Il governo polacco ha avviato un piano per proteggere la popolazione civile in caso di guerra, con la costruzione di centinaia di rifugi sotterranei, il risanamento di quelli esistenti e l’addestramento di “militari di cittadinanza”. Una legge sulla protezione civile prevede poi il miglioramento della preparazione delle forze di sicurezza in un contesto di guerra e, in coordinamento con l’esercito, fornirà corsi di addestramento militare e di sopravvivenza ai civili che lo desiderano. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, le autorità polacche hanno preparato un rapporto sui rifugi per i civili che il Paese avrebbe avuto in caso di guerra. Ne risulta che i circa 62.000 punti considerati in grado di offrire una qualche forma di protezione basterebbero solo per 1,3 milioni di persone al massimo, circa il 3% della popolazione polacca. Molti di questi rifugi versano in stato di abbandono, senza accesso alla rete elettrica né all’acqua potabile, e in alcuni casi si tratta di semplici parcheggi sotterranei inutilizzati da molto tempo. Secondo alcuni esperti la situazione è grave ma non critica, e il numero così basso di rifugi è dovuto al fatto che le normative sono molto severe e considerano idonei solo gli edifici in ottime condizioni. Il Comune di Varsavia ha appena annunciato che investirà circa 30 milioni di euro nella ristrutturazione dei vecchi bunker e nella costruzione di una rete di rifugi in tutta la città. Il sindaco della capitale, Rafal Trzaskowski, ha dichiarato che, ad esempio, l’Ucraina non sarebbe sopravvissuta alle prime settimane dell’invasione russa se non fosse stato per il coinvolgimento dell’intera società. Già nell’aprile 2022 è stato distribuito alla popolazione polacca un opuscolo di 36 pagine, dal titolo “Siate preparati!”, che offre istruzioni su come agire in caso di occupazione militare straniera, attacchi aerei o un attacco nucleare. (AGI)
RED/VEN