Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Un adagio noto (e probabilmente vero) a cui si potrebbe aggiungere ora un altro motto: dietro un grande personaggio letterario c’è sempre una donna che influenza il suo creatore.
E’ il caso di James Bond, il celeberrimo agente 007 di Sua Maestà, che “è stato un prodotto della relazione tra Ian Fleming e Ann“. Ne è convinto Gabriel Heaton, specialista in libri e manoscritti presso la casa d’aste Sotheby’s che sta vendendo più di 160 lettere tra la coppia, scritte in 20 anni. “Non è un caso che Ian abbia scritto il suo primo romanzo di Bond nello stesso anno in cui si sono sposati, sia come sbocco per la sua libido e immaginazione, sia nel tentativo di fare soldi per una donna che era abituata a essere spensieratamente ricca – prosegue l’esperto citato dal Guardian e dal Telegraph -. Molto più che lettere d’amore, questa corrispondenza traccia l’ascesa meteorica di Bond e dipinge un’immagine vivida dell’alta società che vive nel mondo postbellico”.
Stimate tra le 200 e le 300 mila sterline, le 160 lettere vengono offerte da Fionn Morgan, la figlia di Ann e di Lord Shane O’Neill, in una vendita online di Sotheby’s dal 3 al 10 dicembre. Si tratta di circa 500 pagine scritte a macchina o a mano, almeno tre scritte su fogli strappati da libri. Due delle lettere di Ann a Ian Fleming sono scritte sul retro di una carta da gioco di ramino e di un grafico della temperatura corporea di un ospedale.
Le lettere raccontano una relazione tempestosa e complicata, fatta di tradimenti, rapporti sadomasochisti e tenerezza, ma anche di complicità e amore. Ann Fleming, da nubile Charteris, nacque nell’aristocrazia e sposò uomini ricchi. Il suo primo marito fu Shane O’Neill, il terzo barone O’Neill.
Dopo la sua morte, avvenuta in un’azione militare nel 1944, sposò il magnate dei giornali Esmond Harmsworth, il secondo visconte Rothermere. Durante entrambi i matrimoni lei e Fleming erano amanti, un’intensa relazione che aveva elementi sado-masochisti come si evince dalle lettere visionate dai giornali inglesi. “Ti bramo anche se mi frusti perché amo essere ferita da te e baciata in seguito”, scrisse Ann una volta a Fleming. “Adoro frustarti, strizzarti e strapparti i capelli neri, e poi siamo felici insieme e ci infiliamo gli spilli uno nell’altra e non ci comportiamo troppo da adulti”, ha scritto a sua volta Fleming.
Nella corrispondenza successiva, Ann ha scritto: “Vorrei che una fata arrivasse con una bacchetta e facesse tutto bene, dai a Esmond una moglie perfetta e mettimi nel tuo letto con una frusta di pelle bovina grezza in mano in modo da poterti tenere ben educato per quarant’anni…”.
Nel 1948 Ann rimase incinta di Fleming e diede alla luce una bimba nata prematura di un mese, che visse solo otto ore. Dalla collezione all’asta emerge un aspetto tenero e dolce di Ian Fleming: una lettera triste e delicata scritta sulla carta di Gleneagles poco dopo aver giocato a golf con Rothermere, il marito tradito di Ann. “Non ho niente da dire per confortarti – scrive Fleming – dopo tutto questo travaglio e dolore è amaro. Posso solo inviarti le mie braccia, il mio amore e tutte le mie preghiere”.
Ma dopo essersi sposati nel 1952, lo stesso anno in cui nacque il figlio Caspar e vide la luce la prima avventura in James Bond, ‘Casino Royale’, la relazione divenne aspra. Soprattutto per i tradimenti dello scrittore di cui Ann parla in una lettera (rendendo comunque pan per focaccia: al momento in cui scriveva lamentandosi che fatto che il marito stava dormendo con altre donne e non con lei, Ann aveva una relazione extraconiugale col leader laburista Hugh Gaitskell): “Parli di ‘cattivi vecchi gironi da scapolo’ – l’unica persona con cui hai smesso di dormire quando hanno smesso di esserlo sono stata io!”, scrive Ann.
La risposta, anche se forse non diretta all’epistola precedente, si trova in una lettera di Fleming scritta su carta intestata British Overseas Airways Corporation: “Nel crepuscolo attuale, ci stiamo facendo del male a un punto tale da rendere la vita difficilmente sopportabile”. Come riportano il Guardian e il Telegraph, Heaton ha spiegato che le lettere all’asta sono piene di storie di alta società, viaggi, amore per la natura e pettegolezzi: “Sono una lettura straordinaria perché Ian Fleming è praticamente incapace di scrivere una frase noiosa”, ha detto l’esperto di Sothebys.
Molte delle lettere successive dell’autore, inoltre, sono state scritte da Goldeneye, in Giamaica, dove ogni anno andava a lavorare ai suoi romanzi e dove scrisse tutti i 13 libri (più un 14esimo uscito postumo nel 1966) di Bond con una metodicità impressionante: scriveva ogni giorno per 4 ore (dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 19) 2.000 parole senza correzioni, per sei settimane nei due mesi invernali che trascorreva in Giamaica tra gennaio e marzo; poi un’ulteriore settimana di lavoro, la settima, per correggere gli errori vistosi e riscrivere brevi passaggi.
Goldeneye era un luogo visitato da molti dei importanti amici di Ann tra cui l’artista Lucian Freud o Truman Capote, non molto amato da Fleming per un’improvvisata che probabilmente disturbò la sua maniacale fabbrica creativa: “E’ arrivato per restare – si legge in una lettera – riesci a immaginare un compagno di giochi più incongruo per me? Sulla scia di un telegramma arrivò frettoloso e cinguettando con la sua minuscola faccia schiacciata sotto il cappello uniforme di un commissario russo […] che era appena arrivato da Mosca”.
Tra le 160 lettere, infine, c’è anche James Bond. Il personaggio che avrebbe reso immortale Ian Fleming è visto dallo scrittore come un’opportunità di guadagno, ma ancora poco credibile. Raccontando ad Ann delle proposte per una serie televisiva dell’agente 007, scrive: “Interessante, ma nessuna miniera d’oro in questo momento”. In quanto poi a un possibile film di Hollywood, prevale lo scetticismo: “E’ come al solito una questione di incrociare le dita e aspettare che qualcuno li prenda da parte e li costringa a tirar fuori qualche dollaro”.
Una speranza che ebbe il tempo di vedere concretizzarsi con i primi due film della serie: ‘Licenza di uccidere’ del 1962 e ‘Dalla Russia con amore’ del 1963. La terza pellicola dedicata all’agente 007, ‘Missione Goldfinger’, la prima a vincere l’Oscar (per il miglior montaggio sonoro a Norman Wanstall), uscì poco dopo la morte dello scrittore, avvenuta all’una di notte del 12 agosto 1964, a 56 anni, a seguito di un infarto.
La moglie Ann gli sopravvisse fino al 1981 mentre il loro unico figlio, Caspar, fu stroncato nel 1975 da un’overdose. Sono sepolti tutti e tre sotto un obelisco di pietra vicino alla chiesetta di Sevenhampton, piccolo villaggio nel distretto di Swindon, nella contea cerimoniale del Wiltshire, in Inghilterra.
Vedi: Quando Ian Fleming si era stufato di James Bond
Fonte: cultura agi