Milano non dimentica le vittime della strage di Piazza Fontana. Centinaia di milanesi sono scesi in piazza per ricordare quando, il 12 dicembre del 1969, alle 16:37 un potente ordigno collocato all’interno della sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura esplose distruggendo il grande ingresso a quell’ora ancora pieno di clienti, per lo più giunti da località della provincia. Lo scoppio della bomba uccise 17 persone, 13 delle quali sul colpo, e ne ferì gravemente altre 88. La città sconvolta reagì con una partecipazione silenziosa e massiccia ai funerali in Duomo. Al centro della giornata di commemorazione che si è tenuta oggi c’è stato il corteo organizzato dall’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969 con il Comitato permanente antifascista e il Comune di Milano. Il raggruppamento dei partecipanti è partito alle 16 in piazza della Scala. Alle 16:37, nel minuto esatto in cui la bomba esplose, è avvenuta la deposizione delle corone accompagnato dal silenzio militare. A prendere poi la parola il sindaco Giuseppe Sala, i rappresentanti dell’ANPI, del mondo sindacale e dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 69. “Essere qui è un atto politico molto attuale e politico è il nostro no a ogni tentazione autoritarista, a ogni nostalgia di uomini forti e poteri illimitati: la nostra è una piazza antifascista, una piazza piena di sì, sì alla democrazia, sì a uno stato che non ha paura di essere inclusivo”, ha detto Sala dal palco. “Se c’è una cosa che è importante per il 12 dicembre è mantenere la piazza, la partecipazione della gente intorno, anche quella che è disinteressata”, ha sottolineato il presidente dell’associazione famigliari Federico Sinicato. “La mia opinione è che il pericolo maggiore oggi è l’oblio”, ha detto Fortunato Zinni, funzionario della banca dell’agricoltura sopravvissuto alla strage. “Perché c’è una strategia nuova oggi: quella di dimenticare. E questo non è accettabile. Oggi non ci sono più le bombe ma ci sono delle riforme, come il premierato, l’autonomia differenziata, quella della giustizia, quella sulla sicurezza, che mirano a scardinare alcuni valori fondanti della costituzione. Questa è l’eredità nefasta che ci ha lasciato piazza Fontana”, ha concluso Zinni. (AGI)