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Pil, balzo a sorpresa: +1,9% tendenziale Industria in flessione ma spinta dai servizi

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Economia meglio del previsto. La stima completa dei conti economici trimestrali resa nota dall’Istat conferma la ripresa italiana nel primo trimestre del 2023 dopo la battuta d’arresto di fine 2022. A inizio anno la crescita del Pil è risultata pari allo 0,6% in termini congiunturali e all’1,9% in termini tendenziali, un decimale in più quindi rispetto alle prime stime diffuse il 28 aprile 2023 che indicavano una crescita congiunturale dello 0,5% e una tendenziale dell’1,8%. Anche la crescita acquisita per il 2023 è positiva, pari allo 0,9%. La ripresa – osserva l’Istituto di Statistica – è dovuta alla domanda interna con contributi positivi dei consumi privati per 0,3 punti percentuali e dei consumi pubblici e degli investimenti entrambi per 0,2 punti percentuali. Negativi invece per 0,1 punti i contributi sia delle scorte, sia della domanda estera netta. In ripresa dell’1,3% in termini congiunturali le ore lavorate, dello 0,8% le posizioni lavorative e dell’1,1% le unità di lavoro, mentre i redditi da lavoro dipendente pro-capite risultano stazionari.

Nel primo trimestre 2023, l’economia italiana ha viaggiato a un ritmo superiore a quello di Francia e Germania. Il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% in Italia, dello 0,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Francia, mentre è diminuito dello 0,3% in Germania. In termini tendenziali, ricorda l’Istat nella nota sui conti economici trimestrali, si è registrata una crescita dell’1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8% in Francia e una diminuzione dello 0,2% in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% nel confronto con il primo trimestre del 2022. Questo andamento è stato sottolineato anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (vedi a pag. 4, ndr): «Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%».

Dal lato della domanda, le esportazioni di beni e servizi sono diminuite in termini congiunturali dell’1,4%, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dello 0,8% e i consumi finali nazionali dello 0,7%. Le importazioni sono diminuite dell’1%. Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti e delle ISP (Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie) è aumentata dello 0,5% e quella delle amministrazioni dell’1,2%. L’aumento del totale degli investimenti è stato determinato dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti che è cresciuta dello 0,8%, del 6,8% la componente di mezzi di trasporto, da quella delle abitazioni e dei fabbricati non residenziali e altre opere rispettivamente pari allo 0,7% e all’1,5%, dagli investimenti in prodotti di proprietà intellettuale cresciuti dello 0,3%, mentre la spesa in risorse biologiche coltivate è scesa dello 0,8%. La spesa delle famiglie sul “territorio economico” ha registrato un aumento in termini congiunturali dello 0,3%. In particolare gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2%, quelli di beni non durevoli dell’1,4%, quelli di servizi dello 0,1%, mentre quelli di beni semidurevoli sono diminuiti del 3,1%.

Riguardo al valore aggiunto, nel primo trimestre si registrano andamenti congiunturali negativi pari allo 0,2% nell’industria in senso stretto, al 2,7% delle attività finanziarie e assicurative e allo 0,7% dell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità; andamenti stazionari nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e nel commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione; e andamenti positivi dell’1,5% nelle costruzioni, dello 0,1% nei servizi di informazione e comunicazioni, del 2,4% nelle attività immobiliari, del 3% nelle attività professionali e del 5,7% nelle attività artistiche, di intrattenimento e degli altri servizi.

Rispetto al trimestre precedente, il Pil ai prezzi correnti è cresciuto del 2,3% e il corrispondente deflatore dell’1,7%. Il deflatore (misura che consente di “depurare” la crescita del Pil dall’aumento dei prezzi) della spesa delle famiglie residenti e delle Isp è cresciuto dello 0,1%, mentre quello degli investimenti è risultato stazionario. Il deflatore delle importazioni è diminuito del 4,3% e quello delle esportazioni è cresciuto dello 0,2%. In termini tendenziali il Pil ai prezzi correnti è aumentato del 7,7%, il corrispondente deflatore del 5,7%, quello della spesa delle famiglie residenti dell’8,6 per cento.

Nel primo trimestre del 2023 le ore lavorate hanno registrato un aumento dell’1,3% rispetto al trimestre precedente. Questo risultato è la sintesi di un calo dello 0,4% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di crescite dell’1,9% nell’industria in senso stretto, dello 0,3% nelle costruzioni e dell’1,4% nei servizi. Stazionari i redditi da lavoro dipendente pro-capite del totale economia, per effetto di una crescita dello 0,7% nell’agricoltura, dello 0,4% nell’industria in senso stretto e dell’1,2% nelle costruzioni che contrastano la riduzione dello 0,2% nei servizi.

FONTE: IL SOLE24ORE