Roma, 27 mar. – “Il risultato più drammatico del Covid è l’accentuazione del divario Nord-Sud nella speranza di vita che, mentre a livello nazionale continua ad essere la seconda più alta d’Europa, presenta difformità significative tra le città di Milano e Napoli fino a 3 anni che aumentano a 10 se si considerano le fasce sociali più povere del Mezzogiorno e quelle più ricche dell’Italia settentrionale. Questi dati lanciano un ulteriore grido d’allarme. Una tendenza che la pandemia ha solo accelerato”. E’ quanto emerge dalla relazione Relazione 2020 del Cnel al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche centrali e locali alle imprese e i cittadini, che sarà presentata martedì prossimo. Allora la politica ascolti e intervenga, afferma il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro. Servono fatti e non parole. Il Governo nazionale, faccia tesoro di questi dati, per un intervento certo e immediato.
“La spesa sanitaria pubblica pro capite, per esempio, pari nella media nazionale a 1.838 euro annui – sottolinea il Cnel – è molto più elevata al Nord rispetto al Sud (2.255 euro a Bolzano e 1.725 euro in Calabria). Elevata è anche la spesa di tasca propria (out of pocket) da parte dei cittadini italiani rispetto a quelli degli altri paesi europei sia in termini di incidenza sul Pil, pari al 2,3% in Italia – superiore dunque a quella della Germania (1,7%) ed a quella della Francia (1,9%), e inferiore a quelle di Spagna e Portogallo – sia in termini di valore assoluto (39,7 miliardi in totale e 656 euro pro-capite). Notevoli continuano ad essere, sulla base di tutte le analisi disponibili, le differenze tra territori e categorie sociali in termini di offerta sanitaria e di sua qualità, nonché quelle relative al rispetto del diritto universale di accesso alle cure”.