“Non credo che servano un commissario al Recovery Fund nè l’ennesima task force di esperti convocati soltanto per un’operazione di immagine. Di questo passo non andremo da nessuna parte: l’Italia ha già perso gli ultimi vent’anni e un ulteriore ritardo, in piena emergenza economica, sarebbe letale“. Così comincia il colloquio con Carlo Cottarelli con Il Foglio, che sulle annunciate riforme a costo zero indica nella “riduzione dei tempi della giustizia e semplificazione burocratica” le riforme “più importanti per rilanciare l’economia italiana” perché “ci sono troppi moduli da compilare, troppi adempimenti da espletare”.
Poi sulla corruzione, spauracchio sempre in agguato, Cottarelli riflette: “È un problema reale ma il mero inasprimento delle pene serve a poco se poi i processi non vengono celebrati” e “un sistema in cui le condanne non arrivano mai o cadono in prescrizione fa il gioco di chi infrange la legge”.
E sulla riforma della giustizia Cottarelli pensa che “sarebbe opportuno ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo” e che “i togati lavorino nei palazzi di giustizia e non nei ministeri” perché, chiude colloquio Cottarelli, “molti giudici non accettano l’idea che un tribunale sia un’organizzazione complessa che produce un servizio e che tale servizio vada fornito in modo tempestivo”.
Quindi “occorre sviluppare migliori capacità di gestione e organizzazione all’interno degli uffici giudiziari, il che richiede non solo addestramento adeguato ma anche il riconoscimento di una larga autonomia la dirigente”. Questa la riforma della giustizia secondo Cottarelli.
Vedi: "Per il rilancio occorre riformare i tempi della giustizia", dice Cottarelli
Fonte: economia agi