Il premio Ninetta Bartoli, intitolato alla prima sindaca d’Italia eletta in Sardegna, a Borutta, nel 1946, è stato assegnato stamane alla memoria di Michela Murgia, intellettuale originaria di Cabras (Oristano), scomparsa il 10 agosto scorso. “È stata attivista politica, scrittrice di fama nazionale e internazionale, drammaturga, opinionista e critica letteraria”, si legge nelle motivazioni lette stamane a Cagliari, durante la cerimonia di premiazione, da Maria Laura Deidda, vicepresidente della Fidapa-Federazione italiana donne arti professioni e affari che ha promosso l’ottava edizione del premio dedicato alle donne che si sono distinte per il loro ruolo nella società. “Ma non si può racchiudere in poche righe la sua vita e il suo messaggio coraggioso, perché ha abbracciato tutto l’universo sociale, politico, religioso, in una continua ricerca di nuovi orizzonti, nuovi spazi di sostenibilità sociale, per accogliere, comprendere, includere tutte e tutti, specialmente i più fragili oltre qualsiasi stereotipo”.
Il premio per la scrittrice è stato ritirato dal sindaco di Cabras, Andrea Abis, che poi lo consegnerà alla madre di Michela Murgia, in occasione di un evento previsto nella cittadina in provincia di Oristano.
Stamane è stata premiata anche Irene Testa, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La sezione di Cagliari della Fidapa, promotrice del riconoscimento, affiliata alla BPW (Business Professional Women) International, alla presenza del presidente del consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco dei sindaci del Comune di Cagliari, di Borutta, di Arborea, di Villamassargia, di Cabras, ha consegnato il riconoscimento a Testa per il suo lavoro costante e la sua attenzione per i detenuti e le persone senza tutela. “Onorata di aver ricevuto il premio per l’impegno sociale a favore dei fragili nell’ambito carcerario. Serve l’impegno di tutti per aiutare coloro che vedono calpestati i diritti e la dignità umana”, ha dichiarato la Garante.” Lo dedico a tutte le mamme i cui figli si sono tolti la vita in carcere, alla mamma di Aldo Scardella morto suicida in carcere da innocente. Ad Augusta Zuncheddu per aver lottato 33 anni nella ricerca della verità per il fratello Beniamino Zuncheddu. Viva le donne”. (AGI)