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Potere dell’inno­va­zione

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Per­ché la tec­no­lo­gia defi­nirà il futuro della geo­po­li­tica

Eric Sch­midt è pre­si­dente del pro­getto Spe­cial Com­pe­ti­tive Stu­dies ed ex CEO e pre­si­dente di Goo­gle. È coau­tore, con Henry Kis­sin­ger e Daniel Hut­ten­lo­cher, di
L’era dell’IA: e il nostro futuro umano.

Quando le forze russe hanno mar­ciato su Kiev nel feb­braio 2022, pochi pen­sa­vano che l’Ucraina potesse soprav­vi­vere. La Rus­sia aveva più del dop­pio dei sol­dati dell’Ucraina. Il suo bilan­cio mili­tare era più di dieci volte più grande. La comu­nità di intel­li­gence degli Stati Uniti ha sti­mato che Kiev sarebbe caduta entro una o due set­ti­mane al mas­simo. In infe­rio­rità nume­rica e in infe­rio­rità nume­rica, l’Ucraina si rivolse a un’area in cui dete­neva un van­tag­gio sul nemico: la tec­no­lo­gia. Poco dopo l’inva­sione, il governo ucraino ha cari­cato tutti i suoi dati cri­tici sul cloud, in modo da poter sal­va­guar­dare le infor­ma­zioni e con­ti­nuare a fun­zio­nare anche se i mis­sili russi hanno tra­sfor­mato i suoi uffici mini­ste­riali in mace­rie. Il Mini­stero della tra­sfor­ma­zione digi­tale del paese, che il pre­si­dente ucraino Volo­dy­myr Zelen­sky aveva isti­tuito solo due anni prima,
ha ripro­po­sto la sua app mobile di e-govern­ment, Diia, per la rac­colta di intel­li­gence open-source, in modo che i cit­ta­dini potes­sero cari­care foto e video di unità mili­tari nemi­che. Con le loro infra­strut­ture di comu­ni­ca­zione in peri­colo, gli ucraini si sono rivolti ai satel­liti Star­link e alle sta­zioni di terra for­nite da Spa­ceX per rima­nere con­nessi. Quando la Rus­sia ha inviato droni di fab­bri­ca­zione ira­niana oltre il con­fine, l’Ucraina ha acqui­sito i pro­pri droni appo­si­ta­mente pro­get­tati per inter­cet­tare i loro attac­chi, men­tre i suoi mili­tari hanno impa­rato a usare armi sco­no­sciute for­nite dagli alleati occi­den­tali. Nel gioco catand-mouse di inno­va­zione, l’Ucraina sem­pli­ce­mente dimo­strato agile. E così quella che la Rus­sia aveva imma­gi­nato sarebbe stata un’inva­sione facile e veloce si è rive­lata tutt’altro.
Il suc­cesso dell’Ucraina può essere accre­di­tato in parte alla deter­mi­na­zione del popolo ucraino, alla debo­lezza dell’eser­cito russo e alla forza del soste­gno occi­den­tale. Ma deve anche alla nuova forza che defi­ni­sce la poli­tica inter­na­zio­nale: il potere dell’inno­va­zione. Il potere dell’inno­va­zione è la capa­cità di inven­tare, adot­tare e adat­tare nuove tec­no­lo­gie. Con­tri­bui­sce sia all’hard che al soft power. I sistemi di armi ad alta tec­no­lo­gia aumen­tano la potenza mili­tare, le nuove piat­ta­forme e gli stan­dard che li gover­nano for­ni­scono una leva eco­no­mica e la ricerca e le tec­no­lo­gie all’avan­guar­dia aumen­tano l’appeal glo­bale.C’è una lunga tra­di­zione di stati che sfrut­tano l’inno­va­zione per pro­iet­tare il potere all’estero, ma ciò che è cam­biato è la natura auto-per­pe­tuante dei pro­gressi scien­ti­fici. In par­ti­co­lare, gli svi­luppi nell’intel­li­genza arti­fi­ciale non solo aprono nuove aree di sco­perta scien­ti­fica, ma acce­le­rano anche que­sto pro­cesso. L’intel­li­genza arti­fi­ciale poten­zia la capa­cità di scien­ziati e inge­gneri di sco­prire tec­no­lo­gie sem­pre più potenti, pro­muo­vendo i pro­gressi nell’intel­li­genza arti­fi­ciale stessa e in altri campi e rimo­del­lando il mondo nel pro­cesso.
La capa­cità di inno­vare più velo­ce­mente e meglio—il fon­da­mento su cui pog­giano ora il potere mili­tare, eco­no­mico e cul­tu­rale-deter­mi­nerà l’esito della com­pe­ti­zione tra Stati Uniti e Cina. Per ora, gli Stati Uniti riman­gono in testa. Ma la Cina sta recu­pe­rando ter­reno in molte aree ed è già cre­sciuta in altre. Per uscire vit­to­riosi da que­sto con­corso che defi­ni­sce il secolo, gli affari come al solito non andranno bene. Invece, il governo degli Stati Uniti dovrà supe­rare i suoi impulsi buro­cra­tici stol­titi, creare con­di­zioni favo­re­voli per l’inno­va­zione e inve­stire negli stru­menti e nei talenti neces­sari per avviare il cir­colo vir­tuoso del pro­gresso tec­no­lo­gico. Ha biso­gno di impe­gnarsi
Sem­pre più spesso, i sistemi di intel­li­genza arti­fi­ciale ini­zie­ranno a pren­dere deci­sioni da soli.
pro­muo­vere l’inno­va­zione al ser­vi­zio del Paese e al ser­vi­zio della demo­cra­zia. La posta in gioco è niente di meno che il futuro delle società libere, dei mer­cati aperti, del governo demo­cra­tico e del più ampio ordine mon­diale.
LA CONOSCENZA È POTERE
Il nesso tra inno­va­zione tec­no­lo­gica e domi­nio glo­bale risale a secoli fa, dai moschetti che il con­qui­sta­dor Fran­ci­sco Pizarro impugnò per scon­fig­gere l’Impero Inca ai bat­telli a vapore che il com­mo­doro Mat­thew Perry comandò di for­zare l’aper­tura del Giap­pone. Ma la velo­cità con cui l’inno­va­zione sta avve­nendo non ha pre­ce­denti. Da nes­suna parte que­sto cam­bia­mento è più chiaro che in una delle tec­no­lo­gie fon­da­men­tali del nostro tempo: l’intel­li­genza arti­fi­ciale.
I sistemi di intel­li­genza arti­fi­ciale di oggi pos­sono già for­nire van­taggi chiave nel domi­nio mili­tare, dove sono in grado di ana­liz­zare milioni di input, iden­ti­fi­care modelli e avvi­sare i coman­danti delle atti­vità nemi­che. L’eser­cito ucraino, ad esem­pio, ha uti­liz­zato l’intel­li­genza arti­fi­ciale per scan­sio­nare in modo effi­ciente dati di intel­li­gence, sor­ve­glianza e rico­gni­zione da una varietà di fonti. Sem­pre più spesso, tut­ta­via, i sistemi di intel­li­genza arti­fi­ciale andranno oltre la sem­plice assi­stenza al pro­cesso deci­sio­nale umano e ini­zie­ranno a pren­dere deci­sioni da soli. John Boyd, stra­tega mili­tare e colon­nello dell’US Air Force, coniò il ter­mine “OODA loop”—osser­vare, orien­tare, deci­dere, agire—per descri­vere il pro­cesso deci­sio­nale in com­bat­ti­mento. Fon­da­men­tal­mente, l’IA sarà in grado di ese­guire ogni parte del ciclo OODA molto più velo­ce­mente. Il con­flitto può avve­nire alla velo­cità dei com­pu­ter, non alla velo­cità delle per­sone. Di con­se­guenza, i sistemi di comando e con­trollo che si basano su deci­sori umani-o, peg­gio, gerar­chie mili­tari com­plesse-per­de­ranno a sistemi più veloci ed effi­cienti che uni­scono le mac­chine agli umani.
Nelle epo­che pre­ce­denti, le tec­no­lo­gie che hanno pla­smato la geo­po­li­tica—dal bronzo all’acciaio, dall’ener­gia a vapore alla fis­sione nucleare-erano in gran parte sin­go­lari. C’era una chiara soglia di padro­nanza tec­no­lo­gica, e una volta che un paese l’ha rag­giunta, il campo di gioco è stato livel­lato. L’intel­li­genza arti­fi­ciale, al con­tra­rio, è di natura gene­ra­tiva. Pre­sen­tando una piat­ta­forma per l’inno­va­zione scien­ti­fica e tec­no­lo­gica con­ti­nua, può por­tare ad ancora più inno­va­zione.Que­sto feno­meno rende l’età dell’IA fon­da­men­tal­mente diversa dall’età del bronzo o dall’età dell’acciaio. Piut­to­sto che la ric­chezza delle risorse natu­rali o la padro­nanza di una deter­mi­nata tec­no­lo­gia, la fonte del potere di un paese risiede ora nella sua capa­cità di inno­vare con­ti­nua­mente.
Que­sto cir­colo vir­tuoso diven­terà sem­pre più veloce. Una volta che il cal­colo quan­ti­stico diventa mag­gio­renne, i com­pu­ter super­ve­loci con­sen­ti­ranno
ela­bo­ra­zione di quan­tità sem­pre mag­giori di dati, pro­du­cendo sistemi di intel­li­genza arti­fi­ciale sem­pre più intel­li­genti. Que­sti sistemi di intel­li­genza arti­fi­ciale, a loro volta, saranno in grado di pro­durre inno­va­zioni rivo­lu­zio­na­rie in altri campi emer­genti, dalla bio­lo­gia sin­te­tica alla pro­du­zione di semi­con­dut­tori. L’intel­li­genza arti­fi­ciale cam­bierà la natura stessa della ricerca scien­ti­fica. Invece di fare pro­gressi uno stu­dio alla volta, gli scien­ziati sco­pri­ranno le rispo­ste a domande seco­lari ana­liz­zando enormi set di dati, libe­rando le menti più intel­li­genti del mondo a dedi­care più tempo allo svi­luppo di nuove idee. Come tec­no­lo­gia fon­da­men­tale, l’intel­li­genza arti­fi­ciale sarà fon­da­men­tale nella corsa per il potere dell’inno­va­zione, che si trova die­tro innu­me­re­voli svi­luppi futuri nella sco­perta di far­maci, nella tera­pia genica, nella scienza dei mate­riali e nell’ener­gia pulita—e nella stessa intel­li­genza arti­fi­ciale. Gli aerei più veloci non hanno aiu­tato a costruire aerei più veloci, ma com­pu­ter più veloci aiu­te­ranno a costruire com­pu­ter più veloci.
Ancora più potente dell’intel­li­genza arti­fi­ciale di oggi è una tec­no­lo­gia più com­pleta—per ora, data l’attuale potenza di cal­colo, ancora ipo­te­tica—chia­mata “intel­li­genza arti­fi­ciale gene­rale” o AGI. Men­tre l’IA tra­di­zio­nale è pro­get­tata per risol­vere un pro­blema discreto, l’AGI dovrebbe essere in grado di ese­guire qual­siasi com­pito men­tale che un essere umano può e altro ancora. Imma­gina un sistema di intel­li­genza arti­fi­ciale in grado di rispon­dere a domande appa­ren­te­mente intrat­ta­bili, come il modo migliore per inse­gnare l’inglese a un milione di bam­bini o per curare un caso di Alz­hei­mer. L’avvento di AGI rimane anni, forse anche
decenni, di distanza, ma qua­lun­que paese svi­luppa la tec­no­lo­gia prima avrà un enorme van­tag­gio, dal momento che potrebbe quindi uti­liz­zare AGI per svi­lup­pare ver­sioni sem­pre più avan­zate di AGI, gua­da­gnando un van­tag­gio in tutti gli altri domini della scienza e della tec­no­lo­gia nel pro­cesso. Una svolta in que­sto campo potrebbe inau­gu­rare un’era di pre­do­mi­nanza non dis­si­mile dal breve periodo di supe­rio­rità nucleare di cui gli Stati Uniti gode­vano alla fine degli anni ‘ 40.
Men­tre molti degli effetti più tra­sfor­ma­tivi dell’IA sono ancora lon­tani, l’inno­va­zione nei droni sta già scon­vol­gendo il campo di bat­ta­glia. Nel 2020, l’Azer­bai­gian ha impie­gato droni di fab­bri­ca­zione turca e israe­liana per otte­nere un van­tag­gio deci­sivo nella sua guerra con­tro l’Arme­nia nella regione con­tesa del Nagorno – Kara­bakh, accu­mu­lando vit­to­rie sul campo di bat­ta­glia dopo oltre due decenni di stallo mili­tare. Allo stesso modo, la flotta ucraina di droni—molti dei quali sono modelli com­mer­ciali a basso costo ripro­po­sti per la rico­gni­zione die­tro le linee nemi­che-hanno svolto un ruolo fon­da­men­tale nei suoi suc­cessi.
I droni offrono van­taggi distinti rispetto alle armi tra­di­zio­nali: sono più pic­coli ed eco­no­mici, offrono capa­cità di sor­ve­glianza senza pari e ridu­cono l’espo­si­zione al rischio dei sol­dati. Mari­nes in guerra urbana, per esem­pio, potreb­bero essere accom­pa­gnati da micro­droni che ser­vono come i loro occhi e le orec­chie. Nel corso del tempo, i paesi miglio­re­ranno l’hard­ware e il soft­ware che ali­men­tano i droni per inno­vare i loro rivali. Alla fine, i droni armati auto­nomi—non solo vei­coli aerei senza equi­pag­gio ma anche quelli a terra-sosti­tui­ranno del tutto i sol­dati e l’arti­glie­ria con equi­pag­gio. Imma­gina un sot­to­ma­rino auto­nomo che potrebbe spo­stare rapi­da­mente i rifor­ni­menti in acque con­tese o un camion auto­nomo che potrebbe tro­vare il per­corso otti­male per tra­spor­tare pic­coli lan­cia­mis­sili su ter­reni acci­den­tati. Sciami di droni, col­le­gati in rete e coor­di­nati dall’IA, potreb­bero sopraf­fare le for­ma­zioni di carri armati e fan­te­ria sul campo. Nel Mar Nero, l’Ucraina ha usato droni per attac­care navi russe e navi di rifor­ni­mento, aiu­tando un paese con una minu­scola marina a limi­tare la potente flotta russa del Mar Nero. L’Ucraina offre un’ante­prima dei con­flitti futuri: guerre che saranno com­bat­tute e vinte da uomini e mac­chine che lavo­rano insieme.
Come gli svi­luppi nei droni chia­ri­scono, il potere dell’inno­va­zione è alla base del potere mili­tare. In primo luogo, il domi­nio tec­no­lo­gico in domini cru­ciali raf­forza la capa­cità di un paese di fare la guerra e quindi raf­forza le sue capa­cità deter­renti. Ma l’inno­va­zione modella anche il potere eco­no­mico dando agli stati la leva sulle catene di approv­vi­gio­na­mento e la capa­cità di fare le regole per gli altri. I paesi che dipen­dono dalle risorse natu­rali o dal com­mer­cio, in par­ti­co­lare quelli che devono impor­tare beni rari o fon­da­men­tali, affron­tano vul­ne­ra­bi­lità che altri non hanno.
Con­si­dera il potere che la Cina può eser­ci­tare sui paesi che for­ni­sce con l’hard­ware di comu­ni­ca­zione. Non sor­prende che i paesi dipen­denti dalle infra­strut­ture for­nite dalla Cina—come molti paesi in Africa, dove i com­po­nenti pro­dotti da Hua­wei costi­tui­scono circa il 70% delle reti 4G-siano stati rilut­tanti a cri­ti­care le vio­la­zioni dei diritti umani cinesi. Il pri­mato di Tai­wan nella pro­du­zione di semi­con­dut­tori, allo stesso modo, for­ni­sce un potente deter­rente con­tro l’inva­sione, dal momento che la Cina ha poco inte­resse a distrug­gere la sua più grande fonte di micro­chip. La leva finan­zia­ria si accu­mula anche nei paesi pio­nieri delle nuove tec­no­lo­gie. Gli Stati Uniti, gra­zie al loro ruolo nella fon­da­zione di Inter­net, hanno goduto per decenni di un posto al tavolo che defi­ni­sce le nor­ma­tive su Inter­net. Durante la Pri­ma­vera araba, ad esem­pio, il fatto che gli Stati Uniti ospi­tas­sero aziende tec­no­lo­gi­che che for­ni­vano la spina dor­sale di Inter­net con­sen­tiva a tali aziende di rifiu­tare le richie­ste di cen­sura dei governi arabi.
Meno ovvia ma anche cru­ciale, l’inno­va­zione tec­no­lo­gica fa da traino al soft power di un paese. Hol­ly­wood e aziende tec­no­lo­gi­che come Net­flix e You­Tube hanno costruito un tesoro di con­te­nuti per una base di con­su­ma­tori sem­pre più glo­bale, con­tri­buendo nel con­tempo a dif­fon­dere i valori ame­ri­cani. Tali ser­vizi di strea­ming pro­iet­tano lo stile di vita ame­ri­cano nei salotti di tutto il mondo. Allo stesso modo, il pre­sti­gio asso­ciato alle uni­ver­sità degli Stati Uniti e le oppor­tu­nità di crea­zione di ric­chezza create dalle aziende sta­tu­ni­tensi attrag­gono lot­ta­tori da tutto il mondo. In breve, la capa­cità di un paese di pro­iet­tare il potere nella sfera inter­na­zio­nale—mili­tar­mente, eco­no­mi­ca­mente e cul­tu­ral­mente-dipende dalla sua capa­cità di inno­vare più velo­ce­mente e meglio dei suoi con­cor­renti.
CORSA VERSO L’ALTO
Il motivo prin­ci­pale per cui l’inno­va­zione ora offre un van­tag­gio così enorme è che genera più inno­va­zione. In parte, lo fa a causa della dipen­denza dal per­corso che deriva da gruppi di scien­ziati che attrag­gono, inse­gnano e adde­strano altri grandi scien­ziati presso uni­ver­sità di ricerca e grandi aziende tec­no­lo­gi­che. Ma lo fa anche per­ché l’inno­va­zione si costrui­sce su se stessa. L’inno­va­zione si basa su un ciclo di inven­zione, ado­zione e adat­ta­mento—un ciclo di feed­back che ali­menta ancora più inno­va­zione. Se un anello della catena si rompe, anche la capa­cità di un paese di inno­vare in modo effi­cace.
Un van­tag­gio nell’inven­zione è tipi­ca­mente costruito su anni di ricerca pre­ce­dente. Con­si­dera il modo in cui gli Stati Uniti hanno por­tato il mondo nell’era delle tele­co­mu­ni­ca­zioni 4G. Il lan­cio delle reti 4G in tutto il paese
ha faci­li­tato lo svi­luppo ini­ziale di appli­ca­zioni mobili come Uber che richie­de­vano con­nes­sioni dati cel­lu­lari più veloci. Con que­sto van­tag­gio, Uber è stata in grado di per­fe­zio­nare il suo pro­dotto negli Stati Uniti in modo da poterlo distri­buire nei paesi in via di svi­luppo. Ciò ha por­tato a molti più clienti—e molto più feed­back da incor­po­rare-men­tre l’azienda adat­tava il suo pro­dotto a nuovi mer­cati e nuove ver­sioni.
Ma il fos­sato intorno ai paesi che godono di van­taggi strut­tu­rali nella tec­no­lo­gia si sta ridu­cendo. Gra­zie in parte alla ricerca acca­de­mica più acces­si­bile e all’ascesa del soft­ware open source, le tec­no­lo­gie si dif­fon­dono più rapi­da­mente in tutto il mondo. La dispo­ni­bi­lità di nuovi pro­gressi ha aiu­tato i con­cor­renti a rag­giun­gere a velo­cità record, come alla fine ha fatto la Cina nel 4G.
Seb­bene alcuni dei recenti suc­cessi tec­no­lo­gici della Cina deri­vino dallo spio­nag­gio eco­no­mico e dal disprezzo per i bre­vetti, gran parte di esso risale a sforzi inno­va­tivi, piut­to­sto che deri­vati, per adat­tare e imple­men­tare nuove tec­no­lo­gie.
In effetti, le aziende cinesi hanno goduto di un suc­cesso cla­mo­roso nell’adot­tare e com­mer­cia­liz­zare inno­va­zioni tec­no­lo­gi­che stra­niere. Nel 2015, il Par­tito Comu­ni­sta cinese ha defi­nito la sua stra­te­gia” Made in China 2025 ” per rag­giun­gere l’auto­suf­fi­cienza nelle indu­strie high-tech come le tele­co­mu­ni­ca­zioni e l’intel­li­genza arti­fi­ciale. Come parte di que­sta offerta, ha annun­ciato un piano eco­no­mico di “dop­pia cir­co­la­zione”, in base al quale la Cina intende aumen­tare la domanda interna ed estera per i suoi beni. Attra­verso par­te­na­riati pub­blico-pri­vato, sus­sidi diretti alle aziende pri­vate e soste­gno alle aziende soste­nute dallo stato, Pechino ha ver­sato miliardi di dol­lari per assi­cu­rarsi di uscire avanti nella corsa per la supre­ma­zia tec­no­lo­gica. Finora, il record è misto. La Cina è davanti agli Stati Uniti in alcune tec­no­lo­gie, ma in ritardo in altri.
È dif­fi­cile dire se la Cina pren­derà il comando nell’IA, ma gli alti fun­zio­nari di Pechino pen­sano cer­ta­mente che lo farà. Nel 2017, Pechino ha annun­ciato l’inten­zione di diven­tare il lea­der glo­bale nell’intel­li­genza arti­fi­ciale entro il 2030, e potrebbe rag­giun­gere que­sto obiet­tivo anche prima del pre­vi­sto. La Cina ha già rag­giunto il suo obiet­tivo di diven­tare il lea­der mon­diale nella tec­no­lo­gia di sor­ve­glianza basata sull’intel­li­genza arti­fi­ciale, che non solo uti­lizza per con­trol­lare i dis­si­denti in patria, ma vende anche ai governi auto­ri­tari all’estero. La Cina si col­loca ancora die­tro gli Stati Uniti nell’attrarre le migliori menti nell’intel­li­genza arti­fi­ciale, con quasi il 60% dei ricer­ca­tori di alto livello che lavo­rano nelle uni­ver­sità sta­tu­ni­tensi. Ma le leggi sulla pri­vacy allen­tate della Cina, la rac­colta obbli­ga­to­ria dei dati,
L’inno­va­zione genera più inno­va­zione.
e i finan­zia­menti gover­na­tivi mirati danno al paese un van­tag­gio chiave. In effetti, è già lea­der nella pro­du­zione di vei­coli auto­nomi.
Per ora, gli Stati Uniti man­ten­gono ancora un van­tag­gio nel cal­colo quan­ti­stico. Eppure negli ultimi dieci anni, la Cina ha inve­stito almeno 10 miliardi di dol­lari in tec­no­lo­gia quan­ti­stica, circa dieci volte tanto quanto il governo degli Stati Uniti. La Cina sta lavo­rando per costruire com­pu­ter quan­ti­stici così potenti da poter facil­mente deci­frare la crit­to­gra­fia di oggi.Il paese sta anche inve­stendo pesan­te­mente in reti quan­ti­sti­che— un modo di tra­smet­tere infor­ma­zioni sotto forma di bit quan­ti­stici-pre­su­mi­bil­mente nella spe­ranza che tali reti siano imper­mea­bili al moni­to­rag­gio da parte di altre agen­zie di intel­li­gence. Ancora più allar­mante, il governo cinese potrebbe già memo­riz­zare le comu­ni­ca­zioni rubate e inter­cet­tate con un occhio a deci­frarle una volta che pos­siede la potenza di cal­colo per farlo, una stra­te­gia nota come “store now, decrypt later.”Quando i com­pu­ter quan­ti­stici diven­te­ranno abba­stanza veloci, tutte le comu­ni­ca­zioni crit­to­gra­fate attra­verso metodi non quan­ti­stici saranno a rischio di inter­cet­ta­zione, aumen­tando la posta in gioco per rag­giun­gere prima que­sta svolta.
La Cina sta anche cer­cando atti­va­mente di rag­giun­gere gli Stati Uniti nella bio­lo­gia sin­te­tica. Gli scien­ziati in que­sto campo stanno lavo­rando su una serie di nuovi svi­luppi bio­lo­gici, tra cui il cemento micro­bico che assorbe l’ani­dride car­bo­nica, le col­ture con una mag­giore capa­cità di seque­strare il car­bo­nio e i sosti­tuti della carne a base vege­tale. Tale tec­no­lo­gia ha enormi pro­messe per com­bat­tere il cam­bia­mento cli­ma­tico e creare posti di lavoro, ma dal 2019, gli inve­sti­menti pri­vati cinesi nella bio­lo­gia sin­te­tica hanno supe­rato gli inve­sti­menti sta­tu­ni­tensi.
Quando si tratta di semi­con­dut­tori, anche la Cina ha piani ambi­ziosi. Il governo cinese sta finan­ziando sforzi senza pre­ce­denti per diven­tare lea­der nella pro­du­zione di semi­con­dut­tori entro il 2030. Le aziende cinesi stanno attual­mente creando quelli che sono noti nel set­tore come chip “a sette nano­me­tri”, ma Pechino ha messo gli occhi ulte­rior­mente, annun­ciando piani per pro­durre a livello nazio­nale la nuova gene­ra­zione di chip “a cin­que nano­me­tri”. Per ora, gli Stati Uniti con­ti­nuano a sovra­per­for­mare la Cina nella pro­get­ta­zione di semi­con­dut­tori, così come Tai­wan e Corea del Sud alli­neate agli Stati Uniti. Nell’otto­bre 2022, l’ammi­ni­stra­zione Biden ha preso l’impor­tante passo di bloc­care le prin­ci­pali aziende sta­tu­ni­tensi che pro­du­cono chip per com­pu­ter AI dalla ven­dita in Cina come parte di un pac­chetto di restri­zioni rila­sciate dal Dipar­ti­mento del Com­mer­cio. Eppure le aziende cinesi con­trol­lano
Più della metà di tutti i ricer­ca­tori di intel­li­genza arti­fi­ciale negli Stati Uniti pro­viene dall’estero.
85 per cento della lavo­ra­zione dei mine­rali delle terre rare che vanno in que­sti chip e altri com­po­nenti elet­tro­nici cri­tici, offrendo un impor­tante punto di leva rispetto ai loro con­cor­renti.
UNA BATTAGLIA DI SISTEMI
La com­pe­ti­zione tra Stati Uniti e Cina è tanto una com­pe­ti­zione tra sistemi quanto tra stati. Nel modello cinese di fusione civile-mili­tare, il governo pro­muove la con­cor­renza interna e finan­zia i vin­ci­tori emer­genti come ” cam­pioni nazio­nali.”Que­ste aziende svol­gono un duplice ruolo, mas­si­miz­zando il suc­cesso com­mer­ciale e pro­muo­vendo gli inte­ressi di sicu­rezza nazio­nale cinese. Il modello ame­ri­cano, d’altra parte, si basa su un insieme più dispa­rato di attori pri­vati. Il governo fede­rale for­ni­sce finan­zia­menti alla scienza di base, ma in gran parte lascia l’inno­va­zione e la com­mer­cia­liz­za­zione al mer­cato.
Per molto tempo, la tri­pecta del governo, dell’indu­stria e del mondo acca­de­mico è stata la fonte pri­ma­ria dell’inno­va­zione ame­ri­cana. Que­sta col­la­bo­ra­zione ha gui­dato molte sco­perte tec­no­lo­gi­che, dallo sbarco sulla luna a Inter­net. Ma con la fine della guerra fredda, il governo degli Stati Uniti è diven­tato con­tra­rio all’asse­gna­zione di finan­zia­menti per la ricerca appli­cata, e ha per­sino abbas­sato l’importo dedi­cato alla ricerca fon­da­men­tale. Seb­bene la spesa pri­vata sia decol­lata, gli inve­sti­menti pub­blici si sono sta­bi­liz­zati nell’ultimo mezzo secolo. Nel 2015, la quota dei finan­zia­menti gover­na­tivi per la ricerca di base è scesa sotto il 50 per cento per la prima volta dalla fine della seconda guerra mon­diale, dopo aver oscil­lato intorno al 70 per cento nel 1960. Nel frat­tempo, la geo­me­tria dell’inno­va­zione—il rispet­tivo ruolo degli attori pub­blici e pri­vati nel gui­dare il pro­gresso tec­no­lo­gico—è cam­biata dalla guerra fredda, in modi che non hanno sem­pre pro­dotto ciò di cui il paese ha biso­gno. L’aumento del capi­tale di rischio ha con­tri­buito ad acce­le­rare l’ado­zione e la com­mer­cia­liz­za­zione, ma ha fatto poco per affron­tare pro­blemi scien­ti­fici di ordine supe­riore.
Le ragioni della rilut­tanza di Washing­ton a finan­ziare la scienza che serve come fon­da­mento del potere dell’inno­va­zione sono strut­tu­rali. L’inno­va­zione richiede rischi e, a volte, fal­li­menti—qual­cosa che i poli­tici sono rilut­tanti ad accet­tare. L’inno­va­zione può richie­dere inve­sti­menti a lungo ter­mine, ma il governo degli Stati Uniti opera su un ciclo di bilan­cio di un anno e, al mas­simo, su un ciclo poli­tico di due anni. Nono­stante que­sti osta­coli, la Sili­con Val­ley (insieme ad altri punti caldi negli Stati Uniti) è ancora riu­scita a inco­rag­giare l’inno­va­zione. La sto­ria di suc­cesso ame­ri­cana si basa su un potente mix di ambi­zione sti­mo­lante, regimi legali e fiscali favo­re­voli alle star­tup e una cul­tura di aper­tura che con­sente agli impren­di­tori e ai ricer­ca­tori di ite­rare e miglio­rare nuove idee.
Tut­ta­via, potrebbe non essere suf­fi­ciente. Il soste­gno del governo ha svolto a lungo un ruolo fon­da­men­tale nell’inno­va­zione di par­tenza negli Stati Uniti, e la ricerca in tec­no­lo­gie che sem­brano stra­va­ganti ora potrebbe rive­larsi cri­tica in un futuro non troppo lon­tano. Nel 2013, ad esem­pio, la Defense Advan­ced Research Pro­jects Agency ha inve­stito in vac­cini a RNA mes­sag­gero, lavo­rando con la società bio­tech Moderna, che in seguito avrebbe svi­lup­pato e con­se­gnato un vac­cino COVID-19 in tempi record. Ma tali esempi sono più rari di quanto dovreb­bero essere.
La con­cor­renza con la Cina richiede un rilan­cio dell’inte­ra­zione tra il governo, il set­tore pri­vato e il mondo acca­de­mico. Pro­prio come la guerra fredda ha por­tato alla crea­zione del Con­si­glio di sicu­rezza nazio­nale, la com­pe­ti­zione ali­men­tata dalla tec­no­lo­gia di oggi dovrebbe sti­mo­lare un ripen­sa­mento delle strut­ture poli­ti­che esi­stenti. Come ha rac­co­man­dato la Com­mis­sione per la sicu­rezza nazio­nale sull’intel­li­genza arti­fi­ciale (che ho pre­sie­duto), un nuovo “con­si­glio per la com­pe­ti­ti­vità tec­no­lo­gica”, ispi­rato al NSC, potrebbe aiu­tare a coor­di­nare l’azione tra gli attori pri­vati e svi­lup­pare un piano nazio­nale per far pro­gre­dire le tec­no­lo­gie emer­genti cru­ciali. In un segno pro­met­tente, il Con­gresso sem­bra aver rico­no­sciuto la neces­sità di un soste­gno deci­sivo. Nel 2022, con un voto bipar­ti­san, ha appro­vato il CHIPS and Science Act, che dirige 200 miliardi di dol­lari in finan­zia­menti per la R & S scien­ti­fica nei pros­simi dieci anni.
INVESTIRE NEL FUTURO
Come parte del suo sforzo per garan­tire che rimanga una super­po­tenza dell’inno­va­zione, gli Stati Uniti dovranno inve­stire miliardi di dol­lari in aree chiave della con­cor­renza tec­no­lo­gica. Nei semi­con­dut­tori, forse la tec­no­lo­gia più vitale oggi, il governo degli Stati Uniti dovrebbe rad­dop­piare i suoi sforzi verso le catene di approv­vi­gio­na­mento onshore e “friend shore”, tra­sfe­ren­dole negli Stati Uniti o in paesi amici. Nell’ener­gia rin­no­va­bile, dovrebbe finan­ziare la ricerca e lo svi­luppo per la microe­let­tro­nica, imma­gaz­zi­nare i mine­rali delle terre rare (come il litio e il cobalto) neces­sari per le bat­te­rie e i vei­coli elet­trici e inve­stire in nuove tec­no­lo­gie che pos­sono sosti­tuire le bat­te­rie agli ioni di litio e com­pen­sare il domi­nio delle risorse della Cina. Nel frat­tempo, il lan­cio del 5G negli Stati Uniti è stato lento, in parte per­ché le agen­zie gover­na­tive—in par­ti­co­lare il Dipar­ti­mento della Difesa—con­trol­lano la mag­gior parte dello spet­tro radio ad alta fre­quenza uti­liz­zato dal 5G. Per rag­giun­gere la Cina, il Pen­ta­gono dovrebbe aprire più dello spet­tro agli attori pri­vati.
Gli Stati Uniti dovranno inve­stire in tutte le parti del ciclo dell’inno­va­zione, finan­ziando non solo la ricerca di base, ma anche la com­mer­cia­liz­za­zione. L’inno­va­zione signi­fi­ca­tiva richiede sia l’inven­zione che l’imple­men­ta­zione, l’abi­lità
è neces­sa­rio ese­guire e com­mer­cia­liz­zare nuove inven­zioni su larga scala. Que­sto è spesso il prin­ci­pale osta­colo. La ricerca sulle auto elet­tri­che, ad esem­pio, ha aiu­tato Gene­ral Motors a por­tare il suo primo modello sul mer­cato nel 1996, ma ci sono voluti altri due decenni prima che Tesla pro­du­cesse in serie un modello com­mer­cial­mente valido. Ogni nuova tec­no­lo­gia, dall’intel­li­genza arti­fi­ciale al cal­colo quan­ti­stico alla bio­lo­gia sin­te­tica, deve essere per­se­guita con il chiaro obiet­tivo della com­mer­cia­liz­za­zione.
Oltre a inve­stire diret­ta­mente nelle tec­no­lo­gie che ali­men­tano il potere dell’inno­va­zione, gli Stati Uniti devono inve­stire nell’input che sta al cen­tro dell’inno­va­zione: il talento. Gli Stati Uniti van­tano le migliori star­tup del mondo, le aziende incum­bent e le uni­ver­sità, che attrag­gono i migliori e i più bril­lanti da tutto il mondo. Eppure troppe per­sone di talento sono impe­dite di venire negli Stati Uniti dal suo sistema di immi­gra­zione obso­leto. Invece di creare un per­corso facile per una carta verde per gli stra­nieri che gua­da­gnano gradi STEM da scuole ame­ri­cane, il sistema attuale rende inu­til­mente dif­fi­cile per i migliori lau­reati di con­tri­buire all’eco­no­mia degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno un van­tag­gio asim­me­trico quando si tratta di impie­gare immi­grati alta­mente qua­li­fi­cati, e i suoi invi­dia­bili stan­dard di vita e abbon­danti oppor­tu­nità spie­gano per­ché il paese ha atti­rato la mag­gior parte delle menti più bril­lanti del mondo. Più della metà di tutti i ricer­ca­tori di IA che lavo­rano negli Stati Uniti pro­viene dall’estero e la domanda di talenti dell’IA supera ancora di gran lunga l’offerta. Se gli Stati Uniti chiu­dono le porte agli immi­grati di talento, rischiano di per­dere il loro van­tag­gio inno­va­tivo. Pro­prio come il Pro­getto Man­hat­tan è stato gui­dato in gran parte da rifu­giati ed emi­grati dall’Europa, la pros­sima svolta tec­no­lo­gica ame­ri­cana sarà quasi cer­ta­mente basata sugli immi­grati.
LA MIGLIORE DIFESA
Come parte dei suoi sforzi per tra­durre l’inno­va­zione in hard power, gli Stati Uniti devono fon­da­men­tal­mente ripen­sare alcune delle sue poli­ti­che di difesa. Durante la guerra fredda, il paese ha pro­get­tato varie stra­te­gie di “off­set” per con­tro­bi­lan­ciare la supe­rio­rità nume­rica sovie­tica attra­verso la stra­te­gia mili­tare e le inno­va­zioni tec­no­lo­gi­che. Oggi Washing­ton ha biso­gno di quella che lo Spe­cial Com­pe­ti­tive Stu­dies Pro­ject ha defi­nito una stra­te­gia “Off­set-X”, un approc­cio com­pe­ti­tivo attra­verso il quale gli Stati Uniti pos­sono man­te­nere la supe­rio­rità tec­no­lo­gica e mili­tare.
Data la quan­tità di mili­tari ed eco­no­mie moderne che si basano su infra­strut­ture digi­tali, è pro­ba­bile che qual­siasi futura guerra di grandi potenze inizi con un attacco infor­ma­tico. Le difese infor­ma­ti­che degli Stati Uniti, quindi, hanno biso­gno di un tempo di rispo­sta più veloce del tempo di rea­zione degli umani. Dopo aver affron­tato costanti attac­chi infor­ma­tici
anche in tempo di pace, gli Stati Uniti dovreb­bero armarsi di ridon­danza, creando sistemi di bac­kup e per­corsi alter­na­tivi per i flussi di dati.
Ciò che ini­zia nel cyber­spa­zio potrebbe facil­mente dege­ne­rare nel regno fisico, e anche lì gli Stati Uniti dovranno affron­tare nuove sfide. Per con­tra­stare pos­si­bili attac­chi di droni sciame, deve inve­stire in arti­glie­ria difen­siva e sistemi mis­si­li­stici. Per miglio­rare la con­sa­pe­vo­lezza sul campo di bat­ta­glia, l’eser­cito ame­ri­cano dovrebbe con­cen­trarsi sull’imple­men­ta­zione di una rete di sen­sori eco­no­mici ali­men­tati dall’intel­li­genza arti­fi­ciale per moni­to­rare le aree con­te­state, un approc­cio che è spesso più effi­cace di un sin­golo sistema squi­si­ta­mente arti­gia­nale. Men­tre l’intel­li­genza umana diventa più dif­fi­cile da otte­nere, gli Stati Uniti devono sem­pre più fare affi­da­mento sulla più grande costel­la­zione di sen­sori di qual­siasi paese, che vanno dal sot­to­ma­rino allo spa­zio esterno. Dovrà anche con­cen­trarsi mag­gior­mente sull’intel­li­genza open source, dato che la mag­gior parte dei dati del mondo oggi è dispo­ni­bile al pub­blico. Senza que­sta capa­cità, gli Stati Uniti rischiano di essere sor­presi dai loro fal­li­menti di intel­li­gence.
Quando si tratta di com­bat­ti­menti effet­tivi, le unità mili­tari dovreb­bero essere col­le­gate in rete e decen­tra­liz­zate per supe­rare meglio gli avver­sari. Di fronte ad avver­sari con rigide gerar­chie mili­tari, gli Stati Uniti potreb­bero otte­nere un van­tag­gio uti­liz­zando unità più pic­cole e più con­nesse i cui mem­bri sono abili nel pro­cesso deci­sio­nale basato sulla rete, impie­gando gli stru­menti dell’intel­li­genza arti­fi­ciale a loro van­tag­gio. Ad esem­pio, una sin­gola unità
potrebbe riu­nire capa­cità di rac­colta di intel­li­gence, attac­chi mis­si­li­stici a lungo rag­gio e guerra elet­tro­nica. Il Pen­ta­gono deve for­nire ai coman­danti sul campo di bat­ta­glia tutte le migliori infor­ma­zioni e con­sen­tire loro di fare le migliori scelte sul ter­reno.
L’eser­cito degli Stati Uniti deve anche impa­rare a inte­grare le nuove tec­no­lo­gie nel suo pro­cesso di approv­vi­gio­na­mento, nei piani di bat­ta­glia e nei com­bat­ti­menti di guerra. Nei quat­tro anni in cui ho pre­sie­duto il Defense Inno­va­tion Board, sono rima­sto sba­lor­dito da quanto fosse dif­fi­cile farlo. Un impor­tante collo di bot­ti­glia è il one­roso pro­cesso di approv­vi­gio­na­mento del Pen­ta­gono: i prin­ci­pali sistemi d’arma impie­gano più di dieci anni per pro­get­tare, svi­lup­pare e distri­buire. Il Dipar­ti­mento della Difesa dovrebbe cer­care ispi­ra­zione nel modo in cui l’indu­stria tec­no­lo­gica pro­getta i pro­dotti. Dovrebbe costruire mis­sili nel modo in cui le aziende ora costrui­scono auto elet­tri­che, uti­liz­zando uno stu­dio di pro­get­ta­zione per svi­lup­pare e simu­lare soft­ware, alla ricerca di inno­va­zioni dieci volte più veloci e con­ve­nienti dei pro­cessi attuali. L’attuale sistema di approv­vi­gio­na­mento è par­ti­co­lar­mente adatto per un futuro in cui il pri­mato del soft­ware si rive­lerà deci­sivo sul campo di bat­ta­glia.
Gli Stati Uniti spen­dono quat­tro volte di più di qual­siasi altro paese per pro­cu­rarsi sistemi mili­tari, ma il prezzo è una metrica sca­dente per giu­di­care il potere di inno­va­zione. Nell’aprile 2022, le forze ucraine hanno spa­rato due mis­sili Nep­tune con­tro la Moskva, una nave da guerra russa di 600 piedi, affon­dando la nave. La nave costò 750 milioni di dol­lari; i mis­sili 500.000 dol­lari a testa. Allo stesso modo, il mis­sile anti-nave iper­so­nico all’avan­guar­dia della Cina, il YJ-21, potrebbe un giorno affon­dare una por­tae­rei sta­tu­ni­tense da 10 miliardi di dol­lari. Il governo degli Stati Uniti dovrebbe pen­sarci due volte prima di impe­gnare altri 10 miliardi di dol­lari e dieci anni per una nave del genere. Spesso ha più senso acqui­stare molti arti­coli a basso costo invece di inve­stire in alcuni pro­getti di pre­sti­gio ad alto costo.
GIOCARE PER VINCERE
Nel con­te­sto del secolo-la riva­lità degli Stati Uniti con la Cina—il fat­tore deci­sivo sarà il potere dell’inno­va­zione. I pro­gressi tec­no­lo­gici nei pros­simi cin­que-dieci anni deter­mi­ne­ranno quale paese avrà il soprav­vento in que­sta com­pe­ti­zione mon­diale.La sfida per gli Stati Uniti, tut­ta­via, è che i fun­zio­nari gover­na­tivi sono incen­ti­vati a evi­tare rischi e con­cen­trarsi sul breve ter­mine, lasciando il paese a inve­stire cro­ni­ca­mente nelle tec­no­lo­gie del futuro.
Se la neces­sità è la madre dell’inven­zione, la guerra è l’oste­trica dell’inno­va­zione. Par­lando agli ucraini in visita a Kiev nell’autunno del 2022, ho sen­tito da molti che i primi mesi della guerra sono stati i più pro­dut­tivi della loro vita. Gli Stati Uniti ‘ ultima vera­mente glo­bale
la seconda guerra mon­diale ha por­tato alla dif­fusa ado­zione della peni­cil­lina, una rivo­lu­zione nella tec­no­lo­gia nucleare e una svolta nell’infor­ma­tica. Ora, gli Stati Uniti devono inno­vare in tempo di pace, più velo­ce­mente che mai. Non riu­scendo a farlo, sta ero­dendo la sua capa­cità di sco­rag­giare-e, se neces­sa­rio, di com­bat­tere e vin­cere-la pros­sima guerra.
L’alter­na­tiva potrebbe essere disa­strosa. I mis­sili iper­so­nici potreb­bero lasciare gli Stati Uniti indi­fesi e gli attac­chi infor­ma­tici potreb­bero para­liz­zare la rete elet­trica del paese. Forse ancora più impor­tante, la guerra del futuro col­pirà gli indi­vi­dui in modi com­ple­ta­mente nuovi: stati auto­ri­tari come la Cina e la Rus­sia potreb­bero essere in grado di rac­co­gliere dati indi­vi­duali sulle abi­tu­dini di acqui­sto degli ame­ri­cani, sulla posi­zione e per­sino sui pro­fili del DNA, con­sen­tendo cam­pa­gne di disin­for­ma­zione su misura e per­sino attac­chi bio­lo­gici mirati e omi­cidi. Per evi­tare que­sti orrori, gli Stati Uniti devono assi­cu­rarsi di rima­nere davanti ai loro con­cor­renti tec­no­lo­gici.
I prin­cipi che hanno defi­nito la vita negli Stati Uniti—libertà, capi­ta­li­smo, sforzo indi­vi­duale-erano quelli giu­sti per il pas­sato e riman­gono tali per il futuro. Que­sti valori fon­da­men­tali sono alla base di un eco­si­stema di inno­va­zione che è ancora l’invi­dia del mondo. Hanno per­messo sco­perte che hanno tra­sfor­mato la vita quo­ti­diana in tutto il mondo. Gli Stati Uniti hanno ini­ziato la corsa all’inno­va­zione in pole posi­tion, ma non pos­sono essere certi che rimar­ranno lì. Il vec­chio man­tra della Sili­con Val­ley vale non solo nell’indu­stria ma anche nella geo­po­li­tica: inno­vare o morire.