paesaggistico regionale, comunque per un massimo di 18 mesi dall’entrata in vigore della legge. Il testo richiama la potestà legislativa regionale in materia di Ppr e la competenza in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica prevista dallo statuto regionale di autonomia. Le misure di salvaguardia si applicano anche se nelle aree individuata sono in corso procedure di autorizzazione di nuovi impianti.
Il divieto riguarda, nel dettaglio, tutte le zone urbanistiche (con alcune eccezioni, per esempio le comunità energetiche), le aree naturali protette, le zone umide d’importanza internazionale inserite nella Convenzione di Ramsar e quelle che ricadono in Siti d’interesse comunitario (Sic) o in Zone di protezione speciale (Zps); le aree incluse nella Rete Natura 2000, quelle di riproduzione, alimentazione e transito di specie faunistiche protette; aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, Dop, Igp, Stg, Doc, Docg e tradizionali) o di particolare pregio paesaggistico naturale; aree caratterizzate da situazioni di dissesto o di rischio idrogeologico perimetrate nei Piani di assetto idrogeologico; aree che distano meno di 7 chilometri dai beni culturali oppure 1.500 metri per le isole minori; territori costieri nella fascia dei 300 metri dalla battigia; territori contermini ai laghi entro i 300 metri dalla linea di battigia; aree prospicienti fiumi, torrenti e corsi d’acqua nella fascia di 150 metri parchi o riserve nazionali o regionali; territori coperti da foreste e boschi percorsi o danneggiati dal fuoco e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento; zone gravate da usi civici e di interesse archeologico.
La Giunta è impegnata ad aggiornare il Ppr entro 18 mesi e ad avviare con urgenza “tutte le iniziative previste dalla normativa vigente” per garantire e favorire la celere approvazione dei decreti del ministero dell’Ambiente sulle aree idonee. Sempre entro 18 mesi dovrà essere aggiornato il Piano energetico ambientale della Regione. (AGI)