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Papa: pace per le Nazioni e anche per il creato

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(dall’inviata Eliana Ruggiero) -“Pace per le Nazioni e anche per il creato. No al riarmo e allo sfruttamento della casa comune! Sì all’incontro tra i popoli e le culture, sì all’armonia dell’uomo con le creature!”. E’ l’appello di Papa Francesco all’Angelus dopo la celebrazione della messa allo stadio “Sir John Guise” di Port Maresby, dove in 35 mila lo hanno accolto. Nella recita mariana il Pontefice ha invocato, per intercessione di Maria, “il dono della pace per tutti i popoli”. In particolare “per questa grande regione del mondo tra Asia, Oceania e Oceano Pacifico”.
Più volte in questa tappa in Papua Nuova Guinea, Francesco ha messo in guardia dallo sfruttamento del Creato invitando a prendersene cura, a salvaguardarlo. Una “terra benedetta dal Creatore”, l’ha definita Bergoglio, una terra che “evoca l’immagine dell’Eden”, ha poi rimarcato a Vanimo, nell’incontro ai fedeli della diocesi.
Situata tra il Mar dei Coralli e l’Oceano Pacifico meridionale, Papua è del resto una terra rigogliosa, lussureggiante, ricca di risorse naturali ma l’arcipelago vive drammaticamente le conseguenze dello sfruttamento e del cambiamento climatico. L’arcipelago è esposto a disastri naturali e l’innalzamento degli oceani in queste isole è particolarmente sentito. Bergoglio richiama quindi a una responsabilità per la casa comune, tema a lui caro. Già dal primo discorso alle autorità aveva esortato affinché l’uso delle risorse del territorio andasse a vantaggio anche delle popolazioni locali e non solo a grandi imprese internazionali. Parlando ai fedeli di Vanimo il Papa ha voluto rimarcare l’importanza della tutela del creato. “Voi qui siete ‘esperti’ di bellezza, perché ne siete circondati! Vivete in una terra magnifica, ricca di una grande varietà di piante e di uccelli, in cui si resta a bocca aperta davanti a colori, suoni e profumi, e allo spettacolo grandioso di una natura che esplode di vita”. Ma “questa ricchezza – ha ricordato – il Signore ve l’affida come un segno e uno strumento, perché viviate anche voi così, uniti in armonia con Lui e con i fratelli, rispettando la casa comune”. E al tempo stesso, Francesco ha avvertito che “alla bellezza dei panorami” debba corrispondere quella di una “comunità in cui ci si vuole bene”. Solo così si potrà formare “come una grande orchestra capace, con le sue note, di ricomporre le rivalità, di vincere le divisioni – personali, familiari e tribali -; di scacciare dal cuore delle persone la paura, la superstizione e la magia; di porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l’infedeltà, lo sfruttamento, l’uso di alcool e droghe”. Mali, ha sottolineato che “rendono infelici e imprigionano tanti fratelli e sorelle, anche qui”.
Sempre a Vanimo Bergoglio ha abbracciato i missionari argentini che vivono nelle tribù in questa periferia della periferia, per portare il suo sostegno e la sua vicinanza a una Chiesa che opera in prima linea nelle sofferenze degli ultimi. A loro ha portato circa una tonnellata di medicinali, vestiti, giocattoli e altro materiale indispensabili in questo angolo di mondo, come dei contenitori per gli alimenti, introvabili e vitali per evitare il rapido deterioramento dei cibi.
Domani il Papa, dopo il suo ultimo incontro ufficiale, quello con i giovani allo stadio di Port Moresby alle 9:45, (1:45 in Italia), lascerà la Papua Nuova Guinea per volare a Timor Est, in cui i cattolici sono il 98%, la percentuale più alta al mondo. (AGI)
ELI