Prende il via la riforma della Politica di Coesione dell’Italia. Fa parte del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è uno degli obiettivi da raggiungere per la sesta rata, di giugno 2024. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha già condiviso il suo punto di vista per l’avvio della nuova riforma con la commissaria alla Coesione, Elisa Ferreira, a margine del Consiglio Affari generali – Coesione che si è tenuto oggi a Bruxelles.
L’obiettivo della riforma è accelerare l’attuazione degli interventi, migliorando la performance della politica di Coesione per alcuni servizi e infrastrutture essenziali per la qualità della vita dei cittadini e il contesto imprenditoriale delle regioni italiane, in particolare quelle del Sud. Si applica alle azioni dei programmi regionali e nazionali della coesione 2021-27 ricadenti nei settori che sono stati individuati come strategici: risorse idriche; infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione ambientale; rifiuti; trasporti e mobilità sostenibile; energia e sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle aziende, anche per le transizioni digitali e verdi.
Verrà rivisto anche il metodo di monitoraggio dei risultati per gli interventi ritenuti prioritari. Il modello sarà quello del Pnrr con un approccio orientato ai risultati attraverso l’identificazione di target di avanzamento procedurale, fisico e finanziario concordati ex ante, da conseguire entro precise scadenze. L’attenzione non si limiterà quindi all’avanzamento finaziario, come avviene ora. I soldi non devono essere solo spesi ma vanno raggiunti gli obiettivi prefissati. Il primo atto pratico della riforma è in calendario per il 6 dicembre con la convocazione della Cabina di regia del Pnrr con la partecipazione dei presidenti delle Regioni al fine di illustrare i contenuti della riforma ed istituire un gruppo tecnico di lavoro al quale il ministro Fitto ha invitato a partecipare anche la Dg Regio della Commissione europea. Il Governo intende così assicurare un percorso condiviso di piena e fattuale collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione della politica di coesione.
Alcuni dei settori individuati dalla riforma sono stati selezionati in quanto direttamente collegati agli ambiti di applicazione delle condizioni abilitanti non ancora soddisfatte (idrico, rifiuti, trasporti), con l’obiettivo sia di accelerare i relativi processi di adempimento per le Regioni ancora inadempienti, sia di dare attuazione alle pianificazioni di settore previste. Il Governo punta all’effettiva integrazione di tutti i dispositivi e strumenti, europei e nazionali, che sostengono la coesione economica, sociale e territoriale (risorse europee e nazionali della politica di coesione, Pnrr), secondo una visione unitaria e valorizzando le complementarietà e le sinergie tra i diversi strumenti di intervento.
La complementarietà e l’integrazione con il Pnrr sarà uno dei criteri per l’individuazione degli interventi prioritari, anche per garantire eventualmente una prosecuzione dei progetti dopo la scadenza del 2026. Poi sarà indispensabile la coerenza con le pianificazioni di settore regionali e nazionali, e al fine di dare concreta attuazione a tali pianificazioni. E ancora: la rilevanza strategica nazionale/regionale, la dimensione finanziaria, la presenza di profili di rischio/criticità attuativa. (AGI)
BRA