«In Italia non c’è nessun rischio di autoritarismo: più che il fascismo alle porte, in Rai hanno tanta mediocrità che è già entrata in casa. Il caso Scurati è il pasticcio perfetto: per impedire che un milione di persone sentissero il monologo, lo hanno sentito in 30 milioni. Un capolavoro assoluto. Matteo Renzi guarda così al caso Scurati e, sempre in un’intervista a Libero, rileva che “la censura è sempre da condannare: la libertà di espressione è un caposaldo intoccabile a maggior ragione nella tv pubblica».
“Vengo da una storia di cattolicesimo democratico: l’antifascismo è un valore che ho nel dna politico. Così come l’opposizione a ogni totalitarismo, che spesso una certa sinistra finge di ignorare. Posso dire, quindi, che noia? Questo eterno spauracchio del ritorno del fascismo a sinistra, queste provocazioni lanciate da destra appositamente per indignare, mi fanno sospettare – riprende il leader Iv – che si sposti il dibattito su questo tema perché non si hanno altri argomenti. Discutiamo di tasse, giustizia, lavoro, non di temi storici pur se affascinanti».