“Grandi sconvolgimenti ideologici e politici” sono da mettere in conto come conseguenza della pandemia del nuovo coronavirus. Ne è convinto l’economista francese Thomas Piketty. “La crisi del Covid-19 accelererà la fine della mondializzazione liberale del commercio e l’emergere di un nuovo modello di sviluppo più equo e sostenibile?”, si chiede, in un editoriale sul quotidiano francese Le Monde, il fondatore e direttore della Scuola di alti studi in Scienze Sociali alla Scuola di economia di Parigi.
“Per ora – scrive l’autore del best-seller mondiale Il Capitale nel XXI secolo – l’urgenza assoluta è soprattutto valutare l’entità della crisi in corso e fare di tutto per evitare il peggio, ovvero l’ecatombe di massa”. Se non si fosse intervenuti con le misure di contenimento, ricorda Piketty, “per le regioni più colpite e nei mesi più neri, il numero delle bare avrebbe potuto essere da 5 a 10 volte più alto del solito, come purtroppo si è visto in certi “cluster” italiani”, anche se “nessuno sa davvero fino a che punto saliranno le perdite umane e fino a che punto sarebbero salire senza le misure di confinamento”.
Citando il precedente storico dalla “spagnola” di un secolo fa Piketty ricorda le disparità della mortalità fra paesi. “Questo dovrebbe preoccuparci: l’epidemia potrebbe raggiungere dei picchi nei paesi poveri, i cui sistemi samnitari non sono in grado di affrontare gli shock, soprattutto perché hanno subito le politiche di austerità imposte dall’ideologia dominante degli ultimi decenni”.
Presto, secondo Piketty, “il nuovo stato sociale chiederà una fiscalità giusta e un registro finanziario internazionale, perché i più ricchi e le grandi imprese contribuiscano per quello che serve. L’attuale regime di libera circolazione dei capitali, operativo a partire dagli anni ’80 e ’90 sotto l’influenza dei paesi ricchi (e stranamente dell’Europa), favorisce di fatto l’evasione dei miliardari e delle multinazionali del mondo intero e impedisce alle amministrazioni fiscali fragili dei paesi poveri di sviluppare tasse giuste”.
La crisi del Covid-19, sottolinea l’economista francese, “può anche essere l’occasione di riflettere a una dotazione sanitaria ed educativa minima per tutti gli abitanti del pianeta, finanziata da un diritto universale di tutti i paesi a una parte delle imposte versate dagli attori economici più prosperi: grandi imprese, famiglie ad alto reddito e patrimoni (per esempio, quelli pari a 10 volte la media mondiale, quindi l’1% rappresentato dai più ricchi del pianeta)”. Dopo tutto, continua l’editoriale di Piketty, “questa prosperità si basa su un sistema economico mondiale (e anche sullo sfruttamento sfrenato delle risorse planetarie da diversi secoli) e quindi richiede regole mondiale per assicurare la sua sostenibilità sociale ed ecologica, con la creazione di una “carta carbone” per impedire le emissioni più forti”.
È evidente, secondo l’autore del Capitale nel XXI Secolo che “una simile trasformazione esigerà che alcune cose siano messe in discussione. Per esempio, Emmanuel Macron e Donald Trump sono pronti ad annullare i regali fiscali ai più favoriti dell’inizio del loro mandato? La risposta dipenderà dalla mobilitazione delle opposizioni e anche dei loro sostenitori”.
Di una sola cosa possiamo essere certi, è la conclusione dell’economista: “i grandi sconvolgimenti politico-ideologici sono appena cominciati”.
Vedi: "Priorità evitare ecatombe, ma poi si cambi ordine mondiale", dice Piketty
Fonte: economia agi