AGI – “Il regime del Reddito di Cittadinanza (RdC), introdotto nel 2019, ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione”. Lo sottolinea l’Ocse nello studio economico sull’Italia spiegando che è necessario “il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso: le autorità attribuiscono tale esito alla distanza tra i beneficiari e i relativi mercati del lavoro”.
Per questo, secondo l’Ocse, bisogna “ridurre e assottigliare il Reddito di Cittadinanza per incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro nell’economia formale e introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito”.
Sul fronte macroeconomico, “le stime indicano una costante ripresa dell’economia italiana dagli effetti della pandemia da Covid-19, con un conseguente recupero dei livelli di attività del 2019 nel corso del primo semestre del 2022”. Secondo l’Ocse, maggiori investimenti pubblici, inclusi quelli generati dai fondi Next Generation Eu, contribuiranno a raccogliere in forma estesa gli investimenti privati nel 2022 che prevede “una ripresa dei consumi con il ritorno ai luoghi di lavoro e la minore incertezza che incoraggerà le famiglie a ridurre il risparmio precauzionale”.
Inoltre, secondo l’Ocse, “le pressioni sui prezzi cresceranno nel breve periodo a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e nel settore delle costruzioni; tuttavia, rimarranno contenute nel medio termine. Il settore manifatturiero beneficerà della ripresa della domanda di esportazioni nei mercati chiave, nonché degli effetti positivi derivanti dal settore delle costruzioni”.
Secondo l’Organizzazione, i rischi per le stime prospettiche sono “significativi in entrambe le direzioni. La maggiore incertezza riguarda l’evoluzione del virus e il ritmo delle vaccinazioni in Italia e nel mondo. Tra gli altri rischi al ribasso figurano un’inversione nella tendenza alla ripresa della fiducia, tassi di fallimento più alti o più rapidi, e cicatrici più profonde del previsto dovute alla perdita di capacità imprenditoriale o di occupazione”.
Ciò probabilmente “peggiorerebbe la redditività delle banche e rallenterebbe i prestiti, sebbene il rischio sistemico per il settore bancario sia inferiore rispetto al periodo della crisi del debito sovrano. I rischi al rialzo includono una maggiore ripresa del clima di fiducia, un ricorso più rapido ai risparmi accumulati dalle famiglie, una spesa per investimenti più celere del previsto attraverso i fondi Next Generation Eu e un’attuazione più veloce delle riforme strutturali”.
Il Pil dell’Italia per il 2021 crescerà del 5,9%: l’Ocse ha migliorato le precedenti stime che prospettavano una crescita del prodotto interno lordo al 4,5% nell’anno in corso. Nel 2022 si prospetta una crescita del Pil dell’Italia del 4,1%. Le precedenti stime erano del +4,4% il prossimo anno.
Source: agi