di Gianni De Iuliis
«Quanto all’oggetto del suo [di Pitagora] insegnamento, i più dicono ch’egli apprese le cosiddette scienze matematiche dagli Egizi e dai Caldei e dai Fenici: ché già nei tempi più antichi gli Egizi si dedicarono allo studio della geometria, i Fenici allo studio dell’aritmetica e della logistica, i Caldei all’osservazione degli astri. I riti intorno agli dei e quanto riguarda i costumi dicono che invece li apprese dai Magi. Questo, dicono, molti già lo sanno perché ne è stata lasciata memoria in opere scritte; ma per il resto i suoi costumi sono sconosciuti» (Porfirio su Pitagora)
Porfirio fa parte della scuola «orientalista», ritenendo che la Filosofia greca non fosse originaria, ma dipendesse dalla sapienza orientale. Tale tesi a suo giudizio può a maggior ragione applicarsi a Pitagora. La maggior parte degli studiosi contemporanei invece possono essere considerati «occidentalisti», ritenendo appunto che la filosofia ellenica fosse antitetica a quella orientale.
Questi ultimi dimostrano la propria tesi sostenendo innanzi tutto che non esistono concrete testimonianze che possano provare una matrice orientalista della filosofia greca. Anzi la filosofia orientale, pur più antica di quella ellenica, ha un approccio religioso, ponendosi come obiettivo di fondo la questione della salvezza dell’anima, al contrario della filosofia greca, che ha un approccio laico e scientifico e che si pone come obiettivo lo studio e la conoscenza della natura.
È evidente che la filosofia orientale, mitologica nelle sue strutture, insegue finalità pratiche; quella ellenica, programmaticamente «razionale», ha un carattere assolutamente teorico, almeno nelle sue origini.
Facendo riferimento alla tesi di Nicola Abbagnano, che condividiamo appieno, la filosofia nasce in Grecia e si realizza come un’indagine libera, laica, critica e razionale sul reale e sulle strutture che lo compongono.
Il frammento di Porfirio (Tiro, 233-234 – Roma, 305 circa), filosofo, astrologo e teologo di origine fenicia, con interessi ascetici e ed esoterici, grande studioso delle dottrine orientali, pone un problema concreto sull’origine orientale della concezione scientifica alla base della scuola pitagorica.
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