AGI – “Quanto dolore nel vedere frateli e sorelle morti in mare perché non li lasciano sbarcare, e qualcuno lo fa ‘nel nome di Dio’“. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa per la terza Giornata della Parola.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, per la prima volta, con un nuovo rito preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Papa ha conferito a uomini e donne laici provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista.
“Gesù, all’inizio della sua missione, annuncia una scelta precisa: è venuto per la liberazione dei poveri e degli oppressi. Così, proprio attraverso le Scritture, ci svela il volto di Dio come di Colui che si prende cura della nostra povertà ed ha a cuore il nostro destino”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia.
“Ecco il lieto annuncio che Gesù proclama davanti allo sguardo stupito di tutti: Dio è vicino e si vuole prendere cura di me, di te, di tutti”, ha aggiunto Bergoglio, “Vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l’amarezza delle tue solitudini”.
“Fratelli, sorelle, chiediamoci: portiamo dentro al cuore questa immagine liberante di Dio, oppure lo pensiamo come un giudice rigoroso, un rigido doganiere della nostra vita?”, ha chiesto.
“Il culto più gradito a Dio è prendersi cura del prossimo. Dobbiamo tornare su questo, in un momento in cui nella Chiesa ci sono tentazioni di rigidita’”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della mesa per la Giornata della Parola di Dio.
Si tratta, ha aggiunto, di “un’aberrazione. Si crede che per trovare Dio si debba diventare sempre più rigidi, con più norme. Non è così. Quando noi vedremo proposte rigide, pensiamo subito: questo è un idolo, non è Dio. Il nostro Dio non è cosi'”.
Source: agi