Si può arrivare molto in alto, coprendosi d’oro, anche se misuri un metro e 64 come Sara Errani e un metro e 63 come Jasmine Paolini. Le due piccole grandi azzurre entrano nella Storia conquistando la medaglia d’oro a Parigi, dopo un super-tiebreak al cardiopalma contro le russe indipendenti Mirra Andreeva e Diana Shnaider: 2/6-6/1-10/8 il risultato. Sara e Jas sono le prime italiane a vincere una medaglia olimpica (dopo il bronzo dei maschietti Uberto de Morpurgo, esattamente un secolo fa e adesso, quello di Lorenzo Musetti), ma sono le prime ad aggiudicarsi quella d’oro, la più preziosa. E le storie nella storia di questo 4 agosto fantastico si sprecano: Errani, la donna decisiva di questo match, colei che è riuscita a rimettere in partita una Paolini molto contratta nel primo set, con questa vittoria completa il suo golden slam career di doppio.
Come Djokovic, prima di oggi anche lei aveva vinto tutti gli Slam (in coppia con Roberta Vinci) ma non era mai riuscita a mettersi al collo una medaglia olimpica, e lo fa, altra coincidenza, a 37 anni, come l’atleta serbo. Anzi con qualche giorno più di lui, che la rende l’atleta più “anziana” con un oro al collo. Trentasette sono anche gli anni complessivi delle avversarie Andreeva (17) e Shnaider (20) che sono entrate in campo parecchio più determinate delle nostre, approfittando dei tanti errori di una emozionatissima Paolini. Nel secondo set le azzurre hanno cambiato marcia, si sono scrollate di dosso paure e fantasmi e hanno ricominciato a giocare come sanno fare, con variazioni (a cura di Errani, tornata efficace anche a rete) che hanno disorientato la giovane Andreeva e reso meno sicuro il gioco al volo della mancina. Paolini, da parte sua, ha recuperato la precisione dei suoi colpi da fondo. Nel supertiebreak le nostre sono state sempre avanti, subendo una piccola rimonta nel finale, quando i polsi hanno cominciato a tremare.
È finito 10-8 con un errore di Andreeva, seguiti da feste, salti, con la bella risata della Paolini, le lacrime di gioia della Errani, gli abbracci a Musetti nel box con la capitana Tathiana Garbin, il tricolore portato in trionfo sul centrale del Roland Garros, dove l’inno di Mameli non si sentiva dal lontano 2010 quando Francesca Schiavone vinse lo Slam parigino. Merci Sara, merci Jasmine. (AGI)
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