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Quel cancro di evasione fiscale e corruzione

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Appalti infiltrati, mazzette e responsabilità amministrativa erariale restano la principale emergenza: dal 2017 al 2021 hanno assorbito quasi il totale dell’ammontare complessivo delle frodi accertate

di Ettore Minniti

 

L’evasione fiscale e la corruzione sono due fenomeni apparentemente distinti e distanti che hanno un comune denominatore: rendere fragile la nostra economia già precaria.

Da una parte, la corruzione rappresenta un enorme ostacolo allo sviluppo sostenibile e mette in crisi la democrazia e ha un effetto devastante soprattutto sulla nostra già fragile economia. Impedisce la crescita economica, distorce la concorrenza fra le aziende e presenta seri rischi legali e reputazionali per le aziende.

Negli ultimi tempi sono stati presi contromisure sia legislative che in autotutela da parte del sistema produttivo, ma tutto ciò non è sufficiente e il cancro del malaffare avanza con effettivi devastanti.

Le imprese hanno adottato misure anticorruzione a difesa della reputazione e degli interessi degli azionisti. Le misure di controllo interno delle imprese includono sempre di più la valutazione delle questioni etiche e di integrità e un numero sempre maggiore di investitori è attento a questo tipo di controlli poiché da essi si determina il livello di buona gestione aziendale.

Ma sono ancora troppe le sacche dell’illegalità.

Dall’altra parte, altro elemento di criticità per il sistema economico del Paese è l’evasione fiscale.

Come riporta l’ultimo rapporto della Guardia di finanza, le frodi contro lo Stato dal 2017 al 2021 valgono quasi quanto una manovra finanziaria. Negli ultimi cinque anni il bilancio pubblico è stato manomesso per circa 34 miliardi di euro. Una media di sette miliardi all’anno. Per capire di cosa parliamo basta fare il confronto con gli stanziamenti del Governo Draghi per sostenere famiglie e imprese contro il caro bollette e l’inflazione: l’ammontare delle frodi rappresentano la metà degli aiuti erogati nel 2022.

L’emorragia di denaro pubblico passa attraverso faccendieri, tangenti, imprese infiltrate, appalti manipolati, spese previdenziali e sanitarie gonfiate e una rete di funzionari pubblici compiacenti. Fenomeno non contrastato adeguatamente.

I dossier della Guardia di finanza svelano quanto incide il crimine sulle tasche degli italiani.

Appalti infiltrati, mazzette e responsabilità amministrativa erariale restano la principale emergenza: dal 2017 al 2021 hanno assorbito quasi il totale dell’ammontare complessivo delle frodi accertate. Seguono le truffe sui fondi strutturali, sugli incentivi alle imprese, tra i quali anche i contributi a fondo perduto e i finanziamenti assistiti da garanzia (a partire dal 2020) erogati in piena pandemia dai Governi Conte e Draghi, e sulla politica agricola e di pesca comune.

Anche le analisi dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia, ente antiriciclaggio, confermano un andamento al rialzo del fenomeno con particolare riferimento all’ambito territoriale. Le sono state le segnalazioni per operazioni sospette fatte degli enti locali giunte nel 2021, se pure minoritarie rispetto a quelle degli altri soggetti obbligati – dal Dlgs 231/2007 -, e di esse vi è stato un riscontro investigativo nel 36% dei casi, portando alla luce fuschi rapporti  a livello regionale tra politica, imprenditoria e funzionari addetti agli iter amministrativi per il rilascio di autorizzazioni e concessioni. Una problematica diffusa su tutto il territorio nazionale ma ancora più grave nel Sud Italia, dove il tasso di corruzione è più alto, come ha evidenziato più volte l’Anac.

Occorre quindi rafforzare il ruolo dell’Anac e degli organismi di vigilanza da affidare ad organi terzi.

In Italia è ancora la corruzione a occupare il maggior dispendio di energie. Un dato ancor più grave se si considera che, sempre nel quinquennio di riferimento, la Gdf ha accertato una frode pari a 19,4 miliardi per responsabilità amministrativa per danno erariale, contestata a 27.296 dipendenti pubblici.

Purtroppo, registriamo come la strada da seguire per la normalizzazione del sistema Italia per estirpare il fenomeno cancerogeno di corruzione ed evasione fiscale è ancora lunga, irta e piena di ostacoli contrastata efficacemente da ‘venti contrari’ rappresentati dal malaffare.

Ettore Minniti, segretario nazionale di Confedercontribuenti, ufficiale dei carabinieri nella riserva,

consulente per l’ex 231 e anticorruzione per le aziende