Due tribunali su tre sono non sono pronti a partire con il processo civile telematico. A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Pct, il prossimo 30 giugno, nell’ambito esecutivo mobiliare è in regola uno su dieci, mentre le separazioni consensuali online sono possibili solo nel 15% dei casi. Sono alcuni dei dati che emergono da un’indagine condotta dall’Associazione italiana giovani avvocati, diffusa ieri nel corso de #lanuovagiustizi@, prima Conferenza nazionale sull’ordinamento giudiziario, che si è svolta ieri e oggi a Parma. Secondo la rilevazione, condotta su un campione di 80 tribunali italiani, equamente distribuiti sul territorio, con riferimento alla fase monitoria, emerge che i tribunali che permettono, non solo il deposito del ricorso per ingiunzione, ma anche il pagamento telematico delle relative spese e concludono la procedura con l’emissione del decreto rappresentano a livello nazionale circa il 36% dei tribunali contro un dato formale di attivazione che individua come “attivati” il 61,43% degli stessi. Quanto alla fase di merito e al deposito degli atti endoprocessuali è emerso che solo il 16% dei tribunali la può gestire digitalmente. In ambito esecutivo mobiliare, come detto, i tribunali che effettivamente permettono il deposito telematico dell’istanza di vendita e il pagamento del contributo unificato rappresentano il 13% del totale, mentre in ambito esecutivo immobiliare la percentuale dei tribunali che permettono il deposito telematico dell’atto di pignoramento, dell’istanza di vendita ed il pagamento del contributo unificato arrivano al 16%.