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Papa: a giovani, no alle esclusioni e alle stigmatizzazioni

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No alle discriminazioni, sì alla prossimità. Papa Francesco, in collegamento online, ha dialogato con gli studenti universitari della regione Asia-Pacifico, partecipanti all’iniziativa “Building Bridges Across Asia Pacific” organizzata questo pomeriggio dalla Loyola University di Chicago insieme alla Pontificia Commissione per l’America Latina. “Dobbiamo avere sempre speranza”, è stato il suo invito, riferisce Vatican News, a conclusione di una serie di domande e riflessioni proposte dai giovani.
“Rimanete sempre fedeli alle vostre convinzioni (…) e anche se siete tentati di vivere una fede tiepida perché gli altri vi tormentano, rimanete fedeli alla vostra identità e restate forti come i martiri cristiani che sono stati perseguitati”, ha affermato il Pontefice che ha parlato del senso di “appartenenza” alla società e di come esso accresca la sicurezza in noi stessi e nella nostra dignità umana. Tutti questi fattori, ha osservato, “ci salvano dalla vulnerabilità, perché oggi i giovani sono molto vulnerabili. Dobbiamo sempre difendere questo senso di appartenenza per evitare la vulnerabilità”. “Guardate – ha detto – dove siete più vulnerabili e chiedete a qualcuno di aiutarvi”.
Il Papa ha parlato anche di salute mentale, discriminazione, stigmatizzazione e identità, invitando a testimoniare e ad andare avanti.
“Concentratevi sulla vostra identità”, ha affermato, incoraggiando tutti i presenti a collaborare sempre gli uni con gli altri e a rimanere uniti. Il Papa ha denunciato tutti gli stigmi che sminuiscono la dignità delle persone. Ha lamentato il fatto che le donne siano talvolta considerate cittadini di seconda classe, cosa che, ha ricordato, non corrisponde alla verità. “La grandezza delle donne non deve essere dimenticata. Le donne sono migliori degli uomini in termini di intuizione e di capacità di costruire comunità”, ha affermato, lodando le qualità e le competenze specifiche delle donne.
Ha poi invitato gli studenti a mostrare vicinanza e amore gli uni agli altri e a non escludere mai nessuno. Ricordando le parole di uno studente che ha parlato di genere menzionando anche l’alto tasso di HIV nelle Filippine, il Papa ha detto: “Dobbiamo assicurarci che l’assistenza sanitaria sia preparata per curare e aiutare tutte le persone, senza esclusioni”. Francesco ha anche parlato di un’educazione efficace che, a suo parere, richiede di “educare” e “coordinare” i nostri “cuori, le nostre menti e le nostre mani”. È così che dovremmo educare i giovani, ha osservato, sottolineando che questa dinamica non deve mai essere dimenticata. Infine, il Papa ha chiesto una maggiore consapevolezza delle tragedie del passato, per trarre lezioni per il futuro e lavorare per la pace. “L’ideologia è una malattia”, ha avvertito, esortando tutti a costruire l’armonia e a promuovere il dialogo con le altre culture. “No alla guerra”, ha affermato, invitando alla pace. “In un mondo disperato e senza speranza, dobbiamo fare appello ai nostri valori”, ha spiegato, invitando gli studenti presenti a lavorare su questo aspetto prima di ringraziarli per il loro impegno. (AGI)