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Polemica sugli aiuti a Gaza, Israele blocca i camion dell’Onu

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Il segretario delle Nazioni Unite, Guterres: “Decisione inaccettabile”. Bombardamenti su Rafah e sull’ospedale di Al-Shifa. Secondo Hamas, i morti sono decine. Nuova riunione del Consiglio di Sicurezza

AGI – Mentre Israele continua a bombardare Rafah e il centro della striscia di Gaza, esplode lo scontro tra l’Onu e lo Stato ebraico, che ha bloccato l’ingresso dei convogli delle Nazioni Unite destinati alla stremata popolazione civile dell’area.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha fatto sapere che al momento e formalmente vietata da Israele qualsiasi consegna di aiuti alimentari nel nord della Striscia di Gaza. “Nonostante la tragedia che si svolge davanti ai nostri occhi, le autorità israeliane hanno informato l’Onu che non approveranno più i convogli alimentari dell’Unrwa nel nord” del territorio, ha annunciato su X il responsabile Philippe Lazzarini, sottolineando che l’agenzia resta “la principale ancora di salvezza per i rifugiati palestinesi.”
L’agenzia infatti non può più distribuire aiuti in questo settore, dove il rischio di carestia è più acuto, dal 29 gennaio, ha spiegato la sua portavoce Juliette Touma. Tuttavia, può continuare a farlo nella parte meridionale. “Impedire all’Unrwa di portare cibo significa di fatto negare la possibilità di sopravvivenza alle persone che soffrono la fame”, ha risposto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha chiesto una revisione “urgente” di questa decisione.
Le accuse di Tel Aviv e la replica del Palazzo di Vetro
Israele ha accusato l’Unrwa di impiegare “più di 450 terroristi” a Gaza e sostiene che 12 dei suoi dipendenti sono stati direttamente coinvolti nell’attacco senza precedenti di Hamas del 7 ottobre sul suolo israeliano che ha scatenato la guerra nella Striscia di Gaza.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato che la decisione di Israele è “totalmente inaccettabile”. “Vediamo emergere un crescente consenso nella comunità internazionale per dire agli israeliani che il cessate il fuoco è necessario e vedo anche un crescente consenso – l’ho sentito negli Stati Uniti, l’ho sentito dall’Unione Europea, per non parlare ovviamente del mondo musulmano – per dire chiaramente agli israeliani che qualsiasi invasione di terra di Rafah potrebbe significare un disastro umanitario”, ha aggiunto Guterres, oggi in visita in Giordania.
“Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, oggi sul lato egiziano del valico di Rafah, ha incolpato Israele per la situazione umanitaria a Gaza, senza condannare in alcun modo i terroristi di Hamas-ISIS che saccheggiano gli aiuti umanitari, senza condannare l’Unrwa che collabora con i terroristi – e senza chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani”, scrive il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, evidenziando come “sotto la sua guida, l’Onu è diventato un organismo antisemita e anti-israeliano che protegge e incoraggia il terrorismo”.
Attacchi aerei su Rafah e Deir al Balah
I palestinesi hanno riferito che decine di persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano su edifici a Rafah e su Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza. La radio di Hamas ha anche riferito che l’ultimo piano dell’ospedale Al Shifa è stato colpito dall’artiglieria e che il fuoco dell’artiglieria ha preso di mira anche l’ospedale Al Amal a Khan Younis.
Le truppe israeliane e le forze dello Shin Bet affermano di aver arrestato finora circa 500 “terroristi” di Hamas e della Jihad islamica nell’operazione all’ospedale. Continua incessante anche l’attività nell’area di Al-Amal, nella parte occidentale di Khan Yunis, dove “più di 20 terroristi sono stati eliminati nell’area nelle ultime 24 ore”. Nel frattempo, nelle ultime 24 ore l’aviazione israeliana ha attaccato circa 50 obiettivi terroristici in tutta la Striscia di Gaza, tra cui infrastrutture terroristiche ed edifici militari.
Per Israele “Hamas sta distruggendo l’ospedale”
Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha sostenuto, in un discorso rilanciato via web, che Hamas sta distruggendo l’ospedale al-Shifa a Gaza City e ripetuto l’accusa che il movimento islamista utilizza gli ospedali come basi per fare la guerra.
Nel briefing di tre minuti, Hagari ha aggiunto che l’operazione militare israeliana nel complesso ospedaliero è stata “una delle operazioni di maggior successo dall’inizio della guerra” e che Israele ha “arrestato centinaia di sospetti terroristi con legami confermati con Hamas o la Jihad islamica”. “In questo momento, i terroristi di Hamas e della Jihad islamica si stanno barricando all’interno delle corsie dell’ospedale al-Shifa. Hamas sta distruggendo l’ospedale al-Shifa, sta sparando dall’interno del pronto soccorso e del reparto maternità di al-Shifa e sta lanciando ordigni esplosivi dal reparto ustionati di al-Shifa”. Hagari non dà prove di quanto sostiene.
Nuovi sforzi per il cessate il fuoco
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare oggi una nuova bozza di risoluzione per un “cessate il fuoco immediato” a Gaza, una richiesta bloccata più volte dagli Stati Uniti, che però nelle ultime settimane hanno cominciato a cambiare tono con il loro alleato israeliano.
Venerdì Russia e Cina hanno posto il veto a una bozza di risoluzione degli Stati Uniti che sottolineava la “necessità” di un “cessate il fuoco immediato” a Gaza legato ai negoziati per il rilascio degli ostaggi catturati durante l’attacco di Hamas, il 7 ottobre. Potrebbe essere un cambiamento sostanziale nella posizione della amministrazione Biden, che è sotto pressione da parte dell’opinione pubblica proprio mentre il capo della Casa Bianca è impegnato in una difficile campagna elettorale per la rielezione.
Fino ad ora, gli Stati Uniti si erano sempre opposti al termine “cessate il fuoco” nelle risoluzioni delle Nazioni Unite, arrivando a bloccare tre versioni diverse. La proposta degli Stati Uniti respinta venerdì scorso non chiedeva esplicitamente un cessate il fuoco immediato, ma usava una formulazione considerata ambigua dai Paesi arabi, e anche da Cina e Russia.
La nuova bozza di risoluzione è il risultato del lavoro dei membri non permanenti del Consiglio, che hanno negoziato per tutto il fine settimana con gli Stati Uniti per cercare di evitare un nuovo fallimento e hanno espresso un certo ottimismo sull’esito del voto. “Salvo imprevisti dell’ultimo minuto, speriamo che la risoluzione venga adottata e che gli Stati Uniti non votino contro”, ha detto un diplomatico.
L’ultima versione del testo, visionata dall’Afp domenica, “chiede un cessate il fuoco immediato per il mese di Ramadan” – iniziato due settimane fa – “che porti a un cessate il fuoco duraturo e permanente” e “chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. A differenza del testo statunitense respinto venerdì, non collega queste richieste agli sforzi diplomatici di Qatar, Stati Uniti ed Egitto, anche se “riconosce” l’esistenza di questi colloqui volti a una tregua accompagnata da uno scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi.
Guterres ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è. “vittima delle enormi divisioni geopolitiche” nel mondo. Per questo motivo, ha aggiunto Guterres che parlava affiancato al ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, è “cosi’ importante che il Consiglio di Sicurezza riesca finalmente ad approvare una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza”.
“È nostro dovere fare tutto il possibile per mobilitare l’intera comunità internazionale. E vedo che sta emergendo un consenso nella comunità internazionale, anche nei Paesi che sono amici e alleati di Israele. Vedo che sta emergendo un consenso sul fatto che questa guerra deve terminare, vedo emergere un consenso sul fatto che qualsiasi offensiva di terra contro Rafah porterebbe a una situazione umanitaria catastrofica”.