AGI – Al momento il governo ha alzato l’allerta ma ancora non è scattato l’allarme rosso. Perchè il numero dei ricoverati in terapia intensiva rispetto a quelli in aprile è basso e le reti sanitarie reggono. Ma la situazione viene monitorata giorno per giorno, lo prova il fatto che è di nuovo operativa la cabina di regia tra esecutivo e regioni.
Dopo il voto sulle risoluzioni della maggioranza, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto che proroga lo stato di emergenza sino al 31 gennaio 2021 (in serata la firma sul dl del presidente della Repubblica Mattarella) e il dpcm in vigore fino al 15 ottobre.
Sarà poi necessario un altro provvedimento che in caso di ulteriore risalita dei contagi potrebbe contenere una stretta ancora più netta. Ma al momento l’ipotesi di misure più restrittive viene scongiurata. Anche per evitare ulteriori ripercussioni sulla ripresa economica.
La misura più rilevante introdotta oggi è l’obbligo delle mascherine all’aperto: i trasgressori rischiano una multa fino a mille euro. L’articolo 1 prevede l’obbligo “di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi”.
Dall’obbligo sono esclusi i bambini di eta’ inferiore ai sei anni, i soggetti con patologie o disabilità e nel momento in cui si pratica l’attività sportiva.
Le regioni potranno adottare misure più restrittive ma per norme più permissive dovranno avere il consenso del Cts.
Obbligatorietà del tampone per chi arriva in Italia da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca.
Restano in vigore le regole per chi è in quarantena o in isolamento. Confermato lo stop le discoteche e il limite di 200 persone per gli eventi al chiuso e 1000 persone per quelli all’aperto. Confermate anche le regole di sicurezza sul lavoro e il no ad assembramenti.
“La tutela della salute deve essere al primo posto. Ci sono i criteri di adeguatezza e di proporzionale. Questa misura eleva un più alto livello di precauzione per non tornare alla fase” del lockdown, ha spiegato il presidente del Consiglio, parlando del motivo dell’obbligo della mascherina all’aperto con i giornalisti davanti palazzo Chigi, con i microfoni posti su un tavolino al centro di piazza Colonna.
La mascherina – il richiamo del premier – “non va solo portata ma anche indossata. Dobbiamo essere piu’ rigorosi”. Conte ha voluto soprattutto fare un appello: “Lo Stato – ha osservato – non può entrare nelle abitazioni private ma c’è una forte raccomandazione sulle regole, ad adottare comportamenti rigorosi anche in famiglia”, serve attenzione soprattutto per “le relazioni amicali” e “per quei congiunti che magari abitano dall’altra parte della città”. L’obiettivo è non dismettere “lo spirito di responsabilità” altrimenti si ritornerà alle difficoltà di alcuni mesi fa.
Dopo aver sottolineato di non credere di poter essere accusato di sottrarsi al confronto in Parlamento (“continuerò ad andare, la settimana prossima in vista del vertice Ue e verso la fine del mese per il question time”), non ha nascosto i timori per i numeri per l’approvazione della Nadef: “Se la situazione del contagio dovesse peggiorare è chiaro che ci sarà un problema oggettivo”, ha rimarcato. Del resto anche sul dl agosto i tempi sono stretti, con i parlamentari che potrebbero restare anche nel week end qualora l’opposizione decidesse di alzare le barricate (la fiducia si dovrebbe votare venerdì).
Vedi: "Più rigore contro il Covid per non tornare al lockdown", dice Conte
Fonte: politica agi