AGI – In Terra Santa la Pasqua ha portato la riapertura della Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, e di altri luoghi simbolo della Cristianità. Solo un anno fa, sembrava impossibile vedere i fedeli tornare ad affollare la basilica, ma Israele ha vaccinato più di metà della popolazione e così centinaia di fedeli con la mascherina prendono parte alle celebrazioni pasquali. Mancano invece i pellegrini stranieri, a causa delle restrizioni sui voli che rendono praticamente impossibile la loro presenza.
La basilica ha chiuso le porte dopo la Via Crucis del venerdì Santo e le ha riaperte nelle prime ore del mattino del Sabato Santo per la “madre di tutte le veglie”, la vigilia di Pasqua, con decine di fedeli e religiosi. L’annuncio pasquale arriva infatti da Gerusalemme in anticipo di 24 sul resto del mondo, quale primo luogo al mondo dove è stata annunciata la risurrezione. Lo Status Quo, il complesso insieme di regole che scandisce la vita e le azioni nella basilica del Santo Sepolcro, ha congelato il tempo al diciannovesimo secolo, compresa la veglia anticipata nel luogo dove la tradizione vuole che Gesù sia morto e risorto.
“Ecco la luce del Cristo che risorge glorioso”, ha annunciato, durante il rito del lucernario, il Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, presentando all’assemblea il fuoco santo del cero Pasquale.
Come da tradizione la messa è cominciata con la processione dei frati francescani, i Custodi della Terra Santa e dai presbiteri del Patriarcato, aperta dai Kawas, i guardiani in divisa ottomana. Durante la celebrazione il Patriarca ha acceso il cero che illuminerà la basilica per tutto il periodo pasquale e alla sua intonazione del Gloria le campane, che erano state fermate giovedì, sono tornate a risuonare nella Basilica. Come già negli altri giorni del triduo, la basilica era piena di fedeli.
Dopo la ‘cena domini’ di giovedì mattina (con la deposizione dell’ostia consacrata nell’edicola del Santo Sepolcro, da cui l’usanza di “andare per sepolcri”) e l’ora santa della sera al Gestemani, nel luogo dove secondo la tradizione Gesù fu arrestato, venerdì la basilica ha visto al mattino il racconto della Passione al Golgota, il luogo della crocifissione, e la sera la processione funebre. Unica questa celebrazione: una statua del crocifisso è stata portata in diversi luoghi della Basilica da un corteo formato dai francescani e presieduto da Fra’ Francesco Patton, Custode di Terra Santa.
Arrivati sul Golgota, un ministro ha tolto i chiodi e la corona di spine dal crocifisso in concomitanza con il ricordo della morte del Cristo e il corpo della statua, privato della croce, dapprima è stato portato sulla pietra dell’unzione, a ricordo dei riti funebri ebraici dove, come recitano le scritture, il corpo esanime di Cristo all’ora e la statua ieri sera è stata cosparsa di aloe e mirra. Successivamente, la statua è stata posta nell’edicola del Santo Sepolcro. Domattina sempre dinanzi all’edicola, si celebrerà la messa di Pasqua. Complice la pandemia, quest’anno il triduo pasquale è stato seguito solo dai fedeli locali, gli espatriati e gli immigrati, in particolare asiatici. Molti quelli giunti da altre parti del Paese.
Pur se sono mancate le folle oceaniche degli anni scorsi, la basilica era comunque piena e tutto si è svolto nel rispetto di minime regole comportamentali, come l’uso della mascherina. La Pasqua cristiana quest’anno coincide con il periodo pasquale ebraico e anticipa di nove giorni l’inizio del ramadan, mentre la Pasqua ortodossa, con la tradizionale cerimonia del fuoco che esce dal Santo Sepolcro, sarà il 2 maggio.
Fino al sabato di Pasqua, ultimo giorno della Pasqua ebraica, la città Santa, in particolare la città Vecchia di Gerusalemme, è stata presa d’assalto da molti fedeli ebraici arrivati da tutto il Paese. Un imponente schieramento di forze di polizia ha diviso la zona cristiana da quella ebraica, così da permettere lo svolgimento dei diversi riti senza problemi. Diverse strade sono state chiuse e ci sono stati molti controlli sull’osservanza dei minimi requisiti di sicurezza anti-Covid. Queste festività hanno rappresentato anche un test per la riapertura all’esterno di Israele, che potrebbe avvenire dopo la fine del periodo di festività.
Source: agi