I prezzi del petrolio affondano ulteriormente e toccano il livello più basso dal 2021 per l’escalation della guerra dei dazi, con Pechino che ha annunciato la sue misure di ritorsione in risposta alle tariffe di Washington. Il prezzo di un barile di Brent con consegna a giugno è sceso del 6,91% a 65,29 dollari, dopo aver brevemente toccato i 64,03 dollari, il livello più basso da aprile 2021.
Il costo del Wti con consegna a maggio è precipitato del 7,80% a 61,73 dollari.
La Cina imporrà dazi aggiuntivi del 34% sui prodotti americani a partire dal 10 aprile.L’annuncio ha accelerato il calo dei prezzi del greggio, già appesantiti dall’offensiva protezionistica della Casa Bianca: il costo dell’oro nero è crollato di quasi il 6,5% durante le contrattazioni di ieri. Il conto è particolarmente salato per la Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, i cui prodotti saranno soggetti a una nuova tassa del 34%, in aggiunta ai dazi doganali del 20% già in vigore.
Sebbene la Casa Bianca abbia esentato dalle tasse i prodotti energetici, i loro prezzi restano molto sensibili alle crisi economiche, il che spiega il crollo dei prezzi del petrolio dovuto ai timori di recessione. L’imminente guerra commerciale, un fattore fortemente ribassista, è associato a un inaspettato aumento della produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e dei suoi alleati (Opec+). Secondo una dichiarazione rilasciata ieri, il cartello “attua un adeguamento della produzione di 411.000 barili al giorno” nel maggio 2025. Una decisione che ha continuato a sorprendere i mercati e ha causato il calo dei prezzi. (AGI)
GAV